Il ciclone Salvini sconquassa Germania ed Europa

Di Emiliano Serra, Vincenzo Cassano

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha messo in chiaro che il caso dell’Aquarius non sarà isolato e che tutte le navi delle Ong «dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi».

«Buona giornata amici – scrive Salvini su Facebook – Mentre la nave della Ong Aquarius naviga verso la Spagna (arrivo previsto domani mattina) altre due navi di Ong con bandiera dell’Olanda (Lifeline e Seefuchs) sono arrivate al largo delle coste della Libia, in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti».

«Sappiano questi signori, che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi. Da ministro e da papà, lo faccio per il bene di tutti».

Su Twitter, la Ong Lifeline ha condiviso il post di Salvini e ha commentato, in tedesco «Quando i fascisti ci fanno promozione…». Ma Salvini non ci sta e risponde subito: «Una pseudo associazione di volontariato che dà del ‘fascista’ al vicepremier italiano? Questi non toccheranno mai più terra in Italia». La Lifeline a quel punto cancella il post e ritratta, anche se con una certa ironia: «No, @matteosalvinimi non è naturalmente un fascista. Ci è scivolato il mouse». Alla faccia della tolleranza, e del dialogo tra i popoli, verrebbe da dire.

In ogni caso, a quanto pare Salvini è specificamente avverso a quelle navi delle Ong che fanno da ‘taxi’ e che in qualche modo ‘aiutano’ i trafficanti di esseri umani. Il motivo di tali accuse è che, nell’interesse del salvataggio dei migranti, le navi di queste organizzazioni si prodigano con particolare zelo, talvolta andando anche a caricare i migranti che non sono in pericolo (facendo appunto da taxi). Rendendo più sicuri i viaggi, queste Ong salvano delle vite, ma – sostengono alcuni – incentivano ulteriormente i viaggi della speranza e fanno il gioco dei trafficanti, seppure involontariamente.

Il pugno duro di Salvini, in ogni caso, è destinato a provocare diverse reazioni in Europa e nel mondo. Anzi ne ha già provocate. Se l’Italia continuerà a rifiutare le navi delle Ong (che, secondo Repubblica, tra l’altro sembra si stiano già adattando alla situazione, trasbordando i passeggeri su altre navi) sarà da vedere se il nuovo governo di sinistra spagnolo vorrà davvero magnanimamente prendere tutti indistintamente. O se, più realisticamente, L’Unione europea si deciderà finalmente ad assumere una politica unitaria efficace, equa e umana.

Angela Merkel questo lo ha capito. E ha già da tempo aperto almeno all’idea di riformare le regole sull’immigrazione, così che l’Italia non ne sia troppo penalizzata. Il problema è che le aperture della Merkel (a capo di un partito di estrazione cristiano-conservatrice) non sono piaciute all’estrema destra tedesca, che rischia di ottenere ulteriori consensi. E persino l’attuale ministro dell’Interno tedesco, in aperto conflitto con la Cancelliera, invoca la linea durissima e incassa l’appoggio di Salvini.

La situazione è confusa, perché rischia di mancare l’equilibrio tra Paesi che vogliono accogliere e Paesi che non vogliono. Mentre finora tutto era stato molto comodo (per l’Europa) visto che l’Italia era il principale Paese (insieme alla Grecia) a praticare di fatto un servizio di accoglienza migranti di massa. E se nessuno vorrà accogliere, a quel punto la situazione diventerà a dir poco complessa. Per questo in molti ora temono che l’immigrazione (più che l’euro) potrebbe essere la causa scatenante della fine dell’Unione europea.

Nel caso Aquarium, Francia e Spagna non hanno perso tempo ad assumere il ruolo delle nazioni ‘umane’, in contrapposizione alla disumana Italia «fascista». La politica è fatta anche di parole (a volte troppe), per cui non bisogna impressionarsi troppo. Ma è indubbio che – una volta passata la buriana – ancora non è chiaro se certe nazioni europee persevereranno in questo atteggiamento, facendo seguire alle parole i fatti e portando a un riequilibrio delle quote di migranti; o se, invece, continueranno ad agire come hanno sempre fatto finora, respingendo la stragrande maggioranza dei migranti che bussano alle porte non (solo) dell’Italia ma di tutta Europa.

 
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