Mosca riconosce ufficialmente il governo talebano

La bandiera dell'Afghanistan presso l'ambasciata afghana, a Mosca, Russia, 4 luglio 2025.
Photo: REUTERS/Maxim Shemetov
Con l’accettazione formale delle credenziali del nuovo ambasciatore afghano, la Russia diventa il primo Paese a riconoscere ufficialmente il governo talebano insediatosi a Kabul nell’agosto del 2021.
In un comunicato, il ministero degli Esteri ha reso noto che Mosca intravede prospettive favorevoli per lo sviluppo dei rapporti bilaterali e intende continuare a sostenere Kabul nei settori della sicurezza, della lotta al terrorismo e del contrasto al traffico di stupefacenti. Nel testo si sottolineano anche significative opportunità di collaborazione economica e commerciale, in particolare nei comparti dell’energia, dei trasporti, dell’agricoltura e delle infrastrutture. Il ministro degli Esteri afghano Amir Khan Muttaqi ha dichiarato che «questo passo coraggioso della Russia è molto apprezzato e potrà rappresentare un esempio anche per altri Paesi».
Finora nessuno Stato aveva riconosciuto ufficialmente l’autorità talebana, insediatasi nell’agosto 2021 a seguito del disastroso ritiro delle truppe americane dopo vent’anni di guerra. Alcuni Paesi, tra cui Cina, Emirati Arabi Uniti, Uzbekistan e Pakistan, hanno tuttavia già nominato ambasciatori a Kabul, avviando un processo che potrebbe preludere a un riconoscimento formale, indicativo di un progressivo avvicinamento. La decisione di Mosca rappresenta un passaggio cruciale per l’attuale amministrazione afghana, che vuole superare l’isolamento internazionale in cui si trova.
Ora si guarda a Washington, che ha congelato miliardi di dollari appartenenti alla banca centrale afghana e imposto sanzioni contro alti esponenti talebani, contribuendo all’esclusione dell’Afghanistan dal sistema finanziario internazionale.
Ora si guarda a Washington, che ha congelato miliardi di dollari appartenenti alla banca centrale afghana e imposto sanzioni contro alti esponenti talebani, contribuendo all’esclusione dell’Afghanistan dal sistema finanziario internazionale.
Negli ultimi anni la Russia ha progressivamente intensificato i contatti con il governo talebano, indicato da Putin nel 2023 come un alleato nella lotta al terrorismo. Dal 2022 Kabul ha cominciato a importare da Mosca gas, petrolio e grano. Il movimento talebano era stato dichiarato organizzazione terroristica in Russia nel 2003, che ha ufficialmente revocato questa definizione nell’aprile di quest’anno.
Il Cremlino considera oggi necessario un dialogo con le autorità afghane, anche in relazione alla crescente minaccia rappresentata da organizzazioni estremiste attive nella fascia geografica compresa tra l’Afghanistan e il Medio Oriente. Nel marzo 2024, un attacco armato a una sala concerti nei pressi di Mosca ha provocato 149 vittime. L’azione è stata rivendicata dall’Isis, e fonti statunitensi attribuiscono la responsabilità ad una sua filiale afghana dell’organizzazione. I talebani sostengono di essere impegnati a eliminare l’Isis dall’Afganistan.
Il Cremlino considera oggi necessario un dialogo con le autorità afghane, anche in relazione alla crescente minaccia rappresentata da organizzazioni estremiste attive nella fascia geografica compresa tra l’Afghanistan e il Medio Oriente. Nel marzo 2024, un attacco armato a una sala concerti nei pressi di Mosca ha provocato 149 vittime. L’azione è stata rivendicata dall’Isis, e fonti statunitensi attribuiscono la responsabilità ad una sua filiale afghana dell’organizzazione. I talebani sostengono di essere impegnati a eliminare l’Isis dall’Afganistan.
Un nodo cruciale resta anche quello dei diritti umani. Secondo i rappresentanti diplomatici occidentali, il pieno riconoscimento del governo talebano a livello internazionale resta subordinato a un cambiamento radicale in materia di diritti delle donne. I principali ostacoli risiedono nelle misure adottate: la chiusura di scuole e università femminili, le restrizioni alla libertà di movimento e le limitazioni imposte alla partecipazione alla vita pubblica. I vertici talebani affermano di rispettare i diritti delle donne in base a una propria interpretazione della legge islamica, ma tale posizione continua a suscitare forti critiche da parte di governi e organismi internazionali.
Infine, I rapporti tra Mosca e Kabul affondano le radici in una storia tormentata. La presenza sovietica in Afghanistan, iniziata con l’invasione del 1979 mirata a sostenere il governo comunista dell’epoca, si trasformò in un conflitto lungo e sanguinoso, che causò la morte di circa 15 mila soldati sovietici. Il ritiro, ordinato da Mikhail Gorbaciov nel 1989, segnò una delle pagine più controverse e costose della storia militare russa.
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