Investimenti cinesi via dagli Usa

È noto come la guerra economica di Pechino punti all’egemonia mondiale tramite investimenti e diversi tipi di azioni commerciali. Ma recentemente la traiettoria è cambiata: il mirino del Pcc si è spostato dagli Usa all’Europa.

Il 23 maggio, la sottocommissione per l’Europa, all’interno della commissione Esteri della Camera degli Stati Uniti, ha tenuto un incontro di geopolitica a cui sono stati invitati tre esperti di Cina. Obiettivo: capire le strategie ostili applicate dal Drago Rosso e le intenzioni reali del Partito Comunista Cinese nello scacchiere globale.

Il presidente della commissione, Dana Rohrabacher, ha rivelato come il Pcc stia manipolando i mercati valutari e gli accordi commerciali col mondo occidentale, rubando proprietà intellettuale americana e influenzando i mass media.
Inoltre, il progetto ‘One Belt One Road’ è arrivato alle porte dell’Europa. Presentato dal Pcc come progetto di aiuto e sostegno per i Paesi emergenti, e «per aprire una nuova Via della Seta moderna», si è dimostrato in realtà utile soprattutto per indebitare e rendere dipendenti da Pechino i Paesi debitori, facendo ottenere alla Cina una posizione dominante negli scambi internazionali. Gli investimenti cinesi arrivati in Europa, sono solo una parte della strategia complessiva, che mira al totale controllo delle economie di vari Paesi del mondo. E dopo il controllo economico arriverà quello politico.

Phillipe Corre, ricercatore della Carnegie International Peace Foundation, ha affermato che la notevole quantità di risorse strategiche europee già fagocitate dal Pcc, è piuttosto preoccupante: «Proprio due settimane fa, la China Three Gorges Corporation , con 11 miliardi di dollari ha comprato Energias de Portugal (la maggiore azienda di fornitura elettrica del Portogallo) comprese tutte le filiali in America, Spagna e Brasile. Il governo portoghese dichiara di lasciar decidere al mercato. Ma che cosa significa dare completamente in mano a un’azienda statale cinese un produttore di elettricità di un membro dell’Unione europea e della Nato? Quali saranno le conseguenze? Cosa comporterà questa situazione per la sovranità e la sicurezza nazionale del Portogallo e per le organizzazioni di cui fa parte?».

Phillipe Corre ha spiegato anche che, dopo il 2008, la Cina ha modificato ampiamente il modello degli investimenti diretti in Europa. Da allora, infatti, le cifre investite sono aumentate costantemente: dagli 840 milioni di dollari del 2017, si è arrivati ai 42 miliardi dollari del 2018.
Dai dati di Bloomberg, gli investimenti totali in Europa, incluse le M&A (Mergers & Acquisitions, Fusioni e acquisizioni, ndr) e quelli per i terreni edificabili, sono arrivati a 318 miliardi di dollari – 45 per cento in più rispetto alla cifra investita in America. Sono già 360 le compagnie europee acquistate dal regime comunista cinese.

Gordon Chang, studioso, analista e noto autore del libro The Coming Collapse of China, ha dichiarato che Pechino sta cercando di aprirsi una strada sicura per entrare in Europa, in seguito ai forti ostacoli trovati negli Stati Uniti, che hanno iniziato a bloccare i suoi tentativi di acquisire – con ogni mezzo – la tecnologia sensibile.

Huawei è un esempio tipico: l’azienda cinese è nota per avere una forte relazione con l’esercito del regime cinese, e per questo motivo è stata ‘sbattuta fuori’ dagli Stati Uniti. Huawei ha compensato invadendo il mercato europeo: ha investito oltre un miliardo di dollari in Europa, e il 35 percento del suo guadagno ora viene proprio dal nostro continente. Appare evidente come Huawei adotti la stessa strategia del Pcc: penetrare nella tecnologia europea tramite gli investimenti.

Lo scorso 8 maggio, gli organi di propaganda del regime cinese hanno annunciato che sono state fondate due nuove grandi aziende nella città di Chengdu, e che è stato creato un fondo di un miliardo di yuan (circa 135 milioni di euro) «per promuovere il trasferimento tecnologico tra Cina e Europa».

Il 18 dicembre 2017, durante il discorso sulla Strategia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti 2017, Donald Trump ha dichiarato: «Lavoreremo con i nostri partner per contrastare il commercio sleale e le pratiche economiche del Partito Comunista Cinese e limitare l’acquisizione di tecnologia sensibile». Ma Gordon Chang ha fatto notare tuttavia che non sarà facile lavorare con i partner europei, per diversi motivi. Prima che l’America sia in grado di sensibilizzare e influenzare positivamente l’Europa, per fermare l’acquisizione tecnologica da parte del Pcc, sarà prima necessario che gli stessi politici statunitensi comprendano bene i rischi di tale acquisizione. Attualmente, ancora molti addetti ai lavori vedono gli investimenti del Pcc come ‘sani’ e non diversi da tutti gli altrie fanno fatica ad immaginare i rischi collaterali e i ‘secondi fini’ celati dietro di essi.

 

 

 
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