Il governo Biden vuole tracciare l’attività online dei cittadini americani | Ntd News

L’amministrazione Biden potrebbe collaborare con aziende private per tracciare l’attività online degli americani. Secondo la Cnn, il Dipartimento della Sicurezza Interna Usa sta discutendo un piano per monitorare le «discussioni estremiste» e le «idee» potenzialmente pericolose che circolano nel web.

Secondo la legge statunitense, il ministero degli Interni non può sorvegliare i cittadini senza un mandato. Ma una collaborazione con aziende private permetterebbe di aggirare questa limitazione.

Dal canto suo, l’esperto di sicurezza informatica Gary Miliefsky, membro fondatore del Dipartimento di Sicurezza Interna Usa e amministratore del Cyber Defense Media Group, ha dichiarato: «Penso sia totalmente immorale. E anche anticostituzionale».

Per Miliefsky, il modo più semplice per l’amministrazione Biden di ottenere dati sui cittadini statunitensi, senza chiederli ai servizi segreti, è comprarli da società private come i giganti dei social media. Che, in caso di problemi, farannno da capro espiatorio.

Questo e molto altro nell’ultimo servizio di Ntd News.

0:06​ Biden vuole tracciare l’attività online dei cittadini
2:33​ Uccisi per i loro organi
4:14​ Il prelievo forzato di organi in Cina
7:53​ Nuova organizzazione per la regolarità delle elezioni
8:57​ Il Texas riforma la legge elettorale
10:32​ Nuova legge elettorale anche in Florida
12:34​ Contro la teoria critica della razza
14:50​ Arizona, la contea di Maricopa sfida il Senato
16:07​ Xi Jinping, nuovo Mao?

Il prelievo forzato di organi in Cina

I senatori dello Stato del Texas hanno recentemente approvato all’unanimità una risoluzione che condanna il prelievo forzato di organi da parte del regime cinese. Uno specialista in trapianti di una clinica texana, Howard Monsour, ha spiegato perché questa risoluzione fosse indispensabile: «Dobbiamo farlo sapere. Dobbiamo fermare questa pratica».

Il medico ha testimoniato davanti ai senatori del Texas sul prelievo forzato di organi in Cina, raccontando che 10 anni fa un suo paziente, affetto da cancro al fegato, dopo essere stato rifiutato da vari centri di trapianto texani (per via delle scarse possibilità di sopravvivenza), si è recato in Cina, sostenendo di avere delle conoscenze.

Monsour ha dichiarato: «A quel tempo, non avevo idea di cosa stesse succedendo in Cina e di come questi organi venissero prelevati. E nemmeno lui aveva alcuna idea di quello che stava succedendo. Voleva solo vivere. Ed è andato a fare il trapianto».

Il paziente, tornato negli Stati Uniti, è morto comunque di tumore 8 mesi dopo.

In seguito, il dottor Monsour ha saputo del prelievo forzato di organi da prigionieri di coscienza, perpetrato dal regime cinese. Se lo avesse saputo prima, avrebbe sicuramente avvertito quel paziente, che spinto dalla disperazione, è stato coinvolto in questa orrenda pratica.

 
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