Funzionario cinese: Jiang Zemin ha ordinato il prelievo di organi

Un ex leader del Partito Comunista Cinese ha ordinato direttamente il genocidio spietato di un gruppo spirituale? Una telefonata registrata in segreto da un gruppo di investigatori che indaga sulle violazioni dei diritti umani in Cina potrebbe far luce su questa questione cruciale.

Nel 2000, nel settore cinese dei trapianti d’organi, ha iniziato a manifestarsi un’insolita vicenda: le esecuzioni dei trapianti d’organi sono aumentate vertiginosamente, sono stati aperti nuovi centri di trapianto e sono sorti numerosi siti web dove si promuovevano offerte di operazioni di trapianto di organi vitali con tempi di attesa di una settimana. Questo è un qualcosa di inaudito nei Paesi sviluppati, dove i tempi di attesa per un trapianto di fegato o di cuore sono spesso misurati in anni.

MISTERO DEGLI ORGANI

Per un certo periodo la vicenda si è rivelata sconcertante. La Cina non aveva alcun sistema di trapianti basato sulla donazione volontaria (come esiste nei Paesi sviluppati) e c’era la comprensione generale che tutti gli organi utilizzati nei trapianti provenissero dai prigionieri giustiziati – ovvero da condannati a morte a seguito dei crimini commessi. In Cina i loro organi venivano semplicemente prelevati e venduti.

Tuttavia nel corso del 2000, a differenza dell’aumento del numero dei trapianti effettuati, quello delle esecuzioni non è aumentato improvvisamente. In realtà i dati provenienti dal Duihua, un gruppo focalizzato sul rispetto dei diritti umani in Cina, mostrano nel corso degli anni una diminuzione generale delle esecuzioni.

Anni dopo, a partire dal 2006 e nel 2007, i ricercatori hanno compreso che cosa aveva generato questo improvviso incremento dei trapianti: nel 2000 si era creata una nuova e differente fonte di organi – quelli prelevati dai praticanti del Falun Gong, una pratica spirituale.

Il Falun Gong, una disciplina spirituale tradizionale che include la pratica di esercizi meditativi e l’apprendimento di insegnamenti morali, aveva raggiunto negli anni 90 in Cina una grande popolarità. Tuttavia nel luglio del 1999, il leader del Partito Comunista CineseJiang Zemin ha avviato una campagna per sradicare violentemente la pratica. Era diventata talmente popolare così velocemente che Jiang percepì il gruppo come una minaccia. Vide nella persecuzione un’opportunità per aumentare il suo potere nel Partito.

I ricercatori, sulla base dei dati forniti dagli ospedali, delle testimonianze, delle telefonate registrate in segreto, degli esami del sangue e di un insieme di altre prove, hanno constatato che a partire dal 2000 il Falun Gong stava diventando una fonte utile e primaria di organi per l’industria dei trapianti cinese. Gli organi dei praticanti del Falun Gong hanno alimentato un massiccio sviluppo di ospedali e di centri di trapianto appositamente dedicati. Tutto ciò ha dato vita un fiorente commercio di organi umani, alcuni dei quali sono stati venduti a pazienti stranieri per l’equivalente di oltre 80 mila euro.

Davanti a queste prove, una domanda che si è ripresentata in maniera assillante per tutto il tempo è stata se questa pratica dei prelievi si fosse diffusa così rapidamente in tutta la Cina a causa delle iniziative locali ‘imprenditoriali’ o perché era stato dato un ordine dall’alto.

UCCISIONE SU ORDINE VS UCCISIONE ‘NATURALE’

In assenza di qualsiasi prova documentale, la tesi predefinita è che la pratica dei prelievi si sia sviluppata per motivi ‘naturali’, come espresso in maniera pungente da Ethan Gutmann, il cui libro The Slaughter è dedicato a un attento esame della questione del prelievo degli organi dai praticanti del Falun Gong.

Tuttavia adesso c’è una telefonata – registrata in segreto – che sembra mostrare un’esplicita ammissione da parte di un ufficiale di alto rango dell’esercito cinese. Il funzionario lascia presagire che, piuttosto che essere un caso basato su un atto illecito a scopo di lucro diffusosi rapidamente, l’atto di uccidere decine di migliaia di praticanti del Falun Gong per i loro organi fosse in realtà un comando pervenuto dall’alto. Da Jiang Zemin stesso.

«A quel tempo, Jiang era il presidente. Era stato dato l’ordine di dare il via a questa pratica, il prelievo degli organi», ha detto l’ufficiale. Ha ripetuto che Jiang (che al momento era il presidente della Commissione Militare Centrale, l’organo del Partito che dirige l’esercito) aveva dato il comando: «Ho sentito dare l’ordine… di vendere i reni, fare i prelievi…».

Bai [il funzionario intervistato, ndt] viene messo al corrente che il suo investigatore ha sentito dire che «i dipartimenti logistici congiunti utilizzavano come donatori vivi un certo numero di praticanti del Falun Gong detenuti, è vero?», Bai risponde: «È così, così stavano le cose allora, ah, credo, almeno questo è quello che ricordavo, perché a quel tempo, dopo che il presidente Jiang emise l’ordine, tutti noi abbiamo ci siamo dati un gran daffare contro il Falun Gong».

Ha aggiunto: «Noi controlliamo direttamente le università militari di medicina che sono direttamente affiliate al Dipartimento di Logistica generale dell’Esercito di liberazione Popolo (Pla) e queste ricevevano ordini ripetuti, perché a quel tempo Jiang poneva molta attenzione a questa questione, si dedicò con molta enfasi a questa faccenda». L’intervistatore al telefono domanda: «Chi si è dedicato con molta enfasi a questa faccenda?». Bai risponde: «Jiang, è stato quando Jiang era al potere».

La telefonata dura diversi minuti. La voce inconfondibile è quella di Bai Shuzhong, ex ministro della sanità del Dipartimento di Logistica generale dell’Esercito di Liberazione del Popolo. Considerando che è un funzionario dell’esercito ben conosciuto, i video dei suoi discorsi sono ampiamente disponibili online per il confronto. La voce nella registrazione e quella di Bai Shuzhong sono identiche.

TELEFONATE DA GUERRIGLIA

Il modo in cui una squadra investigativa da guerriglia sia riuscita a contattare Bai Shuzhong al telefono e persino a iniziare rapidamente a discutere su tali informazioni sensibili alla politica, è un’altra questione.

Wang Zhiyuan, portavoce di New York per l’Organizzazione Mondiale per Indagare sulla Persecuzione del Falun Gong (Woipfg), un gruppo di ricerca che raccoglie e compila prove degli abusi contro la pratica spirituale e che ha effettuato la telefonata, non consente che la persona che ha effettuato la chiamata venga intervistata direttamente da un giornalista. Questo perché, ha detto, comprometterebbe l’identità del chiamante.

Wang non rivela se l’individuo fosse o meno in Cina. Tuttavia ha detto che il metodo utilizzato era stato affinato nel corso degli anni e che era stato attuato grazie ad insider che hanno fatto trapelare informazioni al loro gruppo.

In particolare in questo caso, il chiamante ha finto di essere un alto funzionario cinese che stava indagando sulla questione. «Era l’identità di un funzionario superiore – al quale Bai Shuzhong doveva rendere conto e qualcuno di cui aveva paura». Wang, alla domanda sul perché non abbia riconosciuto la voce, risponde: «Ci sono molti funzionari di alto livello in Cina. Non si erano mai conosciuti». Wang ha detto che avevano cercato attentamente le informazioni sui personaggi oggetto di indagine e il loro ruolo – a volte gli sforzi falliscono, i funzionari diventano sospettosi e riagganciano il telefono. Altre volte parlano liberamente.

Wang ha detto che, se l’autenticità della chiamata dovesse essere messa in discussione, la sua organizzazione potrebbe fornire, a un tribunale internazionale o ad altre autorità, ulteriori dettagli a dimostrazione che la telefonata è stata realmente effettuata, così come il numero chiamato e quello del chiamante. Altre telefonate che fanno passano per i centralini ufficiali cinesi, dimostrando l’esistenza di interazioni con gli operatori dei centralini e simili, e nessuna di queste a detta di Wang potrebbe essere simulata. Ha aggiunto che l’Woipfg non poteva rilasciare queste informazioni adesso perché avrebbero compromesso la loro possibilità di utilizzare nuovamente tali tecniche.

Inoltre ha osservato: «Se avessimo simulato la chiamata, Bai Shuzhong non potrebbe esporsi e dimostrare che stiamo dichiarando il falso? Sarebbe facile, non è vero? Perché non hanno detto niente?»

«UN GRANDE ASSASSINO»

Il leader del Partito Comunista Xi Jinping, sta attualmente conducendo una radicale purga dell’apparato del Partito e dell’esercito ed è chiaro agli osservatori che molti dei suoi obiettivi sono i funzionari associati all’ex leader Jiang Zemin. In questo contesto, sembra comprensibile che un funzionario che è sinceramente convinto di essere stato interrogato da un investigatore dell’esercito o da qualcuno di simile, rinnegherebbe Jiang.

Tuttavia, questo stile di condurre interrogatori – in cui si formulano le domande in modo da suggerire la risposta – non convince l’avvocato canadese per i diritti umaniDavid Matas, coautore di un libro che fornisce un resoconto rilevante sul prelievo di organi ai praticanti del Falun Gong da parte del Partito.

«Sono informazioni credibili, tuttavia non verificabili. Sono quel tipo di cose che sono di interesse», ha detto in un’intervista telefonica.

Matas ha aggiunto: «Per quanto mi riguarda, le prove delle uccisioni dei praticanti del Falun Gong per i loro organi sono abbastanza convincenti e sappiamo che tutti sanno che Jiang ha avviato la persecuzione contro il Falun Gong». La chiamata di per sé non stabilisce se questi crimini hanno avuto luogo – cosa che è già stata dimostrata – ha detto Matas – tuttavia «ci svela forse alcuni dei meccanismi di come accadeva, di ciò che faceva funzionare questa pratica».

Matas ha considerato la telefonata come indicativa e potenzialmente «incriminante», sebbene non di per se stessa «schiacciante». Ha aggiunto: «E non mi stupirei che Jiang Zemin avesse dato l’ordine, come parte della sua natura…è stato un grande assassino»

Articolo in inglese: Chinese Officer: Jiang Zemin Ordered Organ Harvesting

 
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