Crolla la Borsa cinese: mezzo milione di investitori perdono i loro risparmi

«Nota del redattore: gli investitori, nel corso di tutto l’anno scorso e di quest’anno, hanno investito il loro denaro nel mercato azionario cinese, in gran parte fidandosi dei media ufficiali. Il Quotidiano del Popolo e altri giornali riportavano infatti che il mercato in rialzo cinese avrebbe aiutato a realizzare un grande ringiovanimento della Nazione cinese, il tanto decantato ‘sogno cinese’. A partire dallo scorso dicembre, l’autore di questo articolo, un giornalista esperto di finanza che scrive per China Business News, si è unito a un gruppo di speculatori di borsa di alto livello in una chat di QQ. Molti in questo gruppo hanno preso in prestito fino a circa 1,5 milioni di euro – molto più del loro capitale – per speculare. Questa è la storia di come hanno perso tutto a causa del crollo del mercato azionario, in una traduzione abbreviata dell’articolo di opinione di Zhou del 18 luglio ampiamente condiviso su  internet in Cina. 

«Questo è il massacro della classe media», commentava il 15 luglio 2015 il signor Hao, consulente finanziario di Chengdu. «Dei miei amici, anche quelli con un rapporto 1 a 1 tra contante e prestiti, hanno ricevuto una richiesta di pagamento di commissioni dai loro broker finanziari. Hanno perso l’intera ricchezza accumulata negli ultimi dieci anni. Stimiamo che almeno 500 – 600 mila investitori della classe media siano finiti sul lastrico in questo crollo del mercato azionario».

Il crollo del mercato azionario cinese, iniziato a metà giugno, ha prosciugato la ricchezza degli investitori che utilizzavano i conti a margine – denaro preso a prestito con titoli come garanzia – per investire nel mercato azionario. Da oltre sei mesi erano in uno stato di ipereccitazione: da quando l’indice Shanghai Composite era più che raddoppiato, dal primo agosto 2014 al 12 giugno 2015, mentre l’indice Shenzhen era quasi triplicato. 

Ora, però, hanno perso più denaro di quanto ne abbiano guadagnato e investito dopo averlo ricevuto in prestito. Il mercato ha eliminato questo gruppo di investitori nel modo più violento. 

Sono stato testimone di questo massacro. Nel dicembre 2014 mi sono iscritto in una chat room sugli investimenti su QQ, una piattaforma popolare su internet, chiamata ‘High End-Dragon Margine Group’ (ci limiteremo a chiamarlo Dragon Group). I due personaggi principali che hanno creato questo gruppo nel centro della provincia dell’Hunan, si fanno chiamare con i soprannomi Dragon e Gone-with-the-Wind. Il gruppo ha al suo interno anche una celebrità del mercato azionario, un certo Tao, che vive nel Sud-est asiatico. Questi tre sono i membri chiave del Dragon Group, e hanno attirato un grande numero di persone appartenenti alla classe media. 

Gone-with-the-Wind mi ha spiegato che il Dragon Group è stato istituito nel 2014 come una società di prestito di piccole e medie dimensioni con 150 milioni di yuan (21 milioni di euro) di capitale. A quel tempo i titoli azionari nazionali cinesi A-share salivano di prezzo, e ogni giorno sempre più persone si univano al gruppo. La maggior parte di loro aveva preso a prestito più di 500 mila yuan (73 mila euro). Alcuni avevano preso a prestito dai 5 ai 10 milioni di  yuan (720-1,4 milioni di euro). Il rapporto tra il capitale proprio e quello in prestito era generalmente di 1 a 4. 

GRANDI PERDITE AI PRIMI DI LUGLIO 

A partire dalla metà di giugno il gruppo ha iniziato perdere: in particolare, il 2 e il 3 luglio ci sono state delle grandi perdite, secondo Gone-with-the-Wind. Ma molti clienti erano ottimisti a causa delle misure di salvataggio annunciate da Pechino e credevano che il mercato si sarebbe ripreso. La sera del primo luglio, infatti, la Commissione di Regolamentazione e Sicurezza della Cina pubblicava tre annunci rassicuranti, secondo cui il mercato si sarebbe ripreso. Ma il mercato non ci ha creduto: il 2 luglio e il 3 luglio l’indice azionario di Shanghai è sceso rispettivamente del 3,48 e del 5,77 per cento. 

Il continuo calo ha causato ingenti danni al Gruppo Drago. Il 3 luglio quasi 20 conti del Gruppo Drago erano sul punto, o quasi, di chiedere le commissioni – richieste di vendita delle azioni o di versamento fondi aggiuntivi causate dal movimento dei prezzi. La maggior parte dei ‘trader’ del gruppo è rimasta in silenzio nei giorni successivi al crack. 

LA CADUTA DEL 9 LUGLIO

All’apertura la mattina del 9 luglio, le azioni A-share scendevano di molto e gli investitori restavano nuovamente pesantemente scottati. L’utente Steel consigliava di prestare attenzione ai propri conti, dal momento che le informazioni cambiavano così repentinamente. Il forte calo del 9 luglio finiva insieme all’ultima speranza di molti investitori, e molti clienti del Gruppo Drago erano costretti a vendere. 

Gli amici del signor Hao, che avevano un rapporto di 1 a 1 tra capitale proprio e denaro preso a prestito, sono stati costretti a vendere il 9 luglio. Hao ha spiegato che la maggior parte degli investitori erano rimasti completamente senza denaro: decine di anni di risparmi erano andati in fumo.

MIGLIAIA DI MILIARDI IN FUMO

Dal crollo di giugno, l’utilizzo di prestiti a margine per investimenti ha bruciato migliaia di miliardi di yuan, centinaia di migliaia di yuan a persona. Più di tutti hanno sofferto quelli che avevano preso prestiti margine sia da broker affidabili che, soprattutto, da ‘intermediari ombra’.

Forbes una volta stimava che l’investimento della classe media cinese, composta da quelli con denaro contante da investire tra i 96.480 e i 964 mila dollari, sarebbe diventato forte di 14 milioni alla fine del 2014. Se dai 500mila ai 600mila di loro se ne sono andati, significa che il crack ne ha spazzato via il 3 per cento.

Il giro d’affari dei prestiti di capitale, in preda all’avidità generale, si è espanso a dismisura con l’ultima ondata di mercato al rialzo. Secondo “Gone-with-the-Wind” questo tipo di attività è iniziato nel 2007, nonostante fosse permessa solo per singoli conti allora, quando non c’era niente di simile ai nuovi sistemi, che sono in grado di gestire automaticamente migliaia di conti.

Con il crollo di A-Shares nel 2007, l’indebitamento con capitale a prestito era scomparso. Ma nei primi mesi del 2014, questo business aveva lentamente ripreso a crescere. Ed era anche arrivato il pratico sistema HOMS, per gestire al meglio un numero elevato di conti. Gli intermediari – o borker – che lavorano a margine, hanno permesso ai clienti di condurre direttamente operazioni ad alto rischio dai loro conti: prima della fine del 2014, molti borker hanno permesso agli speculatori di prendere in prestito anche cinque volte in più del denaro che possedevano.

La società finanziaria debitrice che collaborava con “Gone-with-the-Wind” aveva acquisito sempre più clienti nel 2014. Secondo la sua analisi, il capitale in circolazione era di circa mille miliardi di yuan (162 miliardi di dollari) intorno al maggio 2015, molto superiore ai 500 miliardi di yuan (81 miliardi di dollari) indicati da alcune società di intermediazione mobiliare.

Ho contattato molti broker di prestiti margine e ho appreso che nel crollo del mercato azionario, l’80-90 per cento dei clienti della maggior parte delle aziende, e addirittura il 100 per cento in alcuni casi, hanno perso il loro capitale di investimento.

Più del 50 per cento dei clienti del Dragon Group hanno perso il proprio capitale, sotto il suo controllo rigoroso del rischio. Il signor Xia, celebrità della Shanghai Investment, ha osservato che l’ultimo giro di mercato al rialzo aveva attirato molti vecchi investitori. Hanno tutti perso denaro, e alcuni di loro hanno addirittura perso più di un miliardo di yuan (162 milioni di dollari).

I prestatori di capitale sono stati costretti a vendere una parte o la totalità delle loro azioni. Sono stati anche accusati di essere la causa principale di quest’ultimo crack. Prima si diceva che il motivo principale dell’crack fosse il sistema HOMS della Hundsun Technologies, che è in grado di controllare l’acquisto e la vendita di migliaia di conti. Alcuni addirittura indicavano Hangzhou, città sulla costa orientale della Cina e quartier generale di Hundsun, come il ground zero di questo disastro.

Ma altri ancora non la vedono così. Per “Gone-with-the-Wind”, ad esempio, questo tipo di accusa servirebbe solo a scaricare le colpe: secondo lui, in un mercato al rialzo, gli aggiustamenti sono inevitabili, ma la mancanza di coordinamento da parte del governo nel controllare il danno ha accelerato le perdite subite da parte dei debitori di capitale.

Zhou Yuanzheng è un giornalista esperto del China Business Times e un opinionista di rilievo.

Articolo originale: www.theepochtimes.com/n3/1617529-how-chinas-stock-market-crash-wiped-out-the-wealth-of-half-a-million/

 
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