Questa mattina il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha fatto visita alla 162esima Divisione in zona di operazioni a Gaza City, accompagnato dal comandante della divisione, generale di brigata Sagiv Dahan e dal comandante del Comando meridionale, generale di brigata Erez Elkabetz,
Nel corso della visita, il ministro della Difesa ha commentato i combattimenti in corso a Gaza e l’avvio delle manovre terrestri, dichiarando: «In questo momento ci troviamo di fronte alla sfida decisiva per portare a termine in modo risolutivo questa operazione. Da Hamas pretendiamo solo due cose, che però non concederà di sua spontanea volontà: la liberazione di tutti gli ostaggi e il disarmo».
«Quanto più intenso è l’attacco qui, tanto più si abbatte direttamente su Hamas e genera una pressione maggiore per il rilascio degli ostaggi – ha spiegato Katz – Solo quando noi abbiamo deciso di assumere il controllo di Gaza, loro sono tornati a negoziare su aspetti per i quali prima non erano disposti». Il concetto alla base dell’intera operazione Gideon Chariots II voluta da governo israeliane è semplice: “Siccome Hamas non capisce altro linguaggio che non sia la forza, l’unica speranza di riavere gli ostaggi è colpirlo nel modo più duro”.
Katz ha poi inviato un «messaggio inequivocabile» ai soldati israeliani: «l’operazione va condotta a pieno ritmo con un unico scopo: quello di salvaguardare le forze, i vostri soldati e i comandanti sul campo; questa è l’unica priorità nell’avanzata. Impiegate tutti i mezzi disponibili al massimo per proteggere le truppe». Un messaggio che fa riflettere: più di qualunque cosa, i soldati devono badare a se stessi.
«Vogliamo conquistare il controllo di Gaza City perché oggi rappresenta il simbolo principale del dominio di Hamas» ha proseguito il ministro della Difesa israeliano, perché «se Gaza cade» cadrà anche Hamas, e poi Israele potrà «accelerare il cammino» verso i propri «obiettivi».
«I fratelli Sinwar, quei criminali, hanno devastato Gaza – ha continuato Katz facendo riferimento ai fratelli Yahya e Mohammed Sinwar, i due massimi dirigenti di Hamas considerati le menti del 7 ottobre – e se Izz ad-Din al-Haddad prosegue su questa strada, la distruggerà del tutto». E, infatti, «alla fine accadrà proprio questo – ha continuato il ministro della Difesa – pagheranno un prezzo altissimo e Gaza finirà in rovina» in una sorta di materializzazione del «destino» divino meritato da chi «uccide, stupra, brucia bambini e commette ogni sorta di atrocità».
«Se voi e le altre divisioni opererete come avete fatto finora e proseguirete con lo stesso impegno» ha concluso Katz, si arriverà a «un punto di svolta […] che ci permetterà di risparmiare molte risorse nel cammino verso l’obiettivo».
Il capo di Stato maggiore delle forze armate israeliane, generale Eyal Zamir, ha poi aggiunto: «Ieri abbiamo intensificato la manovra nel cuore di Gaza City, un’area strategica per Hamas. Sulle vostre spalle grava il compito di sconfiggere la Divisione di Gaza City – ha continuato il generale Zamir – La manovra a Gaza City costituisce un passo fondamentale per realizzare la missione più importante ed etica: riportare a casa tutti gli ostaggi e smantellare le capacità militari e di governo dell’organizzazione terroristica Hamas. La minaccia è mutata, ma anche noi siamo cambiati e siamo più preparati».