È italiano iRonCub3, il primo robot umanoide a reazione

di Redazione ETI/Reuters
2 Luglio 2025 9:34 Aggiornato: 2 Luglio 2025 9:34

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Video: Reuters/Istituto Italiano di Tecnologia

Per la prima volta al mondo, un robot umanoide dotato di jetpack ha dimostrato di poter volare. Si tratta di un traguardo importante per la robotica umanoide, secondo i ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, che lo hanno progettato pensando a impieghi in scenari reali.

«Volevamo creare una piattaforma capace di operare in situazioni di emergenza, come dopo uno tsunami o un terremoto, dove ci sono, ad esempio, allagamenti, incendi ed edifici parzialmente crollati con sopravvissuti all’interno» spiega Daniele Pucci, responsabile del progetto e direttore del laboratorio di Intelligenza Artificiale e Meccanica dell’Iit, «una piattaforma in grado di evitare ostacoli come acqua e fuoco volando, per poi atterrare e magari aprire porte o chiudere valvole, potrebbe essere davvero fondamentale».

Il robot si chiama È, un nome che unisce il supereroe Iron Man al iCub, l’umanoide sviluppato e distribuito dall’Iit a centri di ricerca in tutto il mondo. Il team ha impiegato due anni per progettare e integrare nel robot quattro mini-turbine a getto, lavorando su aerodinamica e termodinamica.
Nel suo primo volo, vincolato a una struttura di test – come avviene per i piloti umani in addestramento – iRonCub3 ha raggiunto un’altezza di circa 50 cm, mantenendo la stabilità autonoma prima di atterrare in sicurezza. Il robot integra quattro motori a reazione montati su braccia e schiena, che gli permettono di librarsi in aria e compiere manovre di volo controllato anche in condizioni ambientali complesse. Per resistere alle temperature estreme – che possono raggiungere gli 800 gradi – la sua struttura comprende una spina dorsale in titanio e rivestimenti resistenti al calore.

«Il nostro obiettivo ora è ottenere un volo completamente autonomo, senza cavi» afferma Pucci, «portiamo tutto il carburante a bordo per prolungare la durata del volo sia in termini di tempo che di distanza. Immaginiamo un futuro in cui l’iRonCub3 sarà dotato anche di ali, così da poter sostenere un volo orizzontale e avvicinarsi sempre più alle applicazioni concrete». Lo sviluppo del progetto ha richiesto di affrontare sfide complesse sul piano aerodinamico e termico, adattando il corpo artificiale del robot e creando un avanzato sistema di controllo per un insieme di componenti interconnessi. «Il robot è dotato di sensori inerziali e sensori di forza» e «un insieme di algoritmi elabora le informazioni provenienti dai sensori e le trasmette alle reti neurali di machine learning, che stimano le forze in gioco e supportano il sistema di controllo».

Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications Engineering ed è frutto di una collaborazione tra l’Iit, il Politecnico di Milano e la Stanford University. Gli inventori immaginano applicazioni in contesti che richiedono mobilità e interazione, come interventi in caso di disastri, esplorazioni in ambienti estremi, missioni di ricerca e salvataggio o ispezioni in luoghi pericolosi.