Funzionario della dogana degli Usa di etnia cinese molesta gli artisti di Shen Yun

Di Eva Fu

Quando Teresa Du è entrata alla dogana dell’aeroporto internazionale O’Hare di Chicago l’11 marzo, non si sarebbe mai aspettata di trovarsi di fronte alla stessa propaganda d’odio che il Partito Comunista Cinese (Pcc) usa per perseguitare i credenti religiosi in Cina.

Ancor più preoccupante è il fatto che la propaganda provenisse da un funzionario della dogana statunitense, impiegato dalla Customs and Border Protection, un’agenzia federale che fa capo al Dipartimento di Sicurezza Nazionale.

Il funzionario parlava cinese con accento continentale, dando alla signora Du l’impressione di essere nato in Cina. Rivolgendosi ai colleghi, ha etichettato la signora Du – cittadina nata negli Usa e residente nel Texas – come «illegale». Perché? Per via del suo credo religioso.

Teresa Du, tour manager di Shen Yun Performing Arts. (Per gentile concessione di Magnifissance)

La signora Du è responsabile delle tournée della Shen Yun Performing Arts con sede a New York, i cui otto gruppi si esibiscono ogni anno in tutto il mondo. Il gruppo della signora Du era appena tornato da una tournée in Europa e si sarebbe dovuto esibire a Rosemont, nell’Illinois.

«Sono del Falun Gong. Sono politici. Sono illegali», ha dichiarato il doganiere ai suoi colleghi vicini, riferendosi alla signora Du e ai suoi colleghi artisti, come lei ha raccontato a Epoch Times. L’ha ripetuto più volte, creando un’atmosfera ostile.

Molti artisti di Shen Yun praticano il Falun Gong, una disciplina spirituale severamente perseguitata nella Cina comunista. Lì, gli aderenti al Falun Gong sono sottoposti a lavori forzati, torture e persino al prelievo forzato di organi. Essere «politici» (aggettivo) è un’espressione di propaganda che il regime usa spesso per attaccare il Falun Gong e gli altri dissidenti che il partito sottopone a persecuzione.

Il pubblico applaude gli artisti dei gruppi di Shen Yun Performing Arts durante la chiamata alla ribalta dello spettacolo al Boston Opera House il 23 gennaio 2015. (Edward Dai/Epoch Times)

Sentire queste parole pronunciate sul suolo americano è stato uno shock per la signora Du. L’aspra vicenda l’ha lasciata in lacrime.

La signora Du racconta che mentre il funzionario esaminava il suo passaporto americano, le parlava in cinese. Si è sentita a disagio ed è tornata a parlare in inglese.

Poi, le ha chiesto: «È sponsorizzata dal Falun Gong?». Dopo che la signora Du si è rifiutata di rispondere alla domanda, le ha permesso di passare.

«Sono una cittadina americana e sono nata in America […] Stavo ritornando a casa», prosegue. Ma «mi sono sentita come se stessi subendo un attacco e un abuso verbale».

Il deputato Brian Babin (R-Texas), repubblicano nello Stato di origine della signora Du, ha espresso sconcerto quando ha saputo dell’esperienza della signora Du e ha chiesto un’«indagine approfondita».

«È assolutamente ingiustificabile che questo accada negli Stati Uniti per mano di un funzionario americano», ha dichiarato a Epoch Times, aggiungendo che «il funzionario doganale dovrebbe essere licenziato immediatamente» se la denuncia si rivelasse accurata.

«Non dovremmo mai permettere che la Rpc, uno dei Paesi più repressivi del pianeta, abbia influenza sul nostro governo federale», ha precisato, usando l’acronimo della Repubblica Popolare Cinese.

L’Epoch Times ha contattato la Customs and Border Protection (Cbp) per porre domande sul presunto comportamento del funzionario. Un portavoce dell’agenzia ha dichiarato a Epoch Times che «il Cbp proibisce rigorosamente la profilazione sulla base della razza o della religione».

In merito ai commenti del signor Babin, il portavoce ha riferito che «il Cbp risponde direttamente ai membri del Congresso attraverso i canali appropriati». Il portavoce non ha risposto a una domanda che chiedeva se l’agenzia stesse conducendo una propria indagine sull’incidente.

Il deputato Brian Babin (R-Texas) interviene durante una conferenza stampa al Campidoglio degli Stati Uniti il 14 febbraio 2024. (Kevin Dietsch/Getty Images)

‘Richiamateli tutti’

La signora Du ha raccontato che il funzionario di lingua cinese si è rifiutato di lasciarla rimanere nelle vicinanze per aspettare altri artisti del suo gruppo, anche se, in qualità di tour manager, è responsabile della logistica e della traduzione quando necessario.

«No, non mi dica “signore, signore, signore”. So cosa sto facendo. Non sei autorizzata a venire qui», ha affermato il funzionario mentre si alzava dalla sua sedia e «iniziava ad avvicinarsi» a lei, secondo la signora Du. 

«Ero un po’ spaventata. Era molto aggressivo nei miei confronti» aggiunge. «Mi è sembrato che stesse passando alle mani».

Altri tre artisti di Shen Yun hanno raccontato a Epoch Times di aver assistito al comportamento del funzionario doganale di lingua cinese all’aeroporto.

Hanno riferito che in due casi, mentre gli artisti parlavano con altri funzionari doganali, l’uomo si è intromesso nel processo e in un caso ha cercato di raccogliere informazioni sulle strutture di formazione degli artisti a New York.

In un altro caso, un ballerino in coda lo ha sentito dire ad alta voce: «Queste persone sono del Falun Gong».

Anche dopo che il gruppo ha superato la dogana con un certo ritardo, secondo quanto ha raccontato la signora Du, due agenti della dogana li hanno fermati al punto di uscita, affermando che forse non potevano far entrare il gruppo perché, dicevano, «potrebbe essere illegale» per loro entrare negli Stati Uniti.

Il funzionario che parlava cinese, nel frattempo, stava suggerendo a un agente supervisore di «richiamarli tutti». Il superiore ha respinto l’idea come inutile e ha autorizzato il gruppo dopo un breve interrogatorio.

Passeggeri ritirano i loro bagagli al ritiro dopo l’arrivo all’aeroporto internazionale O’Hare di Chicago l’11 marzo 2022. (Scott Olson/Getty Images)

L’infiltrazione del Pcc desta preoccupazioni

La caccia ai dissidenti cinesi in territorio statunitense è da tempo una preoccupazione per i legislatori e le forze dell’ordine.

Proprio l’anno scorso, gli agenti dell’Fbi hanno arrestato due presunti agenti cinesi e li hanno accusati di aver tentato di corrompere un funzionario pubblico con decine di migliaia di dollari in un piano che aveva come obiettivo i praticanti del Falun Gong negli Stati Uniti.

John Chen, 70 anni, cittadino statunitense nato in Cina, e Lin Feng, 43 anni, cittadino cinese, hanno tentato di «manipolare il programma di denuncia dell’Irs, mediante la corruzione e l’inganno», per privare un’ente gestito e mantenuto da praticanti del Falun Gong del suo status di esenzione fiscale, secondo i documenti giudiziari resi noti il 26 maggio.

La sede dell’Fbi a Washington il 15 febbraio 2024. (Madalina Vasiliu/Epoch Times)

Secondo la denuncia, le informazioni presentate al fisco (Irs) erano «di fatto carenti e contengono una retorica simile alla propaganda che il governo della Rpc [Repubblica Popolare Cinese, ndr] usa per giustificare l’assoggettamento e le persecuzioni nei confronti dei membri del Falun Gong».

Le accuse fanno seguito anche all’arresto di due persone che avrebbero gestito una stazione di polizia segreta nella città di New York per conto di Pechino. Uno degli uomini, secondo il Dipartimento di Giustizia, ha organizzato controproteste a Washington per opporsi alle manifestazioni dei praticanti del Falun Gong durante la visita del leader cinese Xi Jinping negli Stati Uniti nel 2015.

 

Articolo in lingua inglese: Lawmaker: Investigate US Customs Officer Who Targeted Shen Yun Artists With CCP Propaganda

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