Dittico Wilton, Riccardo II il re consacrato

di redadazione ETI/Michelle Plastrik
20 Giugno 2025 15:58 Aggiornato: 20 Giugno 2025 16:12

Non c’è acqua, in tutto il mare violento e cruccioso,
che possa detergere il crisma dall’unto del Signore.

dice Riccardo II nell’omonimo dramma storico del XVI secolo di William Shakespeare.

Il vero re Riccardo II d’Inghilterra (1367-1400) credeva nel potere assoluto del monarca e che dovesse rispondere solo a Dio. Questa convinzione si rivelò per lui rovinosa, poiché il suo governo fu percepito da molti suoi sudditi come una vera e propria tirannia. Nell’autunno del 1399, Riccardo fu deposto e imprigionato dal cugino Enrico Bolingbroke, che divenne Enrico IV. Riccardo morì pochi mesi dopo, a trentatré anni, probabilmente per fame sebbene si dicesse che fosse stato assassinato.

Ritratto di Riccardo II o Ritratto di Westminster, 1390 ca, di autore ignoto, forse André Beauneveu. Abbazia di Westminister, Londra. Pubblico dominio

Regnò a lungo, dal 1377 al 1399, essendo stato incoronato all’età di dieci anni dopo la morte del nonno, Edoardo III. Gli storici d’arte ritengono che abbia commissionato il dittico negli ultimi anni del suo regno, e l’opera è uno dei rari dipinti su tavola medievali inglesi sopravvissuti. Oggi fa parte della collezione della National Gallery di Londra e continua ad affascinare per la fattura straordinaria oltre che per le ottime condizioni in cui si è conservato.

IL DITTICO WILTON

Riccardo II presentato alla Vergine e al Bambino dal suo patrono San Giovanni Battista e dai Santi Edoardo ed Edmondo, 1395-1399 ca. Galleria Nazionale, Londra. National Gallery/CC BY 3.0

l titolo completo del Dittico di Wilton è Riccardo II presentato alla Vergine e al Bambino dal suo patrono San Giovanni Battista e dai Santi Edoardo ed Edmondo, è di ridotte dimensioni (circa 52 centimetri per 37), composto da due pannelli uniti da cerniere e veniva tradizionalmente utilizzato per la devozione privata.

Le cerniere consentono di chiudere il dittico come un libro, proteggendone l’interno. In genere, all’interno di queste opere veniva raffigurato il ritratto del patrono in preghiera, in questo caso nel pannello di sinistra si vede Riccardo II inginocchiato, mentre su quello a destra c’è la Vergine col Bambino.

Il supporto è stato realizzato con tempera all’uovo, nella quale i pigmenti colorati venivano mescolati con acqua e tuorlo d’uovo come legante. I colori e le decorazioni sono splendidi: foglie d’oro e d’argento, blu oltremare – il pigmento più costoso dell’epoca – vermiglio, indaco, azzurrite e orpimento, minerale contenente arsenico.

Attribuito a un anonimo pittore francese, il Dittico di Wilton è un capolavoro del Gotico Internazionale – stile aulico della fine del XIV secolo – che presenta figure eleganti, tessuti, architettura, ornamenti e immagini del mondo naturale, tutti resi con minuzia di particolari. L’immagine è un misto di temi religiosi e profani legati alla monarchia.

Pannelli interni del Dittico di Wilton, 1395-1399 ca. National Gallery, Londra. Pubblico dominio

Quando fu realizzato il dittico, Riccardo era già un uomo adulto, ma qui è raffigurato come un giovane dal viso fresco e dai capelli rosso-dorati. Si ritiene infatti che avesse già la barba diversi anni prima della creazione del dipinto, avvenuta intorno al 1395. Lo scopo di questa discrepanza idealizzata, che mostra Riccardo come doveva apparire al momento dell’incoronazione, potrebbe essere stato quello di sottolineare la sua regalità. Per un certo periodo causò confusione tra gli studiosi e alcuni datarono erroneamente l’opera all’inizio del regno di Riccardo.

Intorno al re ci sono tre santi: Edmund il Martire (monarca anglosassone del IX secolo), Edoardo il Confessore (re d’Inghilterra dell’XI secolo) e Giovanni Battista. Riccardo era devoto a questi santi e li considerava parte integrante della sua concezione del governo divino. La sua rappresentazione accanto a questa eccelsa compagnia e, di fatto, come successore della loro stirpe, promuove la sua divinità come rappresentante di Dio in terra.

LA MADONNA E IL BAMBINO

Pannello interno del Dittico di Wilton. National Gallery, Londra. Pubblico dominio

I santi presentano il re alle figure del pannello di destra, la Madonna e Gesù circondati da angeli. Allo spoglio paesaggio terreno del pannello regale si contrappone un prato fiorito che rappresenta il cielo, e sotto i piedi delle figure divine, tutte vestite di blu tranne Gesù, si trovano rose e viole, simboli della Vergine.

Il Bambino Gesù risalta nella veste d’oro, la sua aureola presenta simboli tratteggiati della Passione e il gesto della mano potrebbe indicare che stia benedicendo Riccardo. A loro volta, le mani aperte del re sembrano pronte a ricevere lo stendardo, che forse Cristo sta benedicendo. Lo stendardo, tenuto da uno degli angeli, al tempo venne associato a San Giorgio, patrono d’Inghilterra, interpretando quindi il gesto di Cristo che presenta il vessillo a Riccardo come ulteriore segno della sua sovranità divina.

Nel 1991, durante una pulitura, si è scoperto che il puntale del bastone è un piccolo globo sulla cui superficie è visibile un paesaggio verdeggiante con un castello bianco e un mare dipinto con foglie d’argento. Alcuni studiosi ritengono che rappresenti l’Inghilterra come dote della Vergine.

Pannello interno con Riccardo II (inginocchiato) e tre santi (da sinistra a destra) Edmondo il Martire, Edoardo il Confessore e Giovanni Battista. National Gallery, Londra. Pubblico dominio

Gli abiti delle figure a sinistra del dittico sottolineano il simbolismo della scena: Sant’Edmondo indossa una veste ampia con cintura a maniche larghe, gonna piena e bordi di pelliccia, lavorato con motivi di uccelli, le gru demoiselle  – Grus virgo – che alludono alla Vergine e sono unite da corone. I motivi delle corone sono presenti in tutto il dittico e rappresentano la regalità e l’incoronazione di Riccardo.

La sontuosa stoffa della cappa di Riccardo è decorata con diversi elementi, tra cui i cervi. Il distintivo araldico di Riccardo era un cervo bianco che qui indossa come spilla.

L’artista ha riprodotto il gioiello in modo che ricordasse uno smalto bianco opaco fuso sull’oro, chiamato émail en ronde bosse (smalto a tutto tondo), una tecnica di lavorazione dei metalli sviluppata in Francia nella seconda metà del 1300 che potrebbe essersi diffusa tra gli artigiani inglesi. Un famoso gioiello del 1400 circa realizzato con questa tecnica è il Dunstable Swan Jewel del British Museum, unico esempio noto di questo tipo.

La spilla a forma di cervo bianco che chiude il mantello di Riccardo potrebbe riferirsi a un oggetto simile regalatogli dalla seconda moglie Isabelle, una principessa francese. Anche gli angeli che circondano la Madonna indossano spille uguali che li identificano come sostenitori di Riccardo.

Gioiello del cigno di Dunstable, 1400 ca, opera di un gioielliere inglese o francese. Oro, smalto bianco e nero. British Museum, Londra. (Paul Hudson/CC BY 2.0)

PANNELLI ESTERNI

Pannelli esterni Dittico di Wilton. National Gallery, Londra. Pubblico dominio

Il buono stato di conservazione dei dipinti interni del Dittico di Wilton indica che restava per la maggior parte del tempo chiuso e quindi protetto.

Esternamente, i pannelli sono decorati da un lato con un cervo bianco che  riposa su un terreno fiorito. I fiori sono emblematici della prima e della seconda moglie di Riccardo: il rosmarino e le felci simboleggiano Anna di Boemia, morta di peste nel 1394, mentre gli iris e le primule rappresentano Isabella di Francia.

Dalla parte opposta è riprodotto lo stemma reale inglese usato da Riccardo, tre leopardi uno sull’altro affiancati dallo stemma attribuito a Edoardo il Confessore, e una croce con cinque rondini senza zampe (uccelli mitici). Queste parti esterne hanno subito danni che rendono difficile distinguere alcune aree dipinte.

I pannelli del Dittico di Wilton, particolare. (National Gallery/CC BY 3.0))

ORIGINI MISTERIOSE

L’identità dell’autore del Dittico è sconosciuta, come pure il Paese di origine che è oggetto di un acceso dibattito, ma secondo alcuni studiosi sarebbe francese. In ogni caso, nell’opera si rilevano diverse influenze di tecniche provenienti dalle corti del Nord Europa, dalla Francia, dall’Italia e dalla Boemia.

Il supporto in quercia, il fondo preparatorio in gesso e la raffigurazione della pianta del piede di Cristo rivolta verso l’esterno erano molto diffusi nelle tavole nordeuropee dell’epoca. La tecnica pittorica che prevede l’uso di un fondo verde per i toni della pelle e l’uso della tempera, è in linea con quella praticata dagli artisti italiani.

Al contrario, la pittura a olio era già il mezzo preferito nel nord Europa, inoltre alcune caratteristiche del dittico possono essere ricondotte a miniature di manoscritti realizzati in Francia. Il collegamenti con la Francia si possono rilevare anche nell’abbigliamento di Giovanni Battista (la veste di pelle di cammello, con tanto di testa di cammello), nei simboli della Passione nell’aureola di Gesù e nella composizione di santi che presentano il committente dell’opera. La Vergine con il Bambino potrebbe essere stata ispirata da una statua francese posseduta da Riccardo, ma altre valutazioni la collegano a statue boeme. Anche la posa di presentazione, in cui si vede un re che viene presentato da un santo alla Vergine e al Bambino, proviene da una tavola boema.

In definitiva, l’opinione comune è che l’artista doveva far parte della corte inglese, considerando quanto l’iconografia complessiva risulti molto vicina alla persona di Riccardo. Gli storici dell’arte si chiedono tuttavia come un artista inglese possa aver visto la pittura su tavola italiana, soprattutto senese, e i diversi generi dell’arte francese, in particolare quella parigina.

Non esiste un’opera direttamente paragonabile al Dittico di Wilton di un artista di qualsiasi origine. Il giudizio unanime è che il suo creatore ha realizzato un capolavoro e che era molto abile nella precisione, nella raffinatezza dei dettagli, negli effetti tridimensionali e nella manipolazione degli strati pittorici.

Nonostante l’alone di mistero che ancora avvolge quest’opera d’arte tanto raffinata e mirabile nella sua funzione devozionale, la National Gallery ha recentemente raccolto informazioni più precise: nel 2022 ha fatto eseguire un test dendrocronologico (datazione degli anelli degli alberi) sui pannelli del dittico che ha rivelato che il legno proviene dal Baltico orientale e l’ultimo anello risale al 1375.

Non esistono documenti medievali relativi al dipinto, la prima menzione storica risale al 1649, quando fu catalogato come parte della collezione di re Carlo I. In seguito, sembra che suo figlio, re Giacomo II, lo abbia donato a Lord Castlemaine. Nel 1705, gli eredi di quest’ultimo lo vendettero a Thomas Herbert, VIII conte di Pembroke  che lo conservò nella Wilton House – da cui il nome del dittico – nel Wiltshire e vi rimase fino a quando la National Gallery lo acquistò nel 1929.

Nel finale del Riccardo II di Shakespeare, mentre la morte lo attende, il re lamenta «la corona vuota». Nonostante il suo regno sia stato inglorioso, Riccardo è stato il tramite per una delle più grandi opere d’arte del Medioevo.

 

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