Goldman Sachs: riserve di capitale cinese minori di quanto dichiarato

Poco più di due settimane fa, la Banca popolare della Cina ha dichiarato che nel mese di ottobre le riserve ufficiali di valuta estera sono aumentate di 11.4 miliardi di dollari, la prima lettura positiva dopo mesi.

Epoch Times aveva dato il titolo «La fine dei deflussi?», ma la risposta molto probabilmente è negativa. Questo perchè i dati diffusi dalla Banca popolare della Cina (Pboc) semplicemente non permettono un quadro completo.

Ora la Goldman Sachs ha confermato questo sospetto: «In ottobre, le banche hanno venduto a non-banche 30 miliardi in Forex (contro i 115 miliardi di settembre). Questo è in contrasto con i dati Pboc rilasciati in precedenza che indicavano un incremento delle riserve complessive di Forex», hanno scritto gli analisti, citando i dati pubblicati dalla State administration of foreign exchange (Safe).

Poiché la Cina utilizza le banche statali per manipolare le valute, i dati del Safe sono più affidabili, in quanto riflettono anche l’uso di derivati finanziari.

Abbiamo già sottolineato come la Cina stia nascondendo i deflussi di capitali utilizzando dei contratti non monetari, in modo tale da far risultare un numero più alto di quello che è nella realtà. Si saprà meglio qualcosa quando i derivati della valuta matureranno.

Per illustrare l’effetto dei contratti derivati, la Goldman Sachs ha riferito che i 30 miliardi di dollari comprendono contratti maturati, che dovevano essere pagati in contanti in ottobre.

Non a caso, la Cina ha anche ridotto di 12.5 miliardi di dollari la quantità di buoni del Tesoro degli Stati Uniti che possedeva. Tuttavia questi dati riguardano settembre, un mese di pesanti deflussi in Forex. La Cina ora detiene 1.258 migliaia di miliardi in titoli di Stato americani.

Per Fraser Howie, autore del ‘Capitalismo rosso’, i deflussi di capitale sono una regolazione necessaria.

«Un anno fa, la Cina aveva circa 4 migliaia di miliardi di dollari in riserve valutarie. L’ho visto come il costo del non riformare. Questo è stato uno squilibrio integrato nel loro sistema, che non ha consentito alla loro valuta di stare a galla e non ha permesso alcune di queste volatilità», ha commentato Howie.

Dalla svalutazione del mese di agosto, la Cina è stata colpita da una forte volatilità. «È stato un grande shock perché non l’avevamo mai visto prima. O comunque è sempre stato in piccola scala», ha concluso. 

Articolo in inglese: ‘Goldman: China FX Outflow Persisted in October

 
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