Kallas: nuove sanzioni Ue per strozzare l’economia russa

di Redazione ETI/Reuters
18 Luglio 2025 14:16 Aggiornato: 19 Luglio 2025 14:04

L’Unione Europea, in risposta al conflitto in corso in Ucraina, oggi ha adottato il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, prevedendo misure mirate a colpire ulteriormente l’industria petrolifera ed energetica russa.

Tra le disposizioni principali, il pacchetto prevede la riduzione del tetto massimo fissato dal G7 per l’acquisto di greggio russo, portandolo a 47,6 dollari al barile, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche. «L’Unione Europea ha appena approvato uno dei pacchetti di sanzioni finora più incisivi contro la Russia» ha dichiarato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, in un messaggio su X, «continueremo ad aumentare i costi per Mosca, rendendo la cessazione dell’aggressione l’unica strada percorribile».

Tuttavia, finora la Russia è riuscita a vendere la maggior parte del suo petrolio a prezzi superiori al precedente tetto, poiché il meccanismo attuale non chiarisce chi debba vigilare sull’applicazione. Per cui, secondo gli operatori del settore, le nuove sanzioni europee difficilmente riusciranno a interrompere in modo significativo il commercio petrolifero russo. Il pacchetto include anche un divieto di transazioni legate ai gasdotti Nord Stream della Russia, situati sotto il Mar Baltico, e misure restrittive contro il settore finanziario russo.
La Kallas ha specificato che le sanzioni colpiscono 105 navi della cosiddetta “flotta ombra” russa, termine con cui i funzionari occidentali indicano le imbarcazioni utilizzate da Mosca per eludere le restrizioni sul petrolio, oltre a banche cinesi che facilitano l’evasione delle sanzioni, senza però menzionare i nomi degli istituti coinvolti.

In ogni caso, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito la decisione «essenziale e tempestiva», in un momento in cui la Russia intensifica gli attacchi aerei contro città e villaggi ucraini. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha aggiunto: «Privare la Russia dei suoi introiti petroliferi è cruciale per porre fine alla sua aggressione».

A partire da dicembre 2022, il G7 ha cercato di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo, vietando il commercio di greggio acquistato a un costo superiore al limite stabilito, attraverso restrizioni alle compagnie di navigazione, assicurazione e riassicurazione che gestiscono le petroliere coinvolte. Tuttavia, il livello attuale di 60 dollari al barile è diventato in gran parte inefficace a causa del calo dei prezzi del petrolio sui mercati dei future.
Negli ultimi due mesi, l’Unione Europea e il Regno Unito hanno spinto per abbassare il tetto, ma gli Stati Uniti finora si sono opposti, lasciando l’Ue a procedere autonomamente, senza però disporre di strumenti concreti per far rispettare la misura. Poiché il dollaro domina le transazioni petrolifere globali e le istituzioni finanziarie statunitensi svolgono un ruolo centrale nei pagamenti internazionali, l’Ue non ha i mezzi per bloccare le transazioni negando l’accesso al sistema di compensazione in dollari.

L’accordo sul nuovo pacchetto di sanzioni è stato ritardato per settimane a causa delle richieste di concessioni da parte del primo ministro slovacco Robert Fico, relative a un piano separato per ridurre la dipendenza dell’Ue dal petrolio e dal gas russi. Giovedì sera, Fico ha annunciato di aver cambiato idea. Anche Stati come Grecia, Cipro e Malta avevano espresso preoccupazioni per l’impatto del tetto al prezzo del petrolio sulle proprie industrie marittime, ma Malta, l’ultima a resistere, giovedì ha aderito.

 


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