Il Primo Ministro italiano è solo contro l’immigrazione illegale di massa?

Di Rocco Loiacono

Rocco Loiacono è un accademico di diritto di Perth, Australia, ed è traduttore dall’italiano all’inglese. Il suo lavoro su traduzione, linguistica e diritto è stato ampiamente pubblicato su riviste peer-reviewed.

 

Il numero totale di arrivi illegali in Italia ha raggiunto quest’anno quota 100 mila: il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La crisi dell’immigrazione clandestina che ha colpito l’Europa è ulteriormente precipitata quando oltre 6 mila persone sono arrivate in barca sulla piccola isola di Lampedusa, a metà strada tra la Tunisia e l’Italia, per un totale nel 2023 di 100 mila arrivi, il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il primo ministro italiano Giorgia Meloni è stato eletto con il programma di fermare questi arrivi illegali, ma ha dovuto affrontare un’opposizione dura e caparbia da parte dei suoi oppositori politici in Italia e nell’Ue.

La Meloni sa che una volta che i migranti mettono piede nel Paese è praticamente impossibile deportarli ovunque. Quindi la sua politica è stata orientata in primo luogo a impedire loro di raggiungere l’Italia.

In un’intervista televisiva, la Meloni aveva  dichiarato: «Allora la soluzione non è prendere gli africani e spostarli in Europa. La soluzione è liberare l’Africa da certi europei che la sfruttano e consentire a queste persone di vivere di ciò che hanno».

Fin dalla sua elezione, la Meloni ha cercato di far capire agli altri leader europei che la crisi dell’immigrazione clandestina non può essere lasciata da risolvere a un solo Stato. Il Regno Unito sta affrontando un problema simile, con decine di migliaia di persone che proprio quest’anno hanno attraversato la Manica in barca dalla Francia.

Nel caso dell’Italia, gli sbarchi provengono dalla Tunisia, Paese in bancarotta e sull’orlo del collasso. Il suo presidente, Kais Saied, eletto nel 2019, ha sospeso la democrazia nel 2021 e da allora governa per decreto.

Ogni Stato fallito è quindi un terreno fertile per la criminalità organizzata e, in questo caso, per i trafficanti di esseri umani.

Nessun cambiamento sul campo

Nel mese di luglio, la Meloni ha tenuto un vertice a Roma. Come risultato dei suoi sforzi, l’Unione Europea, alla presenza della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha firmato a Tunisi un accordo con il presidente Saied in cui prometteva di dare 105 milioni di euro alla Tunisia per fermare le barche.

Ha inoltre concesso alla Tunisia 150 milioni di euro in aiuti come prima tranche di un pacchetto di aiuti e investimenti promesso di 1 miliardo di euro.

Poco dopo, la Meloni è intervenuta al vertice della Fao a Roma: «Il nostro obiettivo è garantire il diritto di tutti a non emigrare, cioè a vivere in pace nella propria terra».

Eppure le barche non si sono fermate. Perché?

Per diverse ragioni.

Innanzitutto Tunisi non ha ancora ricevuto un solo euro dei fondi promessi dall’Ue.

Come riporta il quotidiano italiano il Giornale, i deputati di sinistra dell’Ue a Bruxelles stanno facendo giochi politici, bloccando i fondi, affermando che l’accordo costituisce un inutile tentativo di controllare le frontiere esterne mentre bloccare le partenze di migranti illegali dalla Tunisia costituisce «una violazione dei diritti umani».

Quindi il traffico di miseria umana attraverso pericolose traversate marittime, organizzato dalla criminalità organizzata, non è degno di condanna?

Il fatto è che, come ha scritto l’autore Nicholas Farrell in The Spectator, gli arrivi non provengono da zone di guerra in Africa. I primi tre Paesi in questo senso sono Guinea, Costa d’Avorio e Tunisia.

Nel frattempo, senza i fondi promessi, Tunisi non può pagare i membri della guardia costiera e delle altre forze di sicurezza responsabili del rispetto dei patti di sicurezza concordati con l’Italia per fermare le imbarcazioni.

È sabotaggio?

Una figura chiave in questa debacle è l’ex primo ministro italiano di sinistra, e ora commissario per l’Economia sotto la Von der Leyen, Paolo Gentiloni.

In altre parole, gli oppositori politici della Meloni stanno facendo tutto il possibile per ritardare l’attuazione dell’accordo, sabotandolo anzi, in modo da danneggiarla politicamente.

Non dimentichiamo le parole della stessa Von der Leyen prima della vittoria elettorale della Meloni lo scorso anno, secondo cui Bruxelles avrebbe «punito un governo italiano che viola il consenso sulla politica sociale dell’Ue».

Nonostante gli sforzi della sinistra italiana e dei suoi alleati dell’Ue, quest’anno i tunisini sono comunque riusciti a fermare circa 40 mila arrivi, rispetto ai soli 15 mila dell’intero 2022.

Un altro fattore che non può essere ignorato è la riluttanza di altri Stati membri dell’Ue, in particolare Francia e Germania.

Così come i francesi lasciano attraversare la Manica (se i tunisini possono fermarli, perché non possono farlo i francesi?), non vogliono assumersi la responsabilità degli arrivi illegali dal versante italiano.

I francesi hanno appena annunciato che stanno raddoppiando le misure per fermare i migranti illegali che attraversano l’Italia. La polizia francese li ferma nella città di Mentone, il primo grande centro dopo il confine con l’Italia, e li rimanda oltre confine nella città di Ventimiglia, lasciando che sia l’Italia a occuparsi di loro.

Allo stesso modo, solo quest’anno la Germania ha accolto 1.022 arrivi, contro i 120.000 dell’Italia.

Eppure il commissario Gentiloni e i suoi seguaci tacciono su questi abusi sotto la sorveglianza di Emmanuel Macron e Olaf Scholz.

Il fatto è che sotto il predecessore di Gentiloni, l’esponente della sinistra Matteo Renzi, nel 2017 è stato firmato con la Libia un accordo simile a quello firmato con la Tunisia, che ha ridotto i flussi di migranti illegali.

Come ha affermato la stessa Meloni, gli esponenti della sinistra italiana ed europea, per ragioni ideologiche o, peggio, politiche, stanno facendo ostacolo e di tutto per far fallire il lavoro che si sta portando avanti. Il loro desiderio è rendere inevitabile l’immigrazione clandestina di massa.

Le prossime elezioni parlamentari europee sono previste per maggio 2024. La sinistra sa che se la Meloni riuscisse a fermare l’immigrazione clandestina, le possibilità della sinistra di vincere lì, o in qualsiasi altra elezione, sarebbero notevolmente ridotte.

Pertanto, farà tutto il possibile per garantire che non ci riesca.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times

Articolo in inglese: Does the Italian PM Stand Alone Against Mass Illegal Migration?

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