Elon Musk: ora le Big Tech sono «arbitro de facto della libertà di parola»

Di Li Hai

Elon Musk, Ceo di Tesla e SpaceX, ha dichiarato lunedì che le Big Tech sono ora «arbitro de facto della libertà di parola», riferendosi alla loro recente azione per mettere al bando il presidente Donald Trump.

Commentando su Twitter un articolo satirico intitolato Dittatore fascista malvagio censurato e cacciato fuori dal suo ufficio, Musk ha scritto: «Molte persone saranno super scontente con l’alta tecnologia della West Coast come arbitro de facto della libertà di parola».

L’articolo in questione è stato pubblicato da Babylon Bee, un sito web statunitense noto per i suoi articoli satirici.

Un utente di Twitter ha scritto: «L’alta tecnologia della West Coast deve fare una distinzione tra vietare i discorsi di odio e vietare i discorsi che odia». E Musk ha risposto: «Questa è una distinzione importante».

Un altro utente ha invece scritto: «Un dittatore non può essere censurato. Un dittatore è quello che fa la censura…».

Ad ogni modo, i commenti di Musk sono arrivati dopo che la settimana scorsa le Big Tech, ovvero i giganti tecnologici della Silicon Valley, si sono mossi coordinatamente per mettere al bando Trump e i suoi sostenitori, citando «il rischio di ulteriori incitamenti alla violenza».

Twitter ha sospeso definitivamente l’account di Trump l’8 gennaio. Nel frattempo, Apple e Google hanno rimosso Parler, una popolare applicazione di social media alternativa a Twitter, dai loro rispettivi App store. Amazon si è poi unita all’operazione per eliminare Parler revocandogli i servizi di web hosting.

Parler è stato criticato da quelle aziende tecnologiche per non aver oscurato contenuti «pericolosi e dannosi».

Un giorno prima della sospensione permanente dell’account di Trump da parte di Twitter, Michelle Obama ha chiesto pubblicamente alle Big Tech di bandire definitivamente Trump. Nel suo comunicato, Michelle ha dichiarato: «Ora è il momento per le aziende della Silicon Valley di smettere di permettere questo comportamento mostruoso, e di andare ancora più lontano di quanto non abbiano già fatto bandendo definitivamente quest’uomo dalle loro piattaforme e mettendo in atto politiche per evitare che la loro tecnologia venga usata dai leader della nazione per alimentare l’insurrezione».

Di fatto, l’operazione delle Big Tech è molto controversa. I sostenitori dicono che sono aziende private e hanno il diritto di farlo. Gli oppositori fanno invece notare che dittatori che sopprimono violentemente il loro popolo, come il venezuelano Nicolas Maduro e l’iraniano Hassan Rouhani, possono ancora usare Twitter, mentre Trump non può.

Ad oggi sono molti i leader mondiali che hanno denunciato la censura, con alcuni che l’hanno definita un abuso di potere e una minaccia alla libertà politica.

E in seguito alla messa al bando di Trump, Signal, Telegram Gab e altri servizi di messaggistica o social media hanno guadagnato molti nuovi utenti.

Il 7 gennaio, Musk ha scritto su Twitter «usate Signal», a seguito di un articolo che spiegava come WhatsApp costringe ora i suoi utenti a condividere i dati con Facebook, la società che possiede WhatsApp. Signal è un servizio di messaggistica crittografata molto simile a WhatsApp.

Musk ha anche rivelato di aver fatto una donazione a Signal lo scorso anno e che «donerà ancora». Peraltro, Musk è diventato la persona più ricca del mondo solo pochi giorni fa, superando Jeff Bezos, il fondatore e Ceo di Amazon.

 

Articolo in inglese: Elon Musk: Big Tech Is Now ‘De Facto Arbiter of Free Speech’

 
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