La risposta del governo italiano alla nuova crisi in Medio Oriente

di Redazione ETI
14 Giugno 2025 9:40 Aggiornato: 14 Giugno 2025 9:40

La reazione del nostro governo alla nuova guerra in Medio Oriente risulta – come da tradizione italiana in politica estera – di equilibrio e di estrema prudenza; a prevalere, in questa fase, sono l’analisi, il confronto e il ragionamento, più che la fretta a prendere posizioni nette che possano esporre la nostra nazione (e gli italiani all’estero) a situazioni di pericolo. Sulla base di questo approccio, Giorgia Meloni ha parlato ieri con tutti gli attori chiave.

Sul sito del Governo si legge infatti che, dopo aver convocato un vertice di governo sulla crisi in Medio Oriente, il nostro presidente del Consiglio si è consultato telefonicamente con il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump, con il cancelliere della Repubblica Federale di Germania, Friedrich Merz, e con il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Nella giornata di ieri, Giorgia Meloni ha poi sentito il principe ereditario e Primo Ministro dell’Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud, Re Abdallah II di Giordania, il Sultano dell’Oman, Haytham bin Tariq Al Said, e il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, per confrontarsi su una collaborazione mirata a favorire una soluzione diplomatica. A tutti gli interlocutori, Giorgia Meloni ha espresso la disponibilità dell’Italia a intraprendere ogni azione che possa favorire un tale esito, come già fatto ospitando due delle tornate negoziali tra Iran e Stati Uniti.

Giorgia Meloni ha inoltre avuto una conversazione con Benjamin Netanyahu: nel corso del colloquio, il presidente del Consiglio ha condiviso la necessità di assicurare che l’Iran non possa in alcun caso dotarsi di armi nucleari, auspicando al contempo che gli sforzi degli Stati Uniti per giungere ad un accordo possano ancora avere successo (speranza obiettivamente flebile, a dir poco).

La Meloni ha poi presieduto un vertice in videoconferenza per valutare le conseguenze dell’escalation militare in Medio Oriente – sempre secondo le fonti ufficiali di Palazzo Chigi – a cui hanno preso parte i ministri Antonio Tajani, Matteo Salvini, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto, Giancarlo Giorgetti e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e naturalmente i vertici dei Servizi segreti italiani.

In questo quadro – continua la nota di Palazzo Chigi – sono stati riaffermati il pieno sostegno ai negoziati tra Stati Uniti e Iran per un accordo sul programma nucleare iraniano, oltre al principio per cui per il nostro Paese la soluzione diplomatica resta l’obiettivo prioritario. Il governo italiano si è inoltre attivato per garantire al meglio la sicurezza dei cittadini e dei militari italiani all’estero. Il coordinamento è convocato in forma permanente per assicurare un monitoraggio costante della situazione e garantire il pronto intervento ove necessario.


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