Il governo è «totalmente genuflesso agli interessi di alcune banche e di determinati azionisti, coinvolto in una partita economica senza visione né attenzione all’economia reale». Lo dichiara in una nota il vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, Gianmauro Dell’Olio (M5s) commentando gli ultimi sviluppi del risiko bancario. «Ormai non c’è settimana che non inizi con notizie clamorose sugli sviluppi del risiko bancario, una delle più grandi partite finanziarie che si stanno giocando sulla pelle dell’economia reale. Adesso emerge che il Cda di Mediobanca ha rinviato a settembre l’assemblea che avrebbe dovuto valutare l’offerta su Banca Generali, operazione difensiva messa in atto da Mediobanca a sua volta oggetto di offerta da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena. Proprio sulle premesse di quest’ultima operazione è piombata nei giorni scorsi l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Milano, che ha messo nel mirino un’ipotesi di ‘concerto’ tra Caltagirone, famiglia Del Vecchio e Banco Bpm nella spartizione di un pacchetto del 15 per cento di Banca Monte dei Paschi di Siena messo in vendita dal ministero dell’Economia e delle Finanze», continua Dell’Olio.
«Per non parlare della decisione del ministero dell’Economia e delle Finanze di far gestire la vendita a Banca Akros, controllata da quel Banco Bpm che è stato tra i beneficiari della medesima vendita. E allora non è solo questione di appiattimento del governo sulle banche per la penosa marcia indietro sulla tassazione degli extraprofitti bancari; non è solo questione di appiattimento, con la carezza fatta alle banche con l’ultima Manovra, che ha semplicemente chiesto agli istituti di non esercitare immediatamente crediti d’imposta che verranno recuperati dalle banche nei prossimi anni; è a maggior ragione una questione di totale genuflessione dell’Esecutivo Meloni agli interessi di alcune banche e di alcuni azionisti nella conduzione di alcune personalissime partite di potere economico», sottolinea Dell’Olio. «Il tutto senza alcuna visione e senza alcun riflesso su un’economia reale piegata da tre anni di azzeramento della crescita, da due anni di calo della produzione industriale, da salari reali in costante calo, da persone che non si curano più e da un italiano su quattro a rischio povertà o esclusione sociale», conclude.