«Tre morti al giorno. Il lavoro, che dovrebbe servire per vivere, spezza la vita. La cosa preoccupante è che infortuni e incidenti mortali aumentano e non diminuiscono. Gli incidenti sono il risultato di un sistema malato che mette i profitti davanti alle persone. Dietro ogni morte c’è spesso un sistema di sfruttamento, precarietà e subappalti senza controllo. Le leggi che hanno reso il lavoro più debole e più ricattabile non hanno di certo aiutato a combattere questa piaga. Nei cantieri, nelle fabbriche e nei campi del nostro Paese si continua a morire nell’indifferenza, perché al centro non c’è la persona ma è il Dio denaro. Il tempo delle chiacchiere è finito. Le lavoratrici e i lavoratori chiedono fatti e li chiedono ora». Lo ha detto il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, intervenendo in Aula al Senato sulle comunicazioni del ministro del Lavoro Calderone.
«Basta con parole vuote e di circostanza, sono necessari i fatti come il decalogo approvato dalla commissione d’inchiesta del Senato che ho l’onore di presiedere. Nella risoluzione unitaria delle opposizioni chiediamo maggiori fondi, più ispettori e più controlli, un Piano nazionale per la prevenzione infortuni sul lavoro, l’abolizione dei subappalti, la specializzazione capillare dei magistrati e la formazione dei pubblici ministeri, al fine della conduzione di indagini approfondite, e dei magistrati giudicanti, per aumentare l’efficacia dell’azione inquirente e giudicante, la costituzione delle sezioni lavoro fino all’istituzione di una procura nazionale del lavoro. Basta al lavoro sottopagato, precario e malpagato, basta al lavoro nero. Non è complicato, è una questione di volontà politica. La dignità dei lavoratori non si negozia, si pretende. Non c’è crescita economica che valga una vita spezzata. Il tempo delle promesse è finito, è tempo di agire ora, non in futuro o magari dopo l’ennesima tragedia», ha concluso Magni.