«Ritengo che le tendenze più recenti della legislazione non solo italiana, ma anche unionale, dimostrino una sempre maggiore partecipazione dei Parlamenti nazionali alla produzione normativa europea mediante un rafforzamento dei principi di proporzionalità e sussidiarietà che sono in grado di valorizzare le specificità territoriali e di adattare al meglio le realtà nazionali con il territorio dell’Unione europea». Lo ha detto il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, in occasione del convegno «L’identità costituzionale europea: sfide attuali e prospettive future.
Riflessioni a partire dal volume ‘Judicial review, fundamental rights and rule of law. The construction of the european constitutional identity’», curato da Maria Grazia Rodomonte e Ludovica Durst, presso la sala del Refettorio di palazzo San Macuto. «Nel caso specifico della Camera si è registrato, soprattutto nella legislatura in corso, un incremento generalizzato delle attività svolte sia in Assemblea, sia in commissione, in relazione a progetti di atti legislativi dell’Unione europea esaminati nel merito e soprattutto ai fini della cosiddetta verifica di sussidiarietà, che è punto centrale e nodale», ha aggiunto Mulè, secondo cui «le due Camere italiane, attraverso una sapiente combinazione delle procedure previste dai Trattati, dalla legge statale e dai rispettivi Regolamenti, hanno consolidato il proprio intervento in tutte le fasi del processo decisionale dell’Unione, giungendo a rappresentare uno dei modelli più avanzati tra i Parlamenti degli Stati membri».