L’Alzheimer dimostra che l’anima non esiste?

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’, Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Pare che spesso, appena prima della morte, le persone con il morbo d’Alzheimer o la demenza, che sono state completamente fuori senno per molti anni, ritornino improvvisamente in sé. I loro ricordi, la loro personalità e il loro intero pensiero risplendono in un tripudio finale. Questo fenomeno è conosciuto come lucidità terminale.

Alcuni dicono che esso neghi la teoria filosofica secondo cui l’‘anima’ sia soltanto una funzione del cervello.

Il defunto filosofo Paul Edwards nel 1995 ha prodotto la sua Teoria dell’Alzheimer contro l’Anima. Ha utilizzato l’esempio della ‘Signora D’. La signora D era una donna gentile e generosa, spesso aiutava gli altri. L’Alzheimer, però, l’ha cambiata drasticamente: «Tutta la sua eleganza era svanita. Non riconosceva più i suoi figli e poi nello stadio avanzato è diventata estremamente aggressiva. Lei che ha sempre aiutato gli altri ed era gentile con gli altri, improvvisamente ha iniziato a picchiare gli altri pazienti anziani», ha affermato Robert Mays, ricercatore delle esperienze pre-morte. Mays ha tenuto una presentazione sulla lucidità terminale all’International Association for Near-Death Studies (Iands) alla conferenza del 30 agosto 2014 a nome del dott. Alexander Batthyany, professore della scienza cognitiva al Dipartimento dell’università di Vienna.

Edwards aveva sostenuto che il caso della signora D mostri come che la mente o l’anima non esista separatamente dal cervello. Quando il cervello è danneggiato, anche la mente della persona lo è. La signora D era gentile quando la sua mente funzionava, ma la sua personalità è scomparsa quando il suo cervello ha smesso di funzionare adeguatamente, provando che il cervello crei la mente.

Batthyany ha affermato che l’argomentazione di Edwards fosse «intuitivamente convincente». Ma, secondo Batthyany, in realtà la lucidità terminale suggerisce che la mente non venga distrutta con il cervello.

Se per esistere la mente fosse stata dipendente dalle parti del cervello, sarebbe stato difficile vedere come un’intera persona (una persona che può fare collegamenti tra questo ricordo e quello, una persona che può tranquillamente e razionalmente interagire con gli altri e compiere azioni coerenti) possa ritornare. Se le parti del cervello fossero così pesantemente affette dal morbo, ci si aspetterebbe che ne rimanga solo un individuo frammentato.

Alzheimer's Diseased Brain

Il diagramma sulla destra mostra un cervello affetto dal morbo di Alzheimer. Il diagramma sulla sinistra mostra un cervello sano. (Wikimedia Commons).

Alzheimer's Diseased Brain

Al di sopra vi è un cervello affetto dal morbo di Alzheimer. Sotto vi è un cervello sano. (Hersenbank/Wikimedia Commons).

Batthyany chiede se la discussione di Edwards sarebbe stata così interessante nel caso in cui la perdita di cognizione fosse stata solo temporanea. Cosa sarebbe successo se la signora D fosse stata in uno stato di confusione indotto dai farmaci o in uno stato di sogno simile a quello dell’Alzheimer? Avrebbe fatto la differenza su come Edwards avrebbe visto il caso, se la mente della signora D fosse tornata alle funzioni normali e la sua personalità fosse rimasta intatta?

Batthyany ha ipotizzato che la mente si possa distaccare da un cervello malato. La mente è anche nascosta ‘dietro’ il cervello e vincolata ad esso, ha affermato: «Proprio come la luna eclissa il Sole, il cervello eclissa se stesso».

I DATI

Batthyany ha affermato che c’è bisogno di ulteriori studi sulla lucidità terminale per capire il fenomeno e tutte le sue implicazioni. I dati limitati suggeriscono che sia un fenomeno piuttosto comune. In un sondaggio di 800 assistenti medici, solo 32 hanno risposto. Questi 32 assistenti medici avevano curato complessivamente 227 pazienti di Alzheimer o con demenza. Circa il dieci per cento di questi pazienti aveva avuto un improvviso e breve ritorno alla lucidità.

Un assistente ha affermato: «Prima che ciò fosse accaduto, dovevo essere piuttosto cinico riguardo gli uomini in stato vegetativo che ho curato. Ora capisco che sto curando neonati di immortalità. Se avessi visto ciò che ho visto io, capiresti che la demenza può colpire l’anima, ma non la distruggerà».

Gli studi effettuati da Michael Nahm e Bruce Greyson, tra i quali uno pubblicato sulla rivista Nervous and Mental Disease nel 2010, sono basati sull’analisi di casi registrati da cento anni o prima. Secondo Batthyany occorrono maggiori informazioni attuali.

«GRAZIE DI TUTTO»

Nella presentazione di Batthyany sono stati citati alcuni casi, tra i quali il seguente: «Un’anziana donna con demenza, quasi muta, non riconosceva più le persone, non si esprimeva. Inaspettatamente un giorno, ha chiamato sua figlia e l’ha ringraziata di tutto… ha avuto una conversazione telefonica con i suoi nipoti, scambiando affetto e calore e ha detto addio, e subito dopo è morta».
Batthyany era uno dei nipoti.

In un altro caso la paziente era muta e disorientata e sembrava che non avesse notato o capito che suo marito, il cui nome era Urs, fosse morto. Alcuni mesi dopo la morte di suo marito, si è seduta sul letto, ha allungato la mano e ha detto: «Urs! Sì, sì, pronta». È morta appena dopo.

Anche se questo caso era alquanto ambiguo, ha affermato Batthyany, è stato comunque significativo in quanto la paziente era calma, e si basava su tracce di memoria che non sono state osservate nella paziente in molto tempo. Ha anche mostrato una somiglianza con altre persone che hanno fatto esperienze di pre-morte, nelle quali le persone hanno sfiorato la morte o sono morte per qualche momento prima di tornare in vita: spesso queste persone riferiscono di aver visto i propri cari che li aiutavano ad «attraversare». Spesso hanno anche raccontato di essere volati sopra i loro corpi fisici, di aver visto degli esseri o delle scene nell’al di là, di provare sentimenti di euforia, ecc.

RIPRESA FILOSOFICA

Mentre cerca ulteriori dati scientifici, Batthyany considera anche le parole dei filosofi. Spinoza disse: «Puoi avere luce senza ombra, ma non puoi avere ombra senza luce».

La lucidità, stato normale della mente, è la luce. Demenza e confusione sono le ombre.

Batthyany ha anche affermato: «Puoi avere la verità senza errore, ma non puoi avere l’errore senza la verità». L’errore è una deviazione, come la demenza e l’Alzheimer sono deviazioni dal normale funzionamento del cervello. Forse c’è ancora una vera mente o una luce che splende dietro le ombre distorte del morbo.

Articolo in inglese: Do Alzheimer’s, Dementia Prove the Soul Doesn’t Exist?
 
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