La Corea del Sud, convinta dalla Cina, blocca Shen Yun

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol è stato eletto nel 2022 in base a un programma che prometteva di avvicinare la nazione agli Stati Uniti e di assumere una posizione più forte contro Pechino.

L’impegno di Yoon è però ora messo alla prova: a una compagnia americana di arti sceniche è stato detto che non può esibirsi in Corea del Sud a causa dell’influenza del Partito Comunista Cinese (Pcc).

L’idea dello scambio culturale tra gli Stati Uniti e la Corea del Sud è un’idea che gli alti funzionari, tra cui Yoon, hanno personalmente promosso per rafforzare i legami tra le due nazioni.

In aprile, durante una cena di Stato alla Casa Bianca, Yoon ha persino cantato il classico americano «American Pie» e ha affermato che le relazioni tra i due Paesi sono «un’alleanza di valori».

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ( a destra) e il Presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol si stringono la mano durante una conferenza stampa congiunta nel Giardino delle Rose (Rose Garden) della Casa Bianca il 26 aprile 2023. (Drew Angerer/Getty Images)
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ( a destra) e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol si stringono la mano durante una conferenza stampa congiunta nel Giardino delle Rose (Rose Garden) della Casa Bianca il 26 aprile 2023. (Drew Angerer/Getty Images)

Nel caso della Shen Yun Performing Arts di New York, tuttavia, il Pcc ha potuto continuare la sua campagna di influenza in Corea del Sud che dura da quasi due decenni.

Gli organizzatori locali di Shen Yun affermano che i due principali teatri di Seoul finora hanno rifiutato la richiesta di esibizione del gruppo a causa delle pressioni del Pcc.

Documenti interni ottenuti da Epoch Times rivelano che l’ambasciata cinese in Corea del Sud ha condotto per anni una campagna di intimidazione nei confronti di entrambi i teatri e del governo sudcoreano, minacciando ripercussioni economiche e politiche se il Paese avesse permesso a Shen Yun di esibirsi.

Shen Yun, che con la danza e la musica presenta l’autentica cultura cinese precedente al regime comunista, si esibisce ogni anno in più di 20 Paesi nei cinque continenti.

Il Pcc considera Shen Yun «molto pericoloso» per la propria ideologia a causa degli sforzi della compagnia artistica di far rivivere e di rappresentare la cultura tradizionale cinese, secondo quanto ha dichiarato Trevor Loudon, esperto di infiltrazioni comuniste.

Il regime vuole che la gente creda che la cultura cinese sia fondamentalmente socialista.

Gli sforzi del Pcc per impedire a Shen Yun di esibirsi non sono limitati alla Corea del Sud, ma si sono verificati nella maggior parte dei Paesi in cui il gruppo si è esibito. Ma mentre gli sforzi del regime comunista sono falliti nella maggior parte dei Paesi, in Corea del Sud i funzionari hanno ceduto alle sue minacce.

Han Minho, ex direttore del Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo della Corea del Sud, attribuisce questo fenomeno a decenni di infiltrazioni cinesi.

«Il Partito Comunista Cinese ha reclutato molte figure importanti in Corea negli ultimi 30 anni e a vari livelli», ha dichiarato Han a Epoch Times, che ha fondato il gruppo civile Citizens for Unveiling Confucius Institutes, che si batte per la chiusura dell’omonimo programma linguistico finanziato dal governo cinese in Corea del Sud.

Lettera dell'Ambasciata cinese in Corea del Sud al Korean Broadcasting System. (Samira Bouaou/The Epoch Times)
Lettera dell’Ambasciata cinese in Corea del Sud al Korean Broadcasting System. (Samira Bouaou/The Epoch Times)
L'ambasciata cinese a Seul, Corea del Sud, l'11 aprile 2016. (Wpcpey/CC BY 3.0)
L’ambasciata cinese a Seul, Corea del Sud, l’11 aprile 2016. (Wpcpey/CC BY 3.0)

Il blocco di Shen Yun in Corea del Sud, continua, ed è la prova che le tattiche di influenza del regime hanno funzionato.

«Quando questo accade ripetutamente, la gente pensa che sottomettersi alle richieste del Pcc sia naturale e necessario, e diventa un’abitudine», ha dichiarato.

Il fatto che Shen Yun possa esibirsi in Corea del Sud, ha aggiunto Han, è una «cartina tornasole» che dimostra «se la Corea è davvero un alleato degli Stati Uniti».

«Il governo sudcoreano non permette alla compagnia statunitense Shen Yun di esibirsi in Corea del Sud. Questo significa che molti altri Paesi potrebbero vedere la Corea del Sud come inaffidabile», ha spiegato. «Saremo visti come se ci fossimo piegati alle minacce della Cina».

Ostruzioni continue

Mentre Shen Yun si esibisce nei migliori teatri del mondo, tra cui il Lincoln Center di New York e il Palais des Congrès di Parigi, in Corea del Sud i principali teatri sono legati al governo. Di conseguenza, il Pcc ha preso di mira i teatri direttamente e attraverso il governo sudcoreano.

Le minacce di Pechino hanno spaziato dal rifiuto dei visti, ai danni economici, e alle ripercussioni diplomatiche sin dalla creazione della compagnia artistica, nel 2006, con visite o telefonate di funzionari cinesi o l’invio di lettere per esercitare pressioni.

Nel 2009, l’Universal Arts Center di Seoul ha rescisso il contratto 12 giorni prima dell’esibizione di Shen Yun. Gli organizzatori locali hanno poi appreso che l’ambasciata cinese aveva minacciato di non rilasciare i visti al personale della sede e alla troupe dell’Universal Arts Center.

Sipario della Shen Yun Performing Arts World Company al National Theater of Korea di Seoul, Corea del Sud, il 19 febbraio 2023. (Kim Guk-hwan/The Epoch Times)
Sipario della Shen Yun Performing Arts World Company al National Theater of Korea di Seoul, Corea del Sud, il 19 febbraio 2023. (Kim Guk-hwan/The Epoch Times)

«Non stiamo cercando di rendere le cose difficili a Shen Yun. Ma il governo cinese ci infliggerà danni per decine o centinaia di miliardi, quindi cosa possiamo fare?», ha riferito Bohee Park, vicepresidente allora in pensione della Fondazione Tongil, proprietaria del teatro, ai presentatori locali di Shen Yun, aggiungendo di augurare a Shen Yun «successo».

In un incidente che ha suscitato l’attenzione internazionale nel 2016, l’ambasciata cinese ha scritto almeno due volte al Korean Broadcasting System, che possiede la sede della Kbs Hall a Seoul, chiedendo di cancellare il contratto con Shen Yun prima dell’esibizione della compagnia in quella sede.

La Kbs, in quanto maggiore emittente nazionale, aveva «stabilito rapporti di cooperazione amichevole con media come la Cctv», hanno dichiarato i funzionari cinesi, secondo una delle lettere datate a gennaio e ottenute da Epoch Times. Hanno poi chiesto alla sede di negare l’accesso a Shen Yun sulla base delle «relazioni Cina-Corea».

L’emittente si era adeguata, nonostante fossero già stati venduti migliaia di biglietti. Nella battaglia legale che ne è seguita, un tribunale di Seoul ha inizialmente dato ragione a Shen Yun, ma ha ribaltato la decisione solo due giorni prima dello spettacolo, affermando che il possibile contraccolpo economico cinese per la Kbs era di gran lunga superiore al danno reputazionale e finanziario che la compagnia avrebbe subito.

Louis Ahn, coordinatore di Shen Yun per la Corea del Sud con sede a San Francisco, ha dichiarato che il Pcc ha esercitato «forti pressioni» dietro le quinte che hanno interferito con la decisione del tribunale.

Il caso della Kbs è una delle tante cancellazioni improvvise e inversioni di rotta da parte dei teatri locali che la compagnia artistica newyorkese ha subito nel Paese durante le sue tournée mondiali negli ultimi 17 anni.

Nel dicembre 2012, mentre i membri del Consiglio metropolitano di Seoul raccoglievano le firme per sostenere lo spettacolo di Shen Yun al Sejong Center, il vicesindaco di Seoul per gli affari politici Kim Young Ju aveva dichiarato agli organizzatori locali di Shen Yun che la città aveva deciso di bloccare lo spettacolo «in considerazione delle relazioni tra Corea e Cina» e che firmare la lettera di raccomandazione non sarebbe servito a nulla, secondo quanto ha raccontato in seguito Jung Chan Lee, membro del Consiglio, ai presentatori locali di Shen Yun. L’affitto non è andato a buon fine, con «profonda delusione» del signor Lee.

Ma, sebbene le sfide non siano mai mancate, l’anno 2022 ha segnato una svolta in peggio. In tutto, 13 teatri locali affiliati al governo alla fine hanno voltato le spalle a Shen Yun, compreso uno che aveva un rapporto decennale con la compagnia.

Louis Ahn, coordinatore di Shen Yun di San Francisco per la Corea del Sud. (Per gentile concessione di Louis Ahn)
Louis Ahn, coordinatore di Shen Yun di San Francisco per la Corea del Sud. (Per gentile concessione di Louis Ahn)

Secondo gli organizzatori, l’Incheon Culture and Arts Center ha negato a Shen Yun una richiesta di locazione per uno spettacolo del febbraio 2023 dopo che il possibile deterioramento delle relazioni con la Cina era stato sollevato in una riunione interna al municipio.

I funzionari cinesi apprezzano da tempo che il governo coreano «segua i loro ordini», ha dichiarato il signor Ahn.

«Si inchinano sempre a loro», ha affermato, parlando del comportamento dei funzionari coreani nel passato.

‘Il punto debole di una libera democrazia’

L’ansia dei funzionari locali e del personale del teatro non sorprende Lee Ji-yong, professore di studi sulla Cina presso l’Università Keimyung di Daegu.

La paura di perdere il lavoro, di danneggiare le relazioni diplomatiche con la Cina o di subire perdite finanziarie ha portato all’autocensura, ha spiegato.

«Tutta la società coreana deve studiare il volto della Cina nelle proprie azioni», aggiunge.

All’inizio del 2019, quando i presentatori di Shen Yun hanno contattato il Sejong Center, il più grande centro artistico e culturale di Seoul, per un potenziale affitto, il direttore ha affermato che sarebbe stato licenziato se avesse approvato il contratto. Il governo coreano era a conoscenza della questione e il Sejong Center non era autorizzato a concedere l’approvazione a Shen Yun senza il permesso dei vertici, ha precisato Lee Ji-yong.

Gli agenti cinesi studiano da vicino «i punti deboli di una libera democrazia», continua. «Si concentrano su di essi. E funziona».

La situazione nella Corea del Sud ha attirato l’attenzione internazionale.

Il Dipartimento di Stato Usa, in tre rapporti distinti – due sulla libertà religiosa internazionale e uno sui diritti umani nella Corea del Sud – ha sottolineato la questione del blocco degli spettacoli di Shen Yun da parte della Corea del Sud e l’influenza del Pcc.

«Il teatro ha agito dopo aver ricevuto una lettera dall’ambasciata cinese», ha scritto il Dipartimento di Stato, riferendosi alla cancellazione di Shen Yun alla Kbs Hall.

Ad agosto, la deputata Michelle Steel (R-California) ha scritto al signor Yoon dicendosi «allarmata nel constatare che ci sono tentativi da parte del [Pcc, ndr] di esercitare influenze per impedire gli spettacoli nella Repubblica di Corea».

La Steel ha scritto che «la Repubblica di Corea, in quanto nazione libera e democratica, è stata uno dei più importanti alleati degli Stati Uniti nella promozione dei valori condivisi dall’umanità».

«È dovere dei governi democratici difendere la libertà di fronte all’oppressione», ha dichiarato la signora Steel.

Il signor Lee, che ha studiato a fondo la politica e l’economia cinese, ha dichiarato che vedere la portata dell’influenza cinese nel suo Paese gli «spezza il cuore».

Vuole che il tacito silenzio dell’interferenza cinese – come quello mostrato dai blocchi contro Shen Yun nella Corea del Sud – sia reso pubblico alla popolazione sudcoreana.

«Se perdiamo la nostra libertà, perdiamo tutto», ha dichiarato.

 

Articolo inglese: South Korea Blocks US Performing Arts Company, Raising Concerns Over Chinese Influence

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