Via libera, da parte dell’Aula della Camera, con 179 sì, 109 no e dieci astenuti, alla mozione della maggioranza, a prima firma dei capigruppo di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati, concernente il rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), emanazione del Consiglio d’Europa, sul fenomeno di profilazione razziale da parte delle Forze dell’ordine in Italia. Il governo si era rimesso al parere dell’emiciclo.
Il testo impegna l’esecutivo «ad attivarsi presso le competenti sedi istituzionali europee al fine di riaffermare la professionalità e competenza delle nostre Forze d’ordine al servizio della democrazia, riconoscendo il costante ed equilibrato lavoro che svolgono per garantire la sicurezza dei cittadini, la gestione di situazioni complesse, la lotta alla criminalità e la tenuta della legalità in Italia». Nella premessa del documento si legge che «il sesto rapporto sull’Italia della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (Ecri), adottato il 2 luglio 2024 e pubblicato a ottobre dello stesso anno, riferisce di ‘numerose testimonianze di profilazioni razziali da parte delle Forze dell’ordine, che prendono di mira soprattutto i rom e le persone di origine africana’; tali testimonianze sarebbero state raccolte dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa nel corso della sua visita in Italia».
La mozione sottolinea, poi, come sia «del tutto evidente che affermare che le Forze dell’ordine italiane operino sulla base di una sedicente ‘profilazione razziale’ rappresenta un’accusa grave e inaccettabile, perché equivale a insinuare che le forze dell’ordine operano al di fuori dal contesto costituzionale precisato dall’articolo 3 della nostra Carta costituzionale, ai sensi del quale ‘tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. È, pertanto, inaccettabile che si continui a costruire una narrazione distorta basata su pregiudizi ideologici e senza alcun dato concreto, mettendo perfino in discussione il lavoro di chi opera in prima linea contro criminalità e illegalità; le nostre Forze dell’ordine rappresentano un valore fondamentale per garantire la sicurezza pubblica e la tenuta democratica delle istituzioni».
Il testo prosegue: «È bene ricordare che l’Italia è stata, nel 1949, tra i dieci Stati fondatori del Consiglio d’Europa, nato nel dopoguerra per difendere con determinazione e convinzione la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto; ebbene, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo tale missione originaria sembra essersi persa, in favore di iniziative e pronunciamenti sempre più faziosi».