Alibaba nomina presidente ex di Goldman Sachs per espandersi nel mercato

Alibaba, il più grande rivenditore online cinese, ha assunto un ex dirigente di Goldman Sachs. Lo scopo di questa mossa è molto probabilmente connesso al fatto che Alibaba voglia ingaggiare sempre più rivenditori internazionali per Tmall, la sua piattaforma business to consumer (da impresa a consumatore). 

Il nuovo presidente è il 56enne Michael Evans, in pensione dal 2013 dopo aver lavorato per più di 20 anni con Goldman Sachs, 7 dei quali a capo delle operazioni commerciali in Asia. Nel 2014 Evans era diventato membro del direttivo di Alibaba, dopo l’offerta pubblica iniziale della società negli Usa. 

«Nel momento in cui connettiamo Alibaba con il resto del mondo, stiamo diventando un leader internazionale indiscusso che sta collegando la Cina e il resto del mondo per la maggior parte della sua carriera», ha detto in un comunicato Jack Ma, direttore esecutivo di Alibaba.

Sebbene alcuni rivenditori globali non vogliano utilizzare Tmall per una serie di problemi, tra cui i timori che la reputazione di Alibaba per le merci contraffatte potrebbe danneggiare i loro marchi, alcuni dei marchi più prestigiosi del mondo utilizzano già questo sito per vendere agli acquirenti cinesi. 70 mila marchi cinesi e internazionali hanno già aperto i loro negozi virtuali, secondo alcune statistiche non ufficiali. 

ALLEATI POLITICI E LOTTE INTESTINE 

È risaputo che operare in Cina richieda di stare dalla parte giusta dei potenti. Prima che Xi Jinping diventasse leader della Cina, le persone leali all’ex leader Jiang Zemin controllavano strettamente la maggior parte dell’apparato statale e il mondo degli affari. Questa ex cricca, conosciuta come la ‘cricca di Jiang’, ha stretti legami con il gruppo Alibaba: Jack Ma non sarebbe potuto diventare ricco senza avere dei rapporti con questa cricca. 

Attraverso una campagna aggressiva di anticorruzione, Xi sta sistematicamente indebolendo il potere della cricca di Jiang, arrestando soprattutto alcuni ex funzionari governativi, tra cui Bo Xilai, ex ministro del Commercio, e Zhou Yongkang, ex segretario del Comitato per gli Affari politici e legali. Xi ha ripulito anche le imprese private, utilizzando la campagna anticorruzione come un pretesto per far arrestare le persone che vuole perseguire. 

A gennaio 2015 Xi ha esaminato minuziosamente Alibaba e la notizia ha fatto il giro del mondo. A gennaio l’Amministrazione statale per l’Industria e il Commercio, un potente organo cinese, ha pubblicato un libro bianco accusando Alibaba di non riuscire a frenare la vendita dei prodotti contraffatti sui propri siti e di tollerare altri tipi di attività illegali, tra cui la corruzione. Dopo che Ma si è incontrato con le autorità, l’e-commerce cinese aveva cancellato più di 27 miliardi di euro della sua capitalizzazione di mercato, e il libro bianco è stato poi rimosso dal sito web dell’Amministrazione statale per l’Industria e il Commercio. 

Sebbene Jack Ma sia il volto pubblico di Alibaba, le persone ordinarie della classe operaia cinese sanno a stento che questa società è controllata dai rampolli degli ex vertici del Partito Comunista Cinese, nonostante le compartecipazioni nella proprietà siano difficili da calcolare a causa della presenza di una rete di società di comodo offshore. Secondo un prospetto reso pubblico da Alibaba, gli azionisti della società sono Boyu Capital Fund I L.P., registrata alle Isole Cayman e appartenente al nipote di Jiang Zemin; Citic Capital Holdings di Liu Lefei, figlio di Liu Yunshan, attuale membro del Politburo e infine Cdb Capital di Chen Yuan, figlio di Chen Yun, fondatore del Pcc e alto funzionario protagonista con Deng Xiaoping dell’apertura della Cina al mercato negli anni 80. 

L’8 gennaio 2015 è arrivato un chiaro indicatore che Xi stava indebolendo di proposito la fazione di Jiang: Jiang Mianheng, magnate delle telecomunicazioni nonché figlio di Jiang Zemin, è stato licenziato da presidente della filiale di Shanghai dell’Accademia cinese delle Scienze. Questo in Cina può accadere solo grazie a una direttiva che proviene da una persona molto potente e influente. 

VENDERE SUI SITI DI ALIBABA IN CINA 

Amazon ha recentemente aperto un negozio su Tmall, com’era già per Costco Wholesale, Zara, Burberry Group, Gap, Nike e Reebok International. L’altro sito molto popolare di Alibaba, Taobao, che assomiglia a eBay, è tristemente noto per l’enorme contraffazione e il mercato non così trasparente: questo è il sito che è stato fatto saltare dal Libro bianco nel mese di gennaio. A maggio i marchi della Kering, tra cui Gucci e Yves Saint Laurent, hanno citato in giudizio Alibaba con l’accusa di trarre profitto dai prodotti contraffatti venduti attraverso Taobao. 

Alibaba promette periodicamente di combattere la contraffazione su Taobao. All’inizio di quest’anno, i media hanno suggerito che Alibaba starebbe costringendo i marchi a unirsi a Tmall; in cambio prometterebbe di sorvegliare Taobao in modo più rigoroso per contrastare le contraffazioni. 

Coach è stato il primo marchio di lusso internazionale a unirsi a Tmall all’inizio del 2012. Oggi i venditori non autorizzati su Taobao hanno conteggiato più di 26 mila prodotti di Coach; molti sono contraffatti e vengono prodotti in grandi quantità in Cina, così come i prodotti autentici, alcuni dei quali vengono trasferiti illegalmente ai rivenditori. 

Articolo in inglese: ‘Alibaba Enlists Ex-Goldman Sachs Exec to Navigate Global Expansion

 
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