Il presidente del Cio critica la Cina per i commenti su Taiwan e lo Xinjiang

Di Eva Fu

Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio) Thomas Bach ha rimproverato Pechino per i commenti su Taiwan e Xinjiang.

Pechino deve «rimanere politicamente neutrale», ha dichiarato Bach in una conferenza stampa il 18 febbraio, il giorno dopo che un rappresentante dei Giochi di Pechino ha affermato che «c’è una sola Cina al mondo» (negando quindi l’indipendenza di Taiwan). Il funzionario aveva anche respinto le accuse sulla repressione del regime nello Xinjiang, definendola una semplice «menzogna».

«Non abbiamo ignorato questo problema», ha risposto Bach quando gli è stato chiesto delle dichiarazioni del funzionario cinese. Siamo stati in contatto con il Bocog subito dopo questa conferenza stampa«, ha detto, usando l’acronimo di Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici di Pechino. «E poi, entrambe le organizzazioni, Bocog e Cio, hanno ribadito il loro impegno inequivocabile a rimanere politicamente neutrali come richiesto dalla Carta Olimpica».

Anche nel loro tono misurato, le osservazioni di Bach sono state insolite, data la generale riluttanza del Cio a mettersi contro Pechino.

Il tutto è nato quando Yan Jiarong, la portavoce delle Olimpiadi di Pechino, ha interrotto l’atteggiamento di evasività che i funzionari di Pechino avevano mantenuto per oltre due settimane su argomenti politicamente delicati: «C’è solo una Cina al mondo e Taiwan è una parte inalienabile della Cina», ha dichiarato il 17 febbraio durante l’ultimo briefing regolare prima della chiusura dei Giochi di domenica. I commenti sono stati fatti dopo che il portavoce del Cio Mark Adams ha fornito una risposta ambigua alla domanda se Taiwan avrebbe partecipato alla cerimonia di chiusura.

La partecipazione di Taiwan, ha poi affermato Yan, è una questione su cui «dobbiamo davvero prendere una posizione solenne».

Il Partito Comunista Cinese ha sempre rivendicato Taiwan, un’isola democratica autogovernata, come provincia cinese. Negli ultimi mesi il regime ha intensificato le sue intimidazioni militari sul territorio, un atto che ha fatto scattare l’allarme su un potenziale conflitto militare nella regione.

Taiwan gareggia alle Olimpiadi e ad altri eventi sportivi internazionali come ‘Taipei cinese’ sotto l’insistenza di Pechino. Sebbene l’isola non abbia inviato funzionari del governo ai Giochi e non avesse in programma di presentare i suoi atleti alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, ha cambiato la sua decisione su insistenza del Cio.

Yan è intervenuta anche quando il portavoce del Cio Adams è stato interrogato su se fosse sicuro che le divise degli atleti non provenissero dai lavori forzati nello Xinjiang, dove oltre 1 milione di musulmani uiguri sono rinchiusi nei campi di detenzione. «Il cosiddetto lavoro forzato nello Xinjiang è una bugia inventata da certi gruppi deliberati», ha risposto Yan, aggiungendo la linea spesso ripetuta secondo cui la parte cinese è «contro la politicizzazione dello sport».

Adams ha risposto che le divise fornite dallo sponsor cinese Anta – che ha dichiarato apertamente di utilizzare il cotone dello Xinjiang nei suoi prodotti – non contenevano cotone, quindi ha evitato un’altra domanda sul fatto che il Cio sia a suo agio nel rappresentare il marchio che ha potenzialmente contaminato i prodotti sugli scaffali: «Ad essere onesto non sono a conoscenza di quei prodotti di cui parli, ma sono sicuro che potrò dare un’occhiata domani», ha detto Adams, aggiungendo però che il Cio era «molto orgoglioso del proprio sponsor Anta».

Adams è stato altrettanto equivoco quando un giornalista ha suggerito che la stessa Yan avesse «politicizzato» i Giochi con la rivendicazione della sovranità su Taiwan, dicendo: «Ci sono molte opinioni su ogni sorta di cose in tutto il mondo, ma il nostro compito è assicurarci che i giochi prendano luogo e la magia dei giochi possa rivelarsi».

Venerdì Taiwan ha criticato Pechino per «aver utilizzato la sede olimpica per condurre propaganda politica impropria».

I commenti del funzionario cinese «hanno gettato un’ombra sullo spirito pacifico incarnato dagli anelli olimpici», ha affermato il ministero degli Esteri taiwanese in una nota.

La riluttanza di Adams a contestare le affermazioni di Yan ha portato anche critiche da parte di gruppi per i diritti umani: «Penso davvero che la conferenza stampa di ieri in un certo senso ci abbia detto tutto ciò che dovevamo sapere sui giocatori coinvolti», ha affermato Sophie Richardson, direttrice cinese di Human Rights Watch con sede a New York. «Il Cio ne esce solo con un aspetto assurdo e patetico e come negazionista e il governo cinese sembra prepotente».

La Richardson ha anche evidenziato la scelta di Pechino di avere un atleta uiguro come ultimo tedoforo durante la cerimonia di apertura, cosa che l’ha sorpresa per tutte le «terribili» violazioni dei diritti umani da parte del regime e per la negazione degli illeciti. «Questo è come un dito medio per il resto del mondo: il governo che dice ‘Non mi interessa quello che dici, faccio quello che voglio fare’».

 

Articolo in inglese: IOC President Issues Rare Criticism of China Over Comments on Taiwan, Xinjiang

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