Disastro di Tianjin, sotto inchiesta alto funzionario e dirigenti del Partito

Dopo l’esplosione a Tianjin, Yang Dongliang, responsabile nel condurre le indagini sul disastro, è stato visto mentre discuteva sui soccorsi in loco e visitava le famiglie dei feriti. È comparso anche in una foto di Xinhua, in cui si vede il premier cinese Li Keqiang mentre parla ai vigili del fuoco.

Il 18 agosto, a meno di 24 ore da un incontro del Consiglio di Stato (l’equivalente cinese di una riunione del Consiglio dei Ministri) a cui Yang aveva partecipato per discutere sulle operazioni di soccorso a Tianjin, il regime cinese ha annunciato che era stato messo sotto indagine. Lo stesso giorno i media di Stato hanno anche riferito che dieci dirigenti della società chimica coinvolta nelle esplosioni sono stati arrestati dalle autorità.

La notizia è arrivata dopo una richiesta da parte del regime di aprire un’indagine, i cui rapporti ufficiali del 12 agosto hanno indicato 144 morti e oltre 700 feriti. Ma potrebbe non essere finita, poiché secondo le autorità sono ancora disperse almeno 57 persone. Le esplosioni successive alla notte del 15 agosto hanno lasciato un enorme cratere nel terreno, incoraggiando i timori di una possibile diffusione di contaminazione tossica nella zona residenziale circostante.

Il 18 agosto l’agenzia anti-corruzione del Partito Comunista Cinese ha annunciato sul suo sito web che Yang Dongliang, capo dell’Amministrazione statale per la Sicurezza sul lavoro, è stato indagato per «gravi violazioni della disciplina e della legge», che nel gergo del Partito significa ‘corruzione’.

Sebbene queste accuse facciano pensare che Yang, 61 anni, venga epurato come capro espiatorio per le esplosioni, diversi media vicini allo Stato hanno invece pubblicato dei servizi per dimostrare il contrario.

Molte persone, tra cui gli alti quadri del Partito, avevano messo in luce alcune operazioni illecite di Yang quando era vicesindaco di Tianjin, dal 2009 al 2012, ha riferito Phoenix TV, emittente pro-Pechino di Hong Kong, che ha citato una fonte all’interno della filiale dell’agenzia anticorruzione di Tianjin. Le esplosioni recenti sono servite da buona «opportunità» per portarlo fuori dopo oltre sei mesi di «indagini segrete», ha affermato Phoenix Television.

Il purgare Yang non ha avuto alcun collegamento diretto con il disastro di Tianjin, secondo la rivista di business cinese Caixin, che cita un ‘insider’. Dello stesso parere anche Tencent, il gigante dell’internet cinese nonché proprietario di WeChat, che ha citato una fonte vicina alla Commissione centrale per l’Ispezione disciplinare, l’organismo anticorruzione del Partito.

Eppure diverse apparizioni pubbliche di Yang e la partecipazione a una riunione di alto livello poche ore prima della sua rimozione sollevano quesiti sui tempi del suo licenziamento e del suo impatto potenziale.

Solo pochi giorni prima, il Global Times, media nazionalista a conduzione statale, ha pubblicato un articolo che ha tentato di incolpare il governo centrale e i quadri locali per l’esplosione di Tianjin e per l’incompetenza dimostrata nel rispondere, affermando che «non sono bravi ad affrontare la voce pubblica». Il periodo di tempo che Yang ha trascorso nel governo provinciale di Tianjin certamente lo qualifica come uno dei destinatari.

Nel frattempo Caijing, rivista finanziaria cinese, ha riferito che dieci dirigenti della Rui Hai International Logistics, società che possiede i depositi esplosi nel disastro, sono stati arrestati dalla polizia. Yu Xuewei, presidente di Rui Hai, e il vice presidente Dong Shexuan sono stati arrestati il ??13 agosto, circa sei ore dopo l’esplosione. Inoltre, sono stati arrestati il presidente Li Liang, il vice presidente Cao Haijun, il capo funzionario finanziario Song Qi e il direttore generale Zhi Feng.

Secondo Caijing, 6 dirigenti sono detenuti presso il Centro di Detenzione n° 1 di Tianjin, mentre 4 sono in un ospedale.

    Per saperne di più:

Articolo in inglese: ‘Top Official, Company Executives Targeted After Tianjin Blast

 
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