Epidemia virus Zika, un pericolo sotto controllo?

La possibile associazione dell’infezione umana del virus Zika, con la comparsa di bambini nati con microcefalia, e l’aumento dei casi della neuropatia periferica che riceve il nome di sindrome di Guillain-Barre in luoghi dove c’è l’epidemia, ha causato di recente grave preoccupazione nei centri di salute pubblica di tutto il mondo. Per questa ragione la diffusione della notizia riguardo a quattro casi in Italia ha provocato il 24 gennaio un certo allarme.

Il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, ha dichiarato all’agenzia Ansa che questi casi «sono relativi alla Primavera del 2015, e ora i pazienti stanno bene. Tre di loro sono stati trattati allo Spallanzani ed uno a Firenze». Si tratta di persone che avevano viaggiato in Brasile.

Il Centro di Controllo della Salute Europea Ecdc ha emesso il 22 gennaio una valutazione del rischio del virus, concludendo però che finora non vi sono prove di un legame del virus Zika con queste due malattie: «La valutazione del rischio conclude che nonostante la crescente evidenza di un legame tra l’infezione intrauterina del virus Zika e gli esiti negativi della gravidanza, un nesso causale tra questi eventi non è ancora stato confermato. Si conclude inoltre che ulteriori studi epidemiologici sono necessari per valutare la forza dell’associazione tra la sindrome di Guillain-Barré e l’infezione da virus Zika. Nessuna nuova prova scientifica circa l’associazione di Guillain-Barré e l’infezione da virus Zika è stata pubblicata», afferma il documento.

In relazione ai casi citati in Italia, il virologo Fabrizio Pregliasco ha dichiarato, il 24 gennaio su Sky, che il virus Zika si conosceva dal 1947 ma solo ultimamente tra il Brasile e il Messico si sono verificati più di un milione di casi.

Ha sottolineato che «non è un virus cattivo – aggiungendo che – è importante dirlo perché più di un 25 per cento dei casi si manifesta in modo asintomatico, e la maggior parte sono una febbricola, degli esantemi, una manifestazione autorisolvente».

«Il problema – spiega Pregliasco, riguarda l’effetto – sui nascituri se la mamma è infetta; ed è un problema che sta emergendo legato alla diffusione di un vettore», segnalando la puntura della zanzara Aedes, la cosiddetta zanzara Tigre. «Sta rappresentando un problema di sanità pubblica che dobbiamo affrontare. Un discorso che non deve pensare in una prossima pandemia, come abbiamo assistito a quella dell’ebola, ma non va sottovalutato», ha concluso il virologo.

Nel frattempo, la Ecdc avverte che l’epidemia del virus Zika ha colpito alcuni Paesi e si sta diffondendo specialmente nelle Americhe. Dal 10 dicembre al 19 gennaio sono 13 i Paesi o territori aggiuntivi che hanno riportato casi confermati del virus in laboratorio per trasmissione autoctona, cioè dalla zanzara locale portatrice del virus. Negli ultimi due mesi la cifra ha raggiunto 22 paesi e nei ultimi 9 mesi sono in totale 27.

«La diffusione dell’epidemia del virus Zika nelle Americhe è probabile che continui con i vettori come le zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus, ampiamente distribuite lì», spiega la Ecdc.

Riguardo all’aumento significativo del numero di bambini nati con microcefalia, questi si sono verificati negli Stati a nord-est del Brasile.

ALTRE IPOTESI PER LA MICROCEFALIA IN BRASILE

Il governo brasiliano attraverso il Portalsaude, ha pubblicato i dati epidemiologici risalenti al 20 gennaio che indicano 3.893 casi sospetti di microcefalia nel Paese. La ricerca ha rivelato un totale di 224 conferme, 6 in relazione al virus Zika, e altre 282 che sono state scartate; la ricerca continua ancora con gli altri 3.381 casi sospetti di microcefalia.
In totale ci sono stati 49 casi di decesso a causa di malformazioni congenite. Sei di questi sono stati confermati con la presenza del virus Zika, tutti nel nord-est del Brasile, uno a Ceará, quattro in Rio Grande do Norte e un bambino con microcefalia in Minas Gerais.

«Questi risultati si aggiungono alle altre prove scientifiche ottenute nel 2015 e rafforzano il rapporto tra l’ipotesi dell’infezione da virus Zika e la presenza di microcefalia e di altre malformazioni congenite», indica il documento.

Il giornale Rivista Ecologica ha pubblicato, nel suo articolo del 25 novembre 2015, che secondo alcuni studi scientifici l’uso indiscriminato dell’erbicida 2,4 D, noto come Agente Naranja o 2,4-dichlorophenoxyacetic, ha una possibile relazione con l’aumento dei casi di microcefalia nel nordest del Brasile, aggiungendo che Leonardo Melgarejo, della Campanha Permanente contra os Agrotóxicos, ha a suo tempo messo in guardia sul fatto che la società era stata ingannata a proposito degli agrotossici.

A giugno 2015 l’Istituto di Ricerca del Cancro (Iarc) ha definito l’erbicida 2,4 D come possibile cancerogeno. C’è anche forte evidenza di stress ossidativo negli esseri umani, che causa un grave squilibrio a livello cellulare e dei tessuti.

Secondo la scienza medica, anche altri prodotti tossici nell’ acqua, o nell’ambiente, possono causare microcefalia, rare mutazioni e neuropatie, tra questi vi sono alcuni metalli e metalloidi.

SINDROME DI GUILLAIN-BARRE (GBS)

Secondo l’OMS la sindrome di Guillain-Barre (GBS) è una neuropatia periferica relativamente rara, che può verificarsi dopo la malattia infettiva comune causata da Campylobacter jejuni (un caso di GBS per tremila episodi infettivi) presenti nelle feci animali e nelle intossicazioni alimentari, ma anche da un’associazione temporale con la vaccinazione, come per esempio nel vaccino contro l’influenza suina e vaccini antirabbici realizzati con materiale proveniente dal cervello di coniglio o altri tessuti nervosi.

PREVENZIONE

La Ecdc raccomanda la prevenzione personale contro il virus Zika con misure simili a quelle applicate nelle infezioni del dengue e chikungunya. Alla luce della tendenza attuale della malattia, e la possibile associazione con gravi complicazioni pubbliche, indicano che le autorità sanitarie in Stati membri dell’UE/SEE dovrebbero prendere in considerazione la sorveglianza di casi importati, aumentare la consapevolezza dei casi clinici e la sua evoluzione, viaggiando nelle aree colpite dall’epidemia in modo da comprendere l’infezione da virus Zika. Chiede anche al personale della salute di considerare la diagnosi dei viaggiatori provenienti da zone colpite, come la febbre e/o eruzioni maculopapulari non attribuibili alla febbre dengue o infezioni da chikungunya. Per migliorare la vigilanza infine una diagnosi precoce dei casi importati dell’infezione e aumentare la consapevolezza tra ostetriche, pediatri e neurologi nell’UE/SEE.

Paesi del mondo che hanno confermato la presenza autoctona del Virus Zika (ECDC):

 

 
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