Fbi prende di mira azienda radiofonica cinese sotto copertura

Quando la Reuters ha pubblicato un articolo di cinquemila parole sull’indagine su una rete di stazioni radio segretamente legate ad alcune aziende controllate dal regime cinese, le autorità Usa hanno iniziato a indagare sulle società sospette presenti sul suolo americano.

Un’azienda californiana, la G&E Studio, è sospettata di utilizzare delle scappatoie nella legislazione degli Stati Uniti per agire come braccio di propaganda all’estero del regime cinese: al momento è oggetto di indagini distinte da parte della Commissione federale per le Comunicazioni (Fcc) e del Dipartimento di Giustizia degli Usa.

Gestita da James Su, nato a Shanghai e naturalizzato cittadino statunitense, la G&E Studio trasmette in oltre una dozzina di città americane. Sebbene l’azienda non possieda direttamente nessuna stazione negli Stati Uniti, ne ha in affitto due, una a Washington e l’altra a Philadelphia.

Le due stazioni, la Wcrw e la Wnwr, trasmettono programmi prodotti o forniti dalla G&E, che a quanto sembra, vengono prima filtrati e approvati dai censori del Partito Comunista Cinese. Tra questi, è inclusa una presa di posizione fortemente pro-Pechino riguardo all’attuale situazione di stallo tra Stati Uniti e forze navali cinesi nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale.

Secondo la legge degli Stati Uniti è illegale per i governi stranieri e per i loro rappresentanti essere titolari di licenze radiofoniche di emittenti americane o possedere direttamente oltre il 25 per cento della proprietà di una stazione radio.

Secondo quanto afferma la Reuters, una filiale dell’emittente statale cinese China Radio International (Cri) possiede il 60 per cento della G&E. Inoltre, James Su ha dichiarato alla Reuters in un’intervista dello scorso settembre, che attraverso svariate altre imprese, affitta o possiede la maggior parte del tempo di trasmissione di molte altre emittenti Usa, le quali trasmettono sia i suoi programmi che quelli della Cri.

Nell’intervista, Su ha anche affermato che lui e le sue aziende stanno agendo in conformità delle leggi degli Stati Uniti, incluso il Foreign agent registration act. Questa ordinanza richiede che chiunque negli Stati Uniti voglia influenzare la linea di condotta o l’opinione pubblica in favore di un’entità estera, ha l’obbligo di registrarsi presso il Dipartimento di Giustizia.

Tuttavia nel registro pubblico il nome di Su non risulta, così come quello delle sue aziende, nonostante la natura della loro programmazione. E quando nei giorni scorsi la Reuters si è rivolta sia all’Fbi che alle aziende di Su, due pagine web che descrivevano il loro rapporto con la Cri sono state cancellate.

I funzionari americani incaricati della sorveglianza dei media stranieri hanno dichiarato che fino al momento in cui la Reuters non li ha contattati, erano completamente ignari che una radio controllata dal regime cinese operasse all’interno degli Stati Uniti.

UNA RETE GLOBALE DI DETERMINISMO IDEOLOGICO

A parte la gestione delle radio di James Su negli Stati Uniti, i giornalisti della Reuters hanno investigato su reti simili in Europa e in Asia, scoprendo più di trenta stazioni radio connesse alla Cri in oltre 14 Paesi, tra i quali la Thailandia, il Nepal e la Finlandia. Le stazioni trasmettono nelle lingue locali così come in inglese e in cinese.

Secondo quanto specifica un rapporto del Project 2049 Institute, un think tank con sede a Washington, le organizzazioni di propaganda del regime cinese sono dirette e sostenute dal Dipartimento di politica generale dell’Esercito di liberazione del Popolo (Pla). Sulla base delle linee guida del 2003, il Pla segue «un approccio civile-militare di guerra politica, che integra le operazioni psicologiche, di guerra dell’opinione pubblica e dei media, e di guerra legale», che nella letteratura militare cinese vengono indicate come le ‘tre guerre’.

Le agenzie cinesi di copertura e le organizzazioni comuniste che operano oltre il territorio sotto il controllo del Partito, sono tenute in forte considerazione nelle strategie di guerra politica del Partito Comunista dal tempo della Seconda Guerra Mondiale, quando il Pcc era bloccato in una lotta violenta con l’allora dominante Partito Nazionalista Cinese. In seguito al ritiro dei nazionalisti sull’isola di Taiwan nel 1949, le organizzazioni e gli agenti comunisti hanno continuato a sovvertire l’opinione pubblica e a cooptare gli individui chiave.

Il compito di dirigere all’estero i media o le operazioni di gestione dell’opinione pubblica del Partito Comunista e di servire il Dipartimento di politica generale del Pla, è attualmente svolto dall’Ufficio di propaganda estera. Secondo il rapporto dell’Institute, lo scopo della propaganda diretta alla gente all’estero è quello di modificare «la percezione di un monopolio occidentale sui media internazionali», ma di fatto favorisce quelle «divisioni ideologiche all’interno delle comunità straniere che nella realtà sono viste come contraddittorie». E fa questo prendendo di mira «non solo le istituzioni della difesa, ma anche le organizzazioni civili diplomatiche, culturali, religiose e imprenditoriali».

 
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