Negli Usa, due terzi delle famiglie ritengono che la salute fisica dei figli stia peggiorando, e l’80% segnala un deterioramento del benessere psicologico. L’attenzione si concentra su questioni tecnologiche: tre quarti dei genitori temono l’impatto di social media e schermi, mentre la sicurezza online, indicata dal 66% degli intervistati, si colloca al terzo posto tra le inquietudini, presente tra le prime dieci dal 2007. Problemi come depressione, ansia, stress, abitudini alimentari scorrette e bullismo, pur rilevanti, seguono a distanza, con oltre il 60% dei genitori che li considera significativi.
Dal 2020 — con la pandemia di Covid-19 che ha spinto i giovani a trascorrere più tempo online per studio e socialità — i social media hanno scalzato il tempo sugli schermi, che nel 2023 era al primo posto, conquistando il primato tra le preoccupazioni nel 2025. Bullismo e cyberbullismo, secondi nel 2020, sono scesi al nono posto. La salute fisica, come il fumo o l’obesità, occupa ora posizioni inferiori, mentre il benessere psicologico, spesso legato all’uso intensivo della tecnologia, si attesta al quinto posto.
La natura pervasiva e poco regolamentata dei dispositivi digitali alimenta queste preoccupazioni, influenzando lo sviluppo mentale, emotivo e sociale dei giovani. Gli esperti sottolineano che l’ubiquità dei dispositivi, unita alla scarsa regolamentazione, rappresenta una sfida senza precedenti per le famiglie. L’uso non educativo degli schermi compromette il sonno, riduce l’attività fisica e mette sotto pressione i rapporti familiari, con ricadute sul benessere psicologico. Inoltre, molti genitori si sentono disorientati dalla maggiore competenza tecnologica dei figli, che inverte i tradizionali ruoli di guida.
Il legame tra tecnologia e salute mentale è sempre più chiaro. Gli esperti rilevano che l’aumento di ansia e depressione tra gli adolescenti, esploso dal 2012 con la diffusione degli smartphone, è strettamente connesso all’uso dei dispositivi. Un’indagine condotta da un docente di un’importante istituzione medica statunitense conferma che l’uso compulsivo di social media e cellulari accresce il rischio di pensieri e comportamenti suicidari tra i giovani, interrompendo il sonno, riducendo le interazioni dirette ed esponendoli a contenuti dannosi come il cyberbullismo o confronti sociali irrealistici, che minano l’autostima e accentuano l’isolamento.
L’uso prolungato dei dispositivi ha anche conseguenze fisiche e sociali. Gli esperti osservano che compromette le capacità relazionali e l’intelligenza emotiva, fondamentali per sviluppare empatia attraverso interazioni faccia a faccia. La privazione del sonno è diffusa, soprattutto tra gli studenti di scuole medie e superiori: molti vanno a dormire tra l’una e le quattro di notte nei giorni scolastici, spesso all’insaputa dei genitori, contribuendo a problemi comportamentali, emotivi e scolastici. Inoltre, il tempo sedentario davanti agli schermi espone i giovani alla pubblicità di cibi malsani, favorendo scelte alimentari scorrette e ostacolando uno stile di vita sano.
Le famiglie spesso riconoscono il problema solo quando i comportamenti dei figli cambiano vistosamente, ma a quel punto le abitudini scorrette possono essere già consolidate. Non tutto l’uso dei dispositivi è dannoso, precisano gli esperti, suggerendo di promuovere una gestione responsabile, simile a una dieta equilibrata, limitando i contenuti non educativi. Il problema non risiede solo nel tempo trascorso online, ma nel modo e nei motivi del suo utilizzo. Segnali preoccupanti includono difficoltà a ridurre l’uso dei dispositivi, calo dei voti, abbandono di hobby o amici, disturbi del sonno, ansia o irritabilità quando non si è online ed esposizione a contenuti o comunità tossiche.
Pur consapevoli dei rischi, molte famiglie cedono i dispositivi ai figli già in età preadolescenziale, temendo che si sentano esclusi. Gli esperti definiscono questa tendenza un conformismo sociale, sottolineando che cedere a questa pressione rappresenta un rischio che le famiglie non dovrebbero correre, considerate le gravi conseguenze sullo sviluppo e sulla salute dei giovani.
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