Una diagnosi medica aumenta significativamente il rischio di sviluppare un disturbo depressivo maggiore, soprattutto nei mesi successivi, destabilizzando l’identità, la percezione di sicurezza e le aspettative future, e generando un senso di perdita rispetto alla propria vita precedente. Quali fattori alimentano questo rischio e quali strategie di supporto medico e personale risultano efficaci nelle fasi iniziali?
MALATTIA E SALUTE MENTALE
Uno studio danese, su oltre 6 milioni e mezzo di persone, effettuato tra il 1995 e il 2022, ha esaminato il nesso tra patologie fisiche e depressione. I dati indicano che chi riceve una diagnosi medica, per una qualunque patologia, presenta una probabilità più che doppia di sviluppare depressione rispetto a chi è sano. I disturbi muscoloscheletrici mostrano la correlazione più forte, mentre i problemi endocrini, come quelli tiroidei, risultano meno associati. Nei pazienti con sindrome post-Covid-19 o encefalomielite mialgica/sindrome da fatica cronica, il rischio di depressione supera di oltre quattro volte quello della popolazione generale. Questa condizione, caratterizzata da dolori muscolari, articolari e rigidità, incrementa ulteriormente la vulnerabilità.
Diversi fattori spiegano questa connessione. Da un lato, le patologie che interessano il cervello, l’equilibrio ormonale, la flora batterica intestinale, o che hanno componenti infiammatorie possono alterare l’umore, aumentando il rischio depressivo. Dall’altro, l’impatto psicologico di una diagnosi percepita come minacciosa genera senso di impotenza, isolamento o perdita di controllo. L’incertezza rispetto al futuro, insieme alla paura dei trattamenti o di un peggioramento, alimenta sintomi ansiosi e depressivi. Inoltre, le malattie possono comportare modifiche significative nello stile di vita, come la perdita del lavoro, la riduzione delle interazioni sociali o una maggiore dipendenza dagli altri, fattori che aggravano la sofferenza psicologica.
La consapevolezza di questo rischio offre ai sistemi sanitari l’opportunità di potenziare l’aiuto psicologico, specialmente nei primi mesi dopo la diagnosi. Risulta essenziale un’adeguata comunicazione che integri il follow-up clinico con un sostegno emotivo, garantendo accesso a servizi di salute mentale, controlli regolari e gruppi di supporto, senza attendere un crollo psicologico per intervenire. Un approccio integrato, che coinvolga medici, infermieri, psicologi e terapisti, permette una gestione coordinata e più efficace delle patologie croniche. Creare ambienti accoglienti e comprensivi aiuta a normalizzare emozioni come paura, rabbia o tristezza, contrastando il senso di colpa legato alla difficoltà di affrontare la situazione. Validare i sentimenti espressi rafforza il senso di riconoscimento. Controlli periodici risultano cruciali, soprattutto per chi fatica nelle attività quotidiane, offrendo un segnale concreto della propria importanza e riducendo l’isolamento.
Inoltre, piccole modifiche nello stile di vita possono restituire un senso di controllo. Il sonno, spesso trascurato, rappresenta un fattore chiave: un riposo disturbato costituisce sia un sintomo sia un motore della depressione, mentre una routine serale strutturata favorisce la calma mentale. È emerso che dormire troppo o troppo poco accresce il rischio depressivo. Ma il riposo non si limita al sonno: attività creative, momenti nella natura o dei “rituali” (come una tisana mattutina o un diario serale) offrono pause rigeneranti, e mantenere relazioni solide con familiari, amici o gruppi di supporto riduce l’isolamento sociale, che è un serio fattore di rischio. Circondarsi di persone che trasmettono serenità contribuisce al benessere emotivo.
Anche l’alimentazione svolge un ruolo terapeutico. Diete basate su alimenti naturali, ricche di omega-3, antiossidanti e pochi zuccheri, risultano utili per ridurre infiammazione e stress ossidativo, elementi associati alla depressione. Le pratiche di meditazione ed esercizi di respirazione, favoriscono la gestione delle incertezze e del disagio emotivo, promuovendo un’accettazione più serena della nuova realtà. Questi principi, integrati nella medicina dello stile di vita, aiutano corpo e mente.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.