Il 7 settembre 1630 nasceva Boston, la Città sulla Collina

di Redazione ETI/Dustin Bass
8 Settembre 2025 11:13 Aggiornato: 8 Settembre 2025 11:13

«Per consolazione di chi è stato piantato da Dio in qualunque luogo, che trova radici e fondamento in Dio, questo è motivo di grande incoraggiamento, poiché Egli manterrà quello che ha piantato, ogni pianta che la Sua mano destra non ha piantato sarà sradicata, ma la Sua piantagione prospererà e fiorirà. Quando Egli promette pace e sicurezza, quali nemici potranno rendere vana la promessa di Dio? Non trascurate le mura, i bastioni e le fortificazioni per la vostra difesa, ma lasciate che il Nome del Signore sia per sempre la vostra fortezza e la parola della Sua promessa la roccia del vostro rifugio. La Sua parola che ha creato il cielo e la Terra non verrà meno, finché il cielo e la Terra non saranno più. Amen».

Nel marzo 1630 mentre si preparavano a lasciare l’Inghilterra per l’America, John Cotton, riformatore calvinista e vicario inglese, parlò così a centinaia di puritani. Il suo sermone di addio era intitolato La promessa di Dio alla Sua piantagione e quelli che lo ascoltavano si sarebbero presto uniti alla piantagione nella baia del Massachusetts, fondata poco tempo prima.

Da tempo quei puritani erano delusi dalla Chiesa d’Inghilterra, che giudicavano corrotta, inoltre erano perseguitati per il modo in cui praticavano la loro fede cristiana. Si erano quindi riuniti a Southampton, nel sud dell’Inghilterra, per imbarcarsi su undici navi e attraversare l’Oceano Atlantico. Tra il 1629 e il 1640, circa ventimila puritani fuggirono dall’Inghilterra verso l’America nella speranza di trovare la terra della libertà religiosa.

I primi puritani, in seguito noti come pellegrini, erano partiti dieci anni prima da Plymouth, in Inghilterra a bordo della Mayflower e avevano raggiunto le coste del Massachusetts. Da principio la chiamarono Colonia di Plymouth, ma in seguito prese il nome di Piantagione di Plymouth, ispirato soprattutto dal libro Of Plimoth Plantation del governatore William Bradford.

Incisione raffigurante l’arrivo di Winthrop a Salem, Massachusetts. Pubblico dominio.

I nuovi puritani sbarcati nel 1630 dalle undici navi erano guidati da un avvocato puritano, John Winthrop. Il 4 marzo 1629, re Carlo I aveva concesso alla New England Company la carta costitutiva; la compagnia cambiò il nome in Massachusetts Bay Company e scelse Winthrop come governatore della futura colonia americana. Winthrop si rivelò una scelta saggia: riunì navi, rifornimenti e coordinò più di mille persone per partecipare alla lunga e rischiosa missione. Pochi mesi dopo, a giugno, le navi arrivarono sane e salve al largo della costa del Massachusetts, prima a Salem, poi decisero di proseguire più a sud lungo la costa, sbarcando a nord della colonia di Plymouth.

Winthrop, in qualità di governatore, voleva che la colonia fosse un luogo in cui ognuno mettesse gli altri prima di sé stesso, che tutti condividessero tutto e tutti praticassero un cristianesimo calvinista. L’avvocato, diventato governatore coloniale, si presentò davanti ai suoi compagni e tenne un sermone, pronunciando la famosa frase: «Dobbiamo considerare che saremo come una città su una collina. Gli occhi di tutta la gente sono puntati su di noi».

Molti di questi puritani erano stati influenzati dagli insegnamenti di John Cotton, il vicario che li aveva fatti partire con la «promessa di Dio». Frequentavano la chiesa di Cotton, la St. Botolph’s, situata nella contea del Lincolnshire in cui si trovava la città di Boston, fondata durante il periodo medievale e un tempo potente porto commerciale. Era anche teatro di numerose rivolte politiche e religiose. Sembrava appropriato dare lo stesso nome a questa nuova città portuale americana in suo onore.

Fu in quella storica settimana del 7 settembre 1630 che i puritani, guidati da John Winthrop, fondarono la città di Boston. Sebbene questa colonia avesse avuto inizialmente più fortuna di quella arrivata dieci anni prima a Plymouth – soprattutto grazie al momento in cui era giunta – circa un terzo dei suoi abitanti non sarebbe sopravvissuto un anno: il venti per cento morì e un altro dieci per cento tornò in Inghilterra.

Ciononostante, Boston iniziò a prosperare. Nel 1634, Winthrop scrisse una lettera a Nathaniel Rich, membro del parlamento, in cui elogiava la nuova colonia. Spiegava che la città aveva una popolazione di circa quattromila abitanti e che «l’arrivo annuale di nuovi coloni» aveva fornito sia bestiame che manodopera. La zona si era rivelata una terra di abbondanza con «merluzzi, spigole e aringhe, per i quali nessun altro posto al mondo ci supera. … Anche i nostri terreni sono adatti alla coltivazione di canapa, lino e colza, nonché di ogni tipo di radici, zucche e altri frutti, che per gusto e salubrità superano di gran lunga quelli inglesi: anche le nostre uve … producono un vino corposo e di buona qualità. I nostri aratri funzionano con ottimi risultati…».

Winthrop proseguiva sottolineando che «il nostro governo civile è misto: ogni anno gli uomini liberi eleggono i magistrati. … Le nostre chiese sono governate da pastori, insegnanti, anziani e diaconi, ma il potere risiede nell’intera congregazione». Infine, considerava in termini positivi l’effetto mortale del vaiolo sulla popolazione indigena, affermando: «Sono quasi tutti morti di vaiolo, quindi il Signore ha chiarito il nostro diritto su ciò che possediamo».

Certamente, dal punto di vista di Winthrop, sembrava che il messaggio di Cotton sulla “Promessa di Dio alla Sua Colonia” si fosse avverato. Infatti, l’anno prima che Winthrop scrivesse la lettera, Cotton arrivò a Boston, dopo essere fuggito dall’Inghilterra per motivi religiosi. La congregazione di Boston lo elesse insegnante, una delle due cariche della chiesa.

Anche i cittadini approvavano decisamente la guida di Winthrop, che fu eletto governatore della colonia dodici volte nel corso di circa vent’anni. Malgrado però la sua autorevolezza, trovò piuttosto difficile convincerli a mantenere l’ideale della «città sulla collina».

I coloni decisero infatti di allontanarsi dal piano di Winthrop di creare un’unica città e, alla fine del primo anno, nelle vicinanze ne furono fondate sei. La Massachusetts Bay Company pagava salari elevati, considerata la scarsa disponibilità di lavoratori qualificati. Man mano che i guadagni aumentavano, i “bostoniani” diventavano indipendenti dalla comunità, finendo per ignorare il principio di Winthrop secondo cui si doveva seguire la via della chiesa primitiva, dove «tutte le cose erano in comune e nessuno diceva che ciò che possedeva era suo». C’era dissenso anche all’interno della rigida comunità religiosa.

Boston non andò certo in rovina, ma le cose non erano andate esattamente secondo i piani di Winthrop. L’anno in cui scrisse la lettera a Rich, la città aprì la prima taverna e l’anno successivo fondò la prima scuola pubblica d’America. Nel 1636, la Grande Corte Generale della Colonia della Baia del Massachusetts fondò il New College, il primo d’America che, tre anni dopo, fu ribattezzato Harvard College (e successivamente Harvard University). Nel 1713 fu costruita la Old State House per ospitare gli uffici governativi della Colonia della Baia del Massachusetts. Nel centesimo anno dalla concessione della carta costitutiva alla New England Company da parte di re Carlo I, fu costruita la Old South Meeting House.

Il primo edificio dell’Harvard College (1638-1670), come immaginato da Samuel E. Morison. Archivi dell’Università di Harvard. Pubblico Dominio.

Nei decenni che seguirono, Boston sarebbe diventata senza dubbio la «città sulla collina» e, proprio come aveva previsto Winthrop, «gli occhi di tutti» sarebbero stati puntati su di lei. Dopo che il Parlamento britannico approvò il Sugar Act del 1764, che imponeva una tassa ai coloni americani senza il loro consenso, i bostoniani tennero un’assemblea cittadina per protestare contro la legge, chiedendo: «Se ci vengono imposte tasse in qualsiasi forma senza mai avere un Rappresentante Legale dove vengono decise, non siamo forse ridotti dalla condizione di sudditi liberi allo stato miserabile di schiavi tributari?».

Nella “città sulla collina” stava iniziando a bruciare il fuoco della rivoluzione, che negli anni successivi divampò ancora di più quando Londra approvò ulteriori tasse, come lo Stamp Act del 1765. Nell’agosto dello stesso anno scoppiarono le rivolte dello Stamp Act: alcuni cittadini formarono i Sons of Liberty (Figli della Libertà), che comprendeva uomini d’affari, commercianti e politici i quali guidarono la resistenza contro il governo britannico considerato tirannico. Due dei luoghi principali di Boston in cui si riunivano i Sons of Liberty e altri che risentivano dell’eccessiva ingerenza britannica erano le chiese e le taverne, due dei primi edifici comunitari della città.

Nel marzo 1770, 140 anni dopo che Winthrop e i puritani lasciarono Southampton per l’America, Boston fu teatro delle prime vittime della Rivoluzione Americana, evento passato alla Storia come il Massacro di Boston. La resistenza della città alla Gran Bretagna raggiunse il culmine il 16 dicembre 1773, quando gli abitanti si riunirono nella Old South Meeting House per rispondere al Tea Act. Samuel Adams, uno dei leader dei Figli della Libertà, si alzò in piedi davanti alla folla e dichiarò: «Questa riunione non può fare nulla di più per salvare il Paese».

Nathaniel Currier, La distruzione del tè nel porto di Boston. Litografia del 1846. Pubblico dominio.

Immediatamente, la folla uscì dalla sala riunioni, riversandosi nelle strade diretta verso il porto di Boston. Vestitisi come i Mohawk, i bostoniani salirono a bordo delle navi che trasportavano casse di tè e le gettarono nel porto, dando il via a una serie di eventi che divennero noti come Tea Party. La Gran Bretagna rispose bloccando il porto e revocando alla città il privilegio dell’autogoverno, di cui godeva sin dalla sua fondazione.

Ma era troppo tardi: il Parlamento e re Giorgio III avevano già dato inizio agli scontri a Boston che si diffusero in tutte le colonie. Re Giorgio III si espresse nel modo giusto quando scrisse al primo ministro Lord North «il dado è tratto, le colonie ora devono sottomettersi o trionfare». Ma altrettanto vere furono le parole pronunciate da John Cotton nel marzo 1630, quando assicurò ai puritani che «chi è stato piantato da Dio in qualunque luogo, trova radici e stabilità in Dio, ed è motivo di grande incoraggiamento, perché quello che Egli ha piantato lo manterrà, ogni pianta che la Sua mano destra non ha piantato sarà sradicata, ma la Sua pianta prospererà e fiorirà».

Nel celebrare il 250° anniversario della Rivoluzione Americana, c’è un luogo in cui i cittadini americani di tutti i cinquanta Stati possono risalire alle origini della loro tradizione di libertà: Boston.