A partire dal presente comunicato i dati mensili sull’andamento infortunistico saranno analizzati separatamente per modalità di accadimento – in occasione di lavoro e in itinere – con esclusione dei casi degli studenti, a cui è dedicata una specifica sezione di approfondimento. Lo rende noto l’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Il confronto con il 2023 evidenzia una diminuzione degli infortuni (-1,9 per cento) e un aumento dei decessi (+0,9 per cento) avvenuti nello svolgimento dell’attività lavorativa e un incremento delle denunce di infortunio (+5,0 per cento) e dei casi mortali (+17,2 per cento) occorsi nel tragitto tra l’abitazione e il luogo di lavoro. A seguito dell’estensione della tutela Inail agli studenti delle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, si è ritenuto infatti opportuno dedicare un focus specifico all’analisi degli infortuni avvenuti in questo ambito. Allo stesso modo la distinzione tra gli infortuni occorsi in occasione di lavoro, ovvero nello svolgimento dell’attività lavorativa, e quelli avvenuti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno casa-lavoro, pur nella provvisorietà dei numeri, consente di valorizzare le diverse circostanze in cui si sono verificati gli infortuni e la tipologia di rischio interessata, nel primo caso connessa all’attività lavorativa e nel secondo ai pericoli della circolazione stradale. L’ultima parte riservata alle malattie professionali denunciate rimane invece invariata rispetto ai comunicati precedenti.
I dati esposti di seguito non sono quindi immediatamente confrontabili con quelli presenti nella sezione Open data, che continuerà a rendere disponibili dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto e le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (dicembre 2023 vs dicembre 2024) e “di periodo” (gennaio-dicembre 2023 vs gennaio-dicembre 2024) che, pur comprendendo i casi occorsi agli studenti, non ne rendono fruibili le informazioni di dettaglio. I dati mensili diffusi sono provvisori e il loro confronto richiede cautele nelle analisi periodiche di dettaglio, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di picchi occasionali e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2024, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. In occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Inail, saranno disponibili dati più consolidati rispetto a quelli diffusi con le rilevazioni mensili, corredati anche dall’informazione sugli esiti della definizione amministrativa (riconosciuti, negativi e in istruttoria).
Nel numero complessivo delle denunce di infortunio sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) presentate all’Inail entro il mese di dicembre 2024 sono state 414.853, in diminuzione dell’1,9 per cento rispetto alle 422.880 dello stesso periodo del 2023, del 24,2 per cento rispetto a gennaio-dicembre 2022, del 4,6 per cento rispetto a gennaio-dicembre 2021, dell’11,5 per cento sul 2020 e del 10,2 per cento sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento dicembre 2024, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un’incidenza infortunistica che passa dalle 2.004 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat del 2019 alle 1.724 del 2024, con un calo del 14,0 per cento. Rispetto al 2023 la riduzione è del 3,0 per cento (da 1.777 a 1.724). L’incidenza delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) sul totale delle denunce presentate è passata dall’82,4 per cento del 2019 all’81,1 per cento del 2024 (è stata dell’82,1 per cento nel 2023). A dicembre di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -2,0 per cento nella gestione Industria e servizi (dai 379.188 casi del 2023 ai 371.594 del 2024), un -1,8 per cento in Agricoltura (da 24.657 a 24.207) e un +0,1 per cento nel Conto Stato (da 19.035 a 19.052).
Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per gli incrementi le Costruzioni (37.220 casi, +2,8 per cento sul 2023), il Trasporto e magazzinaggio (34.698 casi, +2,5 per cento), il Commercio (33.049 , +3,9 per cento), il Noleggio e servizi di supporto alle imprese (21.593, +6,0 per cento) e le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (20.902 casi, +2,8 per cento), e per i decrementi il comparto manifatturiero (70.842, -4,7 per cento), la Sanità e assistenza sociale (36.281, -11,7 per cento) e la Fabbricazione di prodotti in metallo (15.517 casi, -5,5 per cento). L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce solo nelle Isole (+0,1 per cento), in calo il Nord-Ovest (-3,0 per cento), il Nord-Est (-2,2 per cento), il Sud (-1,3 per cento) e il Centro (-0,9 per cento). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano le province autonome di Trento (+4,4 per cento) e Bolzano (+3,6 per cento), l’Umbria (+3,1 per cento), la Calabria (+1,6 per cento), la Puglia e la Sardegna (+1,2 per cento ciascuna), mentre quelle con i decrementi maggiori sono il Molise (-7,3 per cento), la Basilicata (-5,5 per cento), la Liguria (-4,7 per cento), l’Abruzzo e l’Emilia Romagna (-4,3 per cento ciascuna).
La diminuzione delle denunce di infortunio che emerge dal confronto del 2023 e del 2024 è legata sia alla componente femminile, che registra un -1,3 per cento (da 133.553 a 131.819 casi), sia a quella maschile (da 289.327 a 283.034, -2,2 per cento). In flessione le denunce dei lavoratori italiani (-2,9 per cento), mentre aumentano quelle degli stranieri (+1,4 per cento). L’analisi per classi di età mostra aumenti tra gli under 30 (+1,8 per cento) e nella fascia 60-74 anni (+4,6 per cento). Si registra, per contro, un calo tra i 30-59enni (-3,9 per cento) e tra gli over 74 (-2,0 per cento). Le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale (al netto degli studenti) presentate entro il mese di dicembre 2024, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 797, sette in più rispetto alle 790 registrate nel pari periodo del 2023, 10 in più rispetto al 2022 e 18 in più sul 2019, 176 in meno sul 2021 e 256 in meno sul 2020. Rapportando il numero dei casi mortali in occasione di lavoro (al netto degli studenti) agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza scenda dai 3,38 decessi denunciati ogni 100 mila occupati Istat del 2019 ai 3,31 del 2024 (-2,1 per cento) e dello 0,3 per cento rispetto al 2023 (da 3,32 a 3,31).
L’incidenza delle denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro sul totale dei decessi denunciati (al netto degli studenti) è passata dal 71,9 per cento del 2019 al 74,0 per cento del 2024 (è stata del 76,8 per cento nel 2023). L’incremento ha riguardato solo la gestione Industria e servizi, che passa da 669 a 686 denunce mortali. In calo l’Agricoltura (da 107 a 102) e il conto Stato dipendenti (da 14 a 9). Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano le Costruzioni con 156 casi (contro i 150 del 2023), il Trasporto e magazzinaggio con 111 casi (109 nel 2023), il comparto manifatturiero con 101 casi in entrambi gli anni, il Commercio con 58 (64 nel 2023) e il Noleggio e servizi di supporto alle imprese con 38 (39 nel 2023). Dall’analisi territoriale emergono incrementi al Centro (da 134 a 155 denunce) e nelle Isole (da 70 a 92), e cali al Sud (da 201 a 181), nel Nord-Est (da 174 a 164) e Nord-Ovest (da 211 a 205). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Toscana (+16), il Lazio (+14), la Sicilia (+13) e la Campania (+10), mentre per i cali più evidenti la Puglia e il Veneto (-18 entrambe), l’Abruzzo (-14) e il Piemonte (-10). L’incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-dicembre 2023 e 2024 è legato solo alla componente maschile, le cui denunce mortali in occasione di lavoro sono passate da 740 a 750, mentre quella femminile scende da 50 a 47. Aumentano le denunce per i lavoratori stranieri (da 155 a 176), mentre calano quelle per gli italiani (da 635 a 621). L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra i 25-29enni (da 29 a 34), tra i 35-39enni (da 38 a 46), tra i 45-54enni (da 199 a 225), tra i 60-64enni (da 121 a 122) e tra gli over 69 (da 39 a 47). Riduzioni tra i 20-24enni (da 26 a 25), tra i 30-34enni (da 36 a 31), tra i 40-44enni (da 71 a 45) e tra i 55-59enni (da 171 a 157).
Gli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (al netto degli studenti), denunciati all’Inail entro il mese di dicembre 2024 sono stati 96.835, in aumento del 5,0 per cento rispetto ai 92.261 del 2023, del 10,0 per cento sul 2022, del 22,7 per cento sul 2021, del 57,6 per cento sul 2020, e in diminuzione dell’1,7 per cento sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni (al netto degli studenti) è passata dal 17,6 per cento del 2019 al 18,9 per cento del 2024 (è stata del 17,9 per cento nel 2023). A dicembre di quest’anno il numero delle denunce di infortuni ha segnato un +5,1 per cento nella gestione Industria e servizi (dagli 82.409 casi del 2023 agli 86.649 del 2024), un +12,4 per cento in Agricoltura (da 1.439 a 1.618) e un +1,8 per cento nel Conto Stato dipendenti (da 8.413 a 8.568). L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+11,0 per cento), nel Centro (+6,9 per cento), nel Nord-Ovest (+5,6 per cento), nel Sud (+4,3 per cento) e nel Nord-Est (+1,6 per cento). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano la Sicilia (+13,2 per cento), la Valle d’Aosta (+12,6 per cento), il Molise (+10,0 per cento), il Lazio (+8,9 per cento) e la Liguria (+8,4 per cento), mentre i decrementi si registrano solo in Basilicata (-7,7 per cento), nella provincia autonoma di Bolzano (-1,6%), nelle Marche (-0,7 per cento) e nel Veneto (-0,4 per cento).
L’aumento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto del 2023 e del 2024 è legato sia alla componente femminile, che registra un +3,9 per cento (da 44.764 a 46.508 casi), sia a quella maschile (da 47.497 a 50.327, +6,0 per cento). Aumentano le denunce dei lavoratori italiani (+3,1 per cento) e degli stranieri (+12,5 per cento). L’analisi per classi di età mostra aumenti generalizzati in tutte le classi, con l’incremento maggiore tra i 65-69enni (+17,2 per cento). Le denunce di infortuni in itinere con esito mortale (al netto degli studenti) presentate nel 2024, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 280, 41 in più rispetto alle 239 registrate nel 2023 (+17,2 per cento), 67 in più rispetto al 2020 e 34 in più sul 2021, 25 in meno sul 2019 e 19 in meno sul 2022. L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni mortali (al netto degli studenti) è passata dal 28,1 per cento del 2019 al 26,0 per cento del 2024 (è stata del 23,2 per cento nel 2023). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 215 a 238 denunce mortali, l’Agricoltura (da 12 a 29) e il conto Stato dipendenti (da 12 a 13).
Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 56 a 77 denunce), al Sud (da 48 a 61), al Centro (da 57 a 63) e nelle Isole (da 20 a 22). Cali nel Nord-Est (da 58 a 57). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Puglia (+13), la Lombardia (+12), il Piemonte (+6) e il Lazio (+5), mentre cali si registrano solo in Veneto (-4), in Basilicata e provincia autonoma di Trento (-2 entrambe), in Sardegna e in Campania (-1 entrambe). L’incremento rilevato nel confronto tra il 2023 e il 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali in itinere sono passate da 210 a 248, sia a quella femminile (da 29 a 32). Aumentano le denunce dei lavoratori italiani (da 191 a 230) e degli stranieri (da 48 a 50). L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra i 25-39enni (da 57 a 75 casi), tra i 45-49enni (da 19 a 28) e tra gli over 54 (da 70 a 97). Riduzioni tra gli under 25 (da 34 a 23), tra i 50-54enni (da 35 a 33) e parità per i 40-44enni (24 denunce in entrambi i periodi).
Le denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di dicembre 2024 sono state 77.883, in aumento del 10,9 per cento rispetto alle 70.215 del 2023. Tale incremento è da imputare soprattutto all’estensione della tutela Inail agli studenti di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado in vigore dal settembre 2023, prevista dal decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023 e confermata anche per l’anno scolastico 2024-2025. L’incidenza degli infortuni occorsi a studenti rappresenta circa il 13% del totale delle denunce registrate nel 2024. Il 42 per cento delle denunce interessa le studentesse (+12,5 per cento l’incremento tra il 2023 e il 2024), il 58 per cento gli studenti (+9,8 per cento). Tre infortuni su quattro si riferiscono a studenti under 15 anni, un quarto a quelli dai 15 anni in poi. La Lombardia è la regione che presenta più denunce (23,0 per cento del totale nazionale, +11,7 per cento sul 2023), seguita da Veneto (11,9 per cento, +22,1 per cento), Emilia Romagna (11,7 per cento, +16,3 per cento) e Piemonte (9,9 per cento, +9,3 per cento). Il 95 per cento delle denunce riguarda gli studenti delle scuole statali, il restante 5 per cento gli studenti delle scuole non statali e private. Poco più di duemila gli infortuni denunciati dagli studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). Le denunce di infortunio con esito mortale degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di dicembre 2024 sono state 13, contro le 12 del 2023. Per una riconciliazione con le tabelle mensili degli Open data pubblicate, si evidenzia che le denunce di infortunio, comprese quelle relative a studenti, pervenute complessivamente all’Inail nel periodo gennaio-dicembre 2024 sono state 589.571, in aumento dello 0,7 per cento rispetto alle 585.356 del pari periodo del 2023. I casi mortali denunciati sono stati 1.090 contro i 1.041 dell’anno precedente (+4,7 per cento).
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel 2024 sono state 88.499, 15.745 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+21,6 per cento). L’aumento è del 45,6 per cento sul 2022, del 60,1 per cento sul 2021, del 96,6 per cento sul 2020, del 44,3 per cento sul 2019. I dati rilevati a dicembre di ciascun anno mostrano incrementi delle patologie denunciate nelle gestioni Industria e servizi (+21,7 per cento, da 60.591 a 73.723 casi), Agricoltura (+22,0 per cento, da 11.500 a 14.026) e conto Stato (+13,1 per cento, da 663 a 750). L’aumento interessa il Sud (+28,9 per cento), le Isole (+28,3 per cento), il Nord-Ovest (+19,1 per cento), il Centro (+18,9 per cento) e il Nord-Est (+15,2 per cento). In ottica di genere si rilevano 11.770 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 53.607 a 65.377 (+22,0%), e 3.975 in più per le lavoratrici, da 19.147 a 23.122 (+20,8 per cento). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 66.735 a 80.847 (+21,1 per cento), sia quelle degli stranieri, da 6.019 a 7.652 (+27,1 per cento). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel 2024, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.