Gli hacker-eroi che combattono l’Isis

Hacker contro l’Isis: in differenti Paesi, tra i quali Turchia, Indonesia, Kuwait e Iraq, degli hacker hanno messo in circolazione una lista con i numeri di telefono e gli indirizzi delle abitazioni di nove presunti reclutatori dell’Isis. Oltre a questo, uno dei pirati informatici che hanno fatto trapelare queste informazioni ha anche rivelato nei dettagli come l’organizzazione terroristica recluta i volontari utilizzando internet.

Secondo l’hacker, che opera con il soprannome ‘JhonJoe’, uno dei luoghi preferiti dai reclutatori dell’Isis per adescare nuovi membri, è Twitter. Quando i reclutatori trovano qualcuno che esprime opinioni simili a quelle dell’organizzazione, lo contattano con un messaggio diretto su Twitter.

«Abbiamo eseguito un’operazione sotto copertura per scoprirlo», ha detto JhonJoe in un’intervista su Twitter.

Una volta che i reclutatori hanno stabilito il contatto, cercano di convincere i loro obiettivi ad andare in Siria per combattere in nome dell’Isis. JhonJoe ha detto che i reclutatori «ti lasciano i numeri di telefono e gli indirizzi per finalizzare il contatto» e poi cercano di guidare le persone adescate per tutto il processo.

Qualora l’individuo contattato dovesse essere impossibilitato a viaggiare, il reclutatore lo tenta di convincere a lanciare attacchi terroristici nel posto in cui si trova.

JhonJoe ha fornito a Epoch Times una delle conversazioni che ha salvato, avute con un reclutatore dell’Isis con cui è entrato in contatto fingendosi in sintonia con l’ideologia dell’organizzazione. Il dialogo evidenzia i ragionamenti tra i due interlocutori riguardo al recarsi in Siria e al mettere in atto localmente degli omicidi.

Il reclutatore ha cercato di convincere l’hacker sotto copertura che «deve agire» e quando quest’ultimo ha detto che non avrebbe potuto andare in Siria, il reclutatore gli ha suggerito di «uccidere» la gente nella città in cui si trovava, dicendo: «Pugnalali, poi pugnala sempre più persone e dopo, continua a pugnalare fino a quando sono tutti morti».

JhonJoe fa parte di una più ampia operazione che è stata lanciata contro l’Isis da diversi gruppi di pirati informatici, in quella che viene chiamata #OpIsis. Tra i gruppi coinvolti ci sono GhostSec, CtrlSec e il collettivo di hacker Anonymous.

Le loro operazioni prendono tutte le forme – alcuni hacker mandano offline i siti dell’Isis, altri attaccano gli account dei membri dell’organizzazione sui social media e altri cercano di scoprire le persone fisiche dietro gli account informatici.

I principali membri del GhostSec hanno recentemente descritto parte del loro operato in un’intervista con Epoch Times. Il gruppo di hacker ha contribuito a prevenire un attacco terroristico in Tunisia e potrebbe aver impedito un attacco simile a New York.

Alcuni dei dialoghi tra gli hacker e i reclutatori possono farsi piuttosto accesi. Uno dei presunti reclutatori di terroristi dilettanti, che opera su Twitter con il soprannome ‘VancePedroso’, ha contattato gli hacker il 2 settembre, scrivendo:«@TheBinarySec Attaccate il mio account se ci riuscite, ‘kuffar’!» (La parola kuffar significa infedele).

Appena due giorni dopo, gli hacker hanno reso pubbliche le sue informazioni personali, compresi i suoi numeri di telefono e l’indirizzo di casa nelle Filippine.

Successivamente, gli hanno inviato un messaggio su Twitter, accompagnato dalla schermata della pagina delle comunicazioni sul sito dell’Fbi per metterlo al corrente del loro operato, comunicandogli: «La tua posizione è stata segnalata all’Fbi».

Alcuni dei gruppi di hacker si differenziano per la loro ideologia. Anonymous, per esempio, tende a essere più anarchico, mentre GhostSec fornisce attivamente informazioni ai governi sulle attività dell’Isis.

Tuttavia, sono uniti sotto un’unica bandiera per l’OpIsis (operazione Isis), condividendo la convinzione che porre fine ai canali online di reclutamento e propaganda dell’organizzazione terroristica significhi aiutare a proteggere le persone innocenti.

«La mia motivazione è quella di fermare la brutalità», ha detto JhonJoe, osservando che dopo che l’Isis ha giustiziato l’ex giornalista James Foley diffondendo poi il video dell’esecuzione, «sapevo che qualcuno doveva fermarli».

«Dedico il tempo libero della mia giornata a fare questo perché il mondo è in pericolo, l’umanità è in pericolo», ha detto. «In quando essere umano, è mio dovere prendere posizione».

Per saperne di più:

Articolo originale: http://www.theepochtimes.com/n3/1749260-hacker-trick-isis-agents-into-giving-their-phone-numbers-and-home-addresses/

 
Articoli correlati