‘A Christmas Carol’, superare l’avidità diabolica

Di Eric Bess

Abbiamo tutti incontrato persone avide e che sembrano non averne mai abbastanza, anche quando ne hanno in abbondanza. Alcuni di noi potrebbero essere perseguitati dal desiderio di avere di più: più soldi, più tempo, più affetto, più fama e così via.

A volte è difficile ricordare che veniamo al mondo senza niente e ce ne andiamo senza niente. Forse A Christmas Carol [Canto di Natale, ndr] di Charles Dickens e un’illustrazione di Arthur Rackham possono ricordarci l’importanza di superare la nostra avidità.

A Christmas Carol di Charles Dickens

In A Christmas Carol di Charles Dickens, Ebenezer Scrooge è noto per i suoi modi meschini e la sua avarizia. Anche alla vigilia di Natale, si rifiuta di condividere non solo la sua ricchezza con un ente di beneficenza, ma anche lo spirito natalizio con suo nipote. Invece, mantiene il suo cuore più freddo dell’inverno natalizio.

Tuttavia, la notte della vigilia di Natale, mentre Scrooge siede da solo nel suo freddo appartamento, riceve la visita del fantasma del suo socio in affari morto, Jacob Marley. Nell’aldilà, Marley è ora punito per la sua avidità e deve vagare per la terra appesantito da pesanti catene. Vuole aiutare Scrooge a evitare questo stesso destino e dice a Scrooge che sarà visitato da tre fantasmi.

Il fantasma del Natale passato è il primo a visitare Scrooge. Il fantasma gli ricorda le sue umili origini e gli mostra il suo passato da scolaro e apprendista. Il fantasma gli mostra anche la fine del suo fidanzamento con l’amore della sua vita, Belle, a causa della sua travolgente avidità. Scrooge si vergogna di sé stesso.

Successivamente, arriva il fantasma del Natale presente che porta Scrooge tra le vie di Londra in modo che possa vedere come tutti gli altri vivono il Natale. Scrooge riesce a vedere le cattive condizioni del suo impiegato, Bob Cratchit. La famiglia Cratchit mangia un pasto scarso per Natale e il figlio più giovane, Tiny Tim, soffre di una grave malattia. Il fantasma porta Scrooge anche a casa di suo nipote così che possa vedere la sua famiglia festeggiare il Natale senza di lui, e Scrooge è sopraffatto dall’emozione.

Infine, il fantasma del Natale futuro mostra a Scrooge la morte di un uomo misterioso. Scrooge origlia le persone lamentarsi dell’avidità e dell’aggressività del defunto. Due uomini d’affari discutono dell’avaro morto e uno dice: «Finalmente Old Scratch ha il suo, eh?», «Old Scratch» è uno pseudonimo per il diavolo. Scrooge viene portato in un cimitero, e qui si rende conto che è proprio lui il morto.

Sopraffatto, Scrooge chiede perdono. Non vuole morire, né vuole essere ricordato come un vecchio uomo d’affari avido e freddo. Promette di cambiare i suoi modi, di donare ampiamente e di trattare le persone con gentilezza.

In seguito, si sveglia improvvisamente nel giorno di Natale e, pieno della gioiosa abbondanza dello spirito natalizio, fornisce cibo alla famiglia Cratchit e visita la casa di suo nipote. Per il resto della sua vita, celebra con gioia la gentilezza e la carità del Natale in tutta Londra.

«Old Scratch ha finalmente il suo, eh?» 1915, di Arthur Rackham. Illustrazione. (Dominio pubblico)

«Finalmente Old Scratch ha il suo, eh?»

Arthur Rackham è stato un pittore inglese del 19esimo secolo che ha illustrato A Christmas Carol di Charles Dickens. In una delle sue illustrazioni, dal titolo Old Scratch has got his own at last, hey?, Rackham interpreta e raffigura una scena della visione rivelata a Scrooge dal fantasma del Natale futuro.

La composizione è dominata da due grandi figure: il tirchio Scrooge e il Diavolo. La figura a sinistra, Scrooge, guarda spaventato il Diavolo di fronte a lui.Il suo vestito, tutto stropicciato, sembra anch’esso tremare alla presenza del Diavolo. Stringe forte anche due sacchi di denaro, uno per mano.

Il diavolo si china leggermente verso Scrooge e fa un gesto con la mano per chiamarlo a sé. Nell’altra mano tiene uno strumento simile a un uncino che usa per catturare le sue vittime. È raffigurato come un mezzo animale, e la sua coda si alza e si avvolge intorno al polso come se persino lui stesso fosse tenuto prigioniero dai suoi desideri malvagi.

Sotto Scrooge e il diavolo ci sono i due uomini d’affari che parlano al funerale di Scrooge. Sono vestiti con lunghi cappotti e cappelli a cilindro. Comunicano e si stringono la mano. Possiamo presumere, in base al titolo dell’illustrazione, che uno stia dicendo all’altro: «Old Scratch alla fine ha avuto il suo, eh?».

Avidità diabolica

La storia di Dickens e l’illustrazione di Rackham possono darci un’idea della natura del diavolo e dell’avidità. Come accennato in precedenza, «Old Scratch» si riferisce al Diavolo e «suo» si riferisce a Scrooge. Quindi, l’illustrazione di Rackham raffigura il diavolo che si prende indietro Scrooge come sua proprietà.

Tuttavia, la frase dell’uomo d’affari e il titolo del dipinto suggeriscono che il diavolo non può prendere chiunque, ma solo quello che è suo. Cioè, il Diavolo può prendere solo quelli che sono come lui. E cosa rende Scrooge come il diavolo? Sicuramente, deve essere l’avidità.

L’avidità e la paura spesso si correlano l’una con l’altra, poiché la persona avida ha spesso paura di perdere o di non avere abbastanza di qualcosa. La loro paura li spinge a ottenere e ad accumulare di più; altrimenti, molto probabilmente non sarebbero avidi. A prima vista, sembra che Scrooge abbia paura del diavolo, e potrebbe davvero essere così. Ma, a un esame più attento, si potrebbe pensare che abbia paura di rinunciare ai sacchi di denaro che tiene così stretti tra le mani.

Anche di fronte alla morte e alla minaccia delle torture del Diavolo, Scrooge non può rinunciare ai suoi soldi. Il suo corpo trema nel tentativo di nascondere le borse dei soldi mentre il diavolo si avvicina. Questa avidità travolgente e divorante è ciò che rende Scrooge come il diavolo.

E anche il diavolo è avido. Nella tradizione cristiana, il diavolo era avido di potere, cosa per cui fù scacciato dal cielo. All’inferno, il diavolo è avido di anime e usa il suo strumento uncinato per imprigionare coloro che condividono la sua avidità. Anche la coda del diavolo, come se avesse una mente propria, gli avvolge il polso come il ceppo di un prigioniero. È come se la coda, la parte più bassa e animale di un essere consumato dall’avidità, riconoscesse l’avidità e cercasse di imprigionarla a sua volta.

Allora non è forse vero che non è semplicemente il diavolo che avvicina e imprigiona quelli come lui, ma è piuttosto l’avidità stessa che imprigiona coloro che la praticano, incluso il diavolo stesso?

Questo Natale è improbabile che i fantasmi ci visitino per aiutarci ad affrontare e a superare la nostra avidità. Allora come potremmo sfuggire alle sue catene? Le esperienze di Scrooge gli ricordarono di essere gentile, generoso e premuroso con coloro che lo circondavano. Forse, da questo Natale in poi, possiamo ricordare l’esempio di Scrooge e provare a fare anche noi lo stesso.

 

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Eric Bess è un artista e candidato al dottorato presso l’Istituto per gli studi di dottorato in Arti Visive (IDSVA).

 

 

Articolo in inglese: ‘A Christmas Carol’ and Overcoming Devilish Greed

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