‘Free China’ a Prato: la meditazione della Falun Dafa davanti al sindaco Biffoni

Martedì mattina, invece di fare la meditazione a casa, alcuni praticanti della disciplina cinese della Falun Dafa hanno deciso di fare i loro esercizi davanti al Comune di Prato. Lo scopo, sollecitare una risposta positiva da parte del sindaco Matteo Biffoni sul patrocinio del Comune alla proiezione del film documentario ‘Free China, il coraggio di credere’, prevista al Castello dell’Imperatore il prossimo 15 giugno.

«Sarà il consiglio comunale a decidere», ha riferito Biffoni martedì durante un’intervista con Epoch Times.

Il film documentario racconta la storia di Jennifer Zeng, una donna di Pechino perseguitata e torturata dall’Ufficio 610 del governo cinese solo per essersi rifiutata di smettere di praticare la meditazione e di smettere di vivere secondo ‘verità compassione e tolleranza’, i principi della Falun Dafa. Questa disciplina di meditazione, che ha una tradizione millenaria, è brutalmente perseguitata dal governo cinese dal 1999.

«La Falun Dafa è completamente apolitica, e siamo qui a sostenere la presentazione del documentario che racconta la storia di un altro praticante del Falun Gong, il cittadino sinoamericano Charles Lee, che ha sofferto la persecuzione nei campi di lavoro forzato in Cina. Il film mostra una realtà che non tutti conoscono», ha detto Erica, una praticante che era davanti al Comune.

Matteo Biffoni ha sottolineato l’importanza del tema dei diritti umani nell’ambito del suo mandato a Prato, ma ha spiegato che la decisione di patrocinare o meno la proiezione del film Free China è anche una questione politica, girando quindi la palla al consiglio comunale, che si riunisce tutti i giovedi.

Il prelievo forzato di organi in Cina ai praticanti ancora in vita della Falun Dafa, documentato nel film del regista Michael Pearlman, è stato condannato dal Parlamento Europeo con una risoluzione nel dicembre 2013.

Nel 2006, sono emerse delle prove riguardo all’utilizzo dei praticanti del Falun Gong come banca vivente di organi per il lucroso commercio di organi in Cina. David Matas, avvocato canadese dei diritti umani, e David Kilgour, ex segretario di Stato canadese, hanno condotto un’indagine indipendente sulle accuse, raccogliendo prove e testimonianze.

In un resoconto del 2006 hanno dimostrato che solo tra il 2000 e il 2005 sono stati eseguiti dallo Stato cinese circa 41.500 trapianti in Cina, ma le fonti degli organi rimangono inspiegate. Sono arrivati poi alla conclusione che provenivano dai prigionieri di coscienza del Falun Gong.

Il 5 marzo 2014 al Senato è stata approvata una risoluzione per chiedere al governo cinese «l’immediato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza in Cina, ivi compresi i praticanti del movimento Falun Gong».

La presentazione di Free China a Prato è in programma per il 15 giugno al Castello dell’Imperatore. Per l’evento hanno già confermato la loro presenza alcuni senatori.

 
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