Cosa sbaglia Trump riguardo a Xi Jinping

Di Diana Cheng

L’autrice dell’articolo, Diana Cheng, scrive delle relazioni Usa-Cina per The Epoch Times.

 

Quando l’ex presidente Donald Trump è salito sul palco a Fort Dodge, Iowa, ha elogiato il leader del Partito Comunista Cinese Xi Jinping definendolo «forte», «intelligente» e «feroce».

Trump voleva fare un paragone tra il leader del Pcc e il presidente Joe Biden. «[Biden, ndr] si è avvicinato a un uomo che sembra un pezzo di granito, giusto, è forte come il granito, è forte, lo conosco molto bene: il presidente cinese Xi».

«Alla stampa non piace quando dico cose buone, ma cosa posso dire, lui gestisce 1,4 miliardi di persone con mano di ferro, e loro dicono: “Whoa, ha detto cose buone su di lui”. Semplicemente è una persona molto intelligente».

Queste affermazioni non solo sono fuorvianti, ma mettono a rischio l’eredità stessa del presidente Trump e il sostegno degli asiatici americani.

Che piaccia o meno Xi a livello personale, è il leader del Pcc, l’ultimo grande regime comunista. Sotto il regime comunista sono stati uccisi più di 80 milioni di cinesi innocenti, un numero di gran lunga superiore al bilancio delle vittime di tutte le guerre del secolo scorso messe insieme. E il Pcc non ha mai smesso di uccidere i suoi cittadini.

Xi ha avuto per anni l’opportunità di allontanare la Cina da un sistema comunista a uno democratico. Forse ci ha pensato, ma fino ad oggi non l’ha fatto. Invece, ha utilizzato il Pcc per consolidare ulteriormente il potere, legando il proprio destino a quello del Partito.

Negli ultimi anni ha pubblicato libri in difesa della leadership comunista e ha fatto sì che l’intero Paese leggesse i suoi libri, proprio come fece Mao con il suo Libretto Rosso.

Sotto il governo di Xi, cittadini cinesi innocenti come praticanti del Falun Gong, cristiani e dissidenti politici, continuano a essere imprigionati e molti torturati a morte. A settembre, una donna di 87 anni è stata condannata a tre anni di carcere per essersi rifiutata di rinunciare alla pratica del Falun Gong.

Xi ha dato la massima priorità alla stabilità del Partito Comunista, non alla stabilità dell’economia o alla vita quotidiana delle persone. Per paura di perdere il potere, il regime continua a reprimere le aziende private, a portare via la ricchezza degli imprenditori e a incarcerare gli influencer che si rifiutano di seguire la narrativa del Pcc. Inoltre, con le sue politiche draconiane di lockdown durante il Covid-19, ha distrutto il suo motore economico.

La maggior parte dei cinesi pensa a Xi come al contrario di «intelligente» e «forte».

Attualmente in Cina la metà delle persone guadagna meno di 1.000 yuan (circa 130 euro) al mese. Il piccolo gruppo di persone che guadagna molto sta cercando di trasferire la propria ricchezza fuori dalla Cina attraverso banche sotterranee. Gli investimenti stranieri fuggono dal mercato cinese. Nessuno si sente sicuro sotto il dominio del Pcc.

Come vedono Xi i cinesi? I cinesi chiamano Xi «l’acceleratore»: l’acceleratore che causa il declino dell’economia, l’acceleratore che fa invertire la rotta della Cina rispetto alla sua apertura al mondo, e l’acceleratore che porta il Pcc alla sua definitiva fine.

I comunisti hanno sempre visto la libertà come una minaccia. L’idea di libertà si oppone direttamente alla dittatura del regime. L’ideologia comunista ha infatti sempre visto la tradizione e la moralità umana come una minaccia, perché alla radice l’ideologia comunista disprezza l’umanità.

Il Pcc ha sempre considerato gli Stati Uniti il ​​suo più grande nemico; vede la nazione portabandiera del mondo libero come una minaccia. Negli ultimi 30 anni, grazie ai suoi legami commerciali con l’Occidente, la Cina ha guadagnato molti soldi e ha cercato di copiare la tecnologia e i sistemi militari statunitensi, ma senza cambiare il proprio sistema. Ha semplicemente approfittato del sistema di libero scambio per prolungare la durata del regime comunista.

L’ex leader del Pcc Deng Xiaoping ha sottolineato che i Paesi che hanno stretto amicizia con l’America si sono tutti arricchiti. La visita di Deng negli Stati Uniti nel 1979 e la strategia del regime di legarsi agli Stati Uniti e allontanarsi dall’Unione Sovietica salvarono la Cina dal collasso economico derivato dalla rivoluzione culturale degli anni ’60 e ’70.

Con la recente visita di Xi, ancora una volta, il Pcc sta cercando di salvare la propria economia dalla caduta libera.

Stringendo accordi con gli Stati Uniti, Xi spera di fermare il declino economico della Cina e stabilizzare la sua posizione.

Ma sta affrontando una crisi interna. La lotta politica interna è feroce. Recentemente sono stati rimossi ufficiali militari di alto livello. E Xi ha eliminato senza sosta i suoi avversari.

Con il recente declino economico, le voci popolari contro Xi stanno diventando sempre più forti. Durante il recente vertice dell’Apec, per la prima volta su così vasta scala, molte organizzazioni cinesi hanno esposto striscioni con slogan come «Il Pcc si dimetta» e «Xi Jinping si dimetta». Queste sono le voci non solo dei dissidenti stranieri, ma anche di persone in Cina che hanno chiesto loro aiuto per esprimere le loro opinioni.

Quando il presidente Trump era in carica, sembrava amichevole con Xi. Molte persone presumevano che facesse parte della sua strategia, insieme alle sue ben note capacità di negoziazione. Il presidente Trump ha dato un grande contributo agli Stati Uniti spostando l’attenzione dell’America dal Medio Oriente alla Cina. Sì, a quel punto, se gli Stati Uniti avessero continuato a farsi distrarre dal Medio Oriente e avessero concesso più tempo al Pcc, il Pcc avrebbe sventrato non solo la base manifatturiera degli Stati Uniti, ma anche la sua base tecnologica.

Nei rapporti con la Cina, il presidente Trump credeva che un buon accordo commerciale avrebbe cambiato la situazione. Ma il comunismo e i suoi regimi sono costruiti e sostenuti da menzogne. I comunisti non manterranno mai alcuna promessa né seguiranno alcun accordo. I comunisti sono feroci perché seguono un vero male che sta cercando di distruggere l’umanità.

Comprendere la minaccia del regime cinese solo da una prospettiva economica non è sufficiente. Per comprendere veramente la minaccia del Pcc, è necessario comprendere lo spettro comunista, la profondità del suo inganno e il pericolo che rappresenta per tutta l’umanità.

È pericoloso per un candidato alla presidenza degli Stati Uniti, una posizione che guida il mondo, non avere una chiara comprensione del comunismo in Cina. Il presidente Trump rischia di perdere il sostegno e i voti degli asiatici americani e di coloro che cercano un forte leader americano.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times

Articolo in inglese: What Trump Gets Wrong About Xi Jinping

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