La Cina ha accusato oggi le Filippine di «giocare con il fuoco», dopo che il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr ha dichiarato che il Paese sarebbe inevitabilmente coinvolto in un eventuale conflitto tra Cina e Stati Uniti riguardante Taiwan. Pechino ha reagito alle affermazioni rilasciate da Marcos durante una visita di Stato in India, dove ha sottolineato che la vicinanza geografica delle Filippine a Taiwan e la presenza di una consistente comunità filippina sull’isola renderebbero inevitabile il coinvolgimento di Manila in caso di crisi. «La ‘prossimità geografica’ e le ‘ampie comunità all’estero’ non sono una scusa per interferire negli affari interni di altri Paesi», ha detto il ministero degli Esteri cinese in una nota ufficiale. «Esortiamo le Filippine ad aderire sinceramente al principio della ‘unica Cina’ (…) e ad astenersi dal giocare con il fuoco su questioni che riguardano gli interessi fondamentali della Cina», si legge ancora nel comunicato.
Le parole di Marcos giungono in un contesto di crescente tensione tra Manila e Pechino per le dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale, un’area strategica e trafficata, dove i due Paesi si accusano reciprocamente di manovre aggressive e violazioni della sovranità. Gli Stati Uniti, alleati delle Filippine, hanno ribadito il proprio impegno a difendere Manila in caso di attacchi. Pechino considera Taiwan parte integrante del proprio territorio, una rivendicazione respinta da Taipei.