La Calunnia di Apelle, rivolgersi alla verità divina nell’era della disinformazione

L’era dell’informazione ha portato anche una massiccia dose di disinformazione. Le informazioni disponibili sono talmente tante che è difficile capire cosa sia vero e cosa sia falso e, per questo motivo, alcuni di noi potrebbero essere vittime di quelle che chiamiamo «fake news».

Non sono solo i media a diffondere informazioni errate. Anche un collega, un amico o un familiare lo fa. In particolare, qualcuno potrebbe diffondere bugie su di noi. Come ci si deve comportare in queste circostanze? Il dipinto Calunnia di Apelle del pittore rinascimentale italiano Sandro Botticelli potrebbe offrire qualche spunto.

Calunnia di Apelle, di Sandro Botticelli. tempera su tavola, 1496 circa. (Dominio pubblico, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia)

La storia di Apelle dello scrittore greco Luciano

Prima di interpretare il dipinto di Botticelli, è necessario sapere qualcosa su ciò che lo ha ispirato.

Botticelli si ispirò alla storia dell’antico pittore greco Apelle, che era considerato uno dei più grandi pittori del suo tempo. Era così famoso, infatti, che alcuni dei suoi contemporanei divennero gelosi di lui. Uno di questi artisti di nome Antifilo, cercò di rovinare Apelle dicendo al re Tolomeo I che il famosissimo artista era coinvolto in una cospirazione ai suoi danni.

Per questo Apelle fu gettato in prigione e quasi giustiziato. Alcuni resoconti suggeriscono che Apelle dipinse la Calunnia come argomentazione a favore della sua innocenza, ma non è chiaro come avrebbe potuto farlo in prigione. Altri suggeriscono che Apelle fu liberato dopo che i veri cospiratori testimoniarono a favore della sua innocenza. In ogni caso, Apelle dipinse un’opera di nome Calunnia a causa della diffusione della disinformazione.

Una delle poche descrizioni conosciute della Calunnia di Apelle fu offerta dallo scrittore greco Luciano. Circa millecinquecento anni dopo, Botticelli si sarebbe imbattuto nella descrizione di Luciano del dipinto di Apelle e avrebbe cercato di ricrearlo lui stesso a partire dalla sola descrizione.

La Calunnia di Apelle di Sandro Botticelli

Ignoranza e Sospetto sussurrano falsità nelle orecchie d’asino di Tolomeo I. Particolare della Calunnia di Apelle di Sandro Botticelli; tempera su tavola, 1496 circa. (Dominio pubblico, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia)

Nella Calunnia di Apelle Botticelli reinterpreta la descrizione della pittura di Apelle fatta da Luciano. Un gruppo di 10 figure è dipinto in un ambiente di fregi ornati e classici che raffigurano storie del cristianesimo e della mitologia greca su colonne che si aprono su un tranquillo paesaggio marino.

Invece di dipingere il re Tolomeo come arbitro del destino di Apelle, Botticelli dipinse il re Mida. Nella mitologia greca, Apollo trasformò le orecchie di Re Mida in orecchie d’asino quando Re Mida osò affermare che Pan era un musicista migliore di Apollo. Nel quadro di Botticelli, all’estrema destra della composizione, il Re Mida è rappresentato con le orecchie d’asino.

Due donne tendono le orecchie del Re Mida e gli sussurrano le bugie su Apelle.

Rancore conduce Calunnia che trascina Apelle seminudo a terra; Calunnia porta una torcia simbolo di falsa illuminazione ed è abbellita da Perfidia e Frode. Particolare della Calunnia di Apelle di Sandro Botticelli; tempera su tavola, 1496 circa (Dominio pubblico, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia)

Re Mida tende la mano verso la rappresentazione del Rancore, dipinto come una figura maschile in abiti neri. Con la fronte aggrottata il Rancore punta le dita verso gli occhi di Re Mida come per accecarlo.

Il Rancore conduce per un braccio la rappresentazione della Calunnia, una donna vestita di bianco e blu. Tiene una torcia in una mano e tira per i capelli un Apelle quasi nudo. Due donne, che rappresentano la Frode e la Perfidia, adornano i capelli di Calunnia con trecce e fiori.

Rimorso guarda Verità che indica il cielo. Particolare della Calunnia di Apelle di Sandro Botticelli; tempera su tavola, 1496 circa. (Dominio pubblico, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia)

Dietro queste figure, vestita di nero, c’è una figura femminile più anziana chiamata Rimorso. Guarda Verità, che indica e guarda verso il cielo mentre si copre modestamente.

Le fasi della disinformazione

Per poter comprendere questo dipinto e per comprendere la disinformazione, è necessario innanzitutto avere un’idea più profonda di ciò che queste figure rappresentano.

Il fatto che il re Mida sia stato sostituito dal re Tolomeo I colora notevolmente la storia. Non si tratta più solo di un crimine contro un artista, Apelle, ma coinvolge anche Tolomeo in un peccato contro il divino. L’incapacità del re Mida di giudicare adeguatamente la gara musicale tra Apollo e Pan suggerisce che egli non era disposto o era incapace di riconoscere la verità e l’eccellenza divine. La sua presenza in questo dipinto può persino simboleggiare la resistenza alle verità divine.

Le due donne, Ignoranza e Sospetto, sussurrano alle orecchie d’asino di Re Mida, simbolo della punizione divina inflitta a Mida per la sua incapacità di discernere correttamente il divino. Il fatto che le due donne sollevino le orecchie dell’asino per sussurrare ad esse ribadisce l’ignoranza e il sospetto con cui Re Mida giudica la verità divina. L’ignoranza e il sospetto di Mida lo portano a giudicare male sia nella gara tra Apollo e Pan sia in questo caso in cui è in gioco la vita di Apelle.

L’ignoranza e il sospetto sulle verità divine sono l’inizio della disinformazione di Mida. L’ignoranza e il sospetto lo portano anche a sporgersi in avanti e a indicare la figura di Rancore.

Il «rancore» suggerisce un sentimento di risentimento e animosità di lunga data. E il fatto che Rancore rappresenti un sentimento di risentimento di lunga data anziché un momentaneo errore di giudizio suggerisce diverse cose. In primo luogo, suggerisce il potere della nostra ignoranza e del nostro sospetto nel portare e mantenere il risentimento e l’animosità nel tempo.

In secondo luogo, suggerisce che questo dipinto riguarda un atteggiamento verso il divino che va oltre il momento della prigionia di Apelle; suggerisce che questo dipinto riguarda il risentimento e l’animosità di lunga data verso le verità divine.

Infine, il linguaggio del corpo di Rancore – il fatto che la sua mano si protenda verso Mida come se volesse attaccargli gli occhi o oscurargli la vista – suggerisce anche che il risentimento e l’animosità di lunga data possono alla fine rendere ciechi per l’odio verso la verità.

Rancore conduce Calunnia per un braccio, il che suggerisce che il risentimento e l’animosità sono precursori della calunnia. La calunnia rappresenta la rappresentazione maliziosa e falsa di qualcosa allo scopo di danneggiarne la rappresentazione. Perfidia e Frode abbelliscono Calunnia, il che suggerisce che la calunnia deve essere abbellita se si vuole credere alle sue bugie.

Calunnia tiene anche una torcia in mano. Una torcia rappresenta tipicamente l’illuminazione e la conoscenza. In questo caso, però, la cosiddetta illuminazione di Calunnia non è la controparte dell’ignoranza, bensì sostiene l’ignoranza. La sua fiamma suggerisce che le sue falsità sono scambiate per verità illuminanti.

Finora, sembra che Botticelli abbia dipinto per noi le fasi che si verificano quando si diffonde la disinformazione. In primo luogo siamo ignoranti e sospettosi della verità, e non di qualsiasi verità, ma delle verità divine. In secondo luogo, la nostra ignoranza e il nostro sospetto della verità ci fanno sviluppare un risentimento e un’animosità di lunga data nei confronti della verità divina, e questo ci impedisce ulteriormente di vedere la verità. Infine, con la verità divina così completamente oscurata, accettiamo facilmente la disinformazione come se fosse la verità.

Verso l’amore per la verità

Che cos’è dunque la verità secondo la pittura di Botticelli? Botticelli dipinge due rappresentazioni della verità: la prima è Apelle, la seconda è la Verità stessa. Apelle, come la Verità, è quasi completamente nudo. Tutte le altre figure del dipinto sono completamente vestite, ma Apelle e la Verità sono esposti, il che ci fa capire che si stanno presentando in modo autentico e integro.

Inoltre, Apelle pone le mani in preghiera. Nonostante l’assalto di menzogne intorno a lui, non si rivolge a nessuna delle altre figure. Non si rivolge a Calunnia per spegnere la sua fiamma, né si inchina ai piedi di Mida per implorare la sua vita. Prega, invece, e questo suggerisce che riconosce una verità autentica al di là del suo ambiente immediato. Suggerisce anche che la verità non può essere trovata in questo baccano che resiste al divino, ma deve essere trovata nel Divino stesso.

Calunnia tira Apelle per i capelli con l’altra mano. Tira Apelle dietro Rancore verso Mida per giudicarlo. Naturalmente, qualsiasi giudizio espresso da Mida su Apelle non sarebbe basato sulla verità, perché Mida è circondato da tante rappresentazioni di falsità e disinformazione, ed è lui stesso una rappresentazione di qualcuno che viene ingannato e manipolato.

All’estrema sinistra della composizione, la Verità guarda e indica il cielo. Essendo una rappresentazione della Verità, sembra che Botticelli la faccia puntare direttamente verso il luogo in cui crede che risieda la verità, ovvero Dio in Cielo. Nonostante tutto ciò che accade ad Apelle di seguito, la rappresentazione della Verità gli ricorda che la Verità vera e propria esiste presso il divino, al di là di questa ondata di disinformazione.

Il rimorso guarda la Verità mentre si dirige lentamente verso il re Mida. Possiamo presumere che il Rimorso si dirigerà verso il re a un certo punto, quando tutte le altre figure si saranno disperse. Concentrandosi sulla Verità, il Rimorso smaschererà le bugie e la disinformazione e confonderà Mida con appunto il rimorso di essere stato vittima di calunnie. Alla fine, presumiamo, la verità prevarrà.

In mezzo a tanta disinformazione, come possiamo rivolgerci a Dio per discernere ciò che è vero e ciò che è falso? Come possiamo allinearci alla verità nonostante le falsità che potremmo dover sopportare? Come possiamo imparare a vivere con l’amore per la verità divina?

 

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Articolo in inglese    Toward the Love of Divine Truth in the Age of Misinformation: ‘Calumny of Apelles’

 
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