Questa mattina una delegazione di parlamentari del Partito Democratico composta dal senatore Lorenzo Basso e dai deputati Valentina Ghio, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino hanno svolto una visita ispettiva al carcere di Marassi dopo i gravissimi fatti avvenuti nei giorni scorsi. Lo riferisce il pd in una nota.
I parlamentari hanno incontrato il direttore, dottoressa Tullia Ardito, per verificare le condizioni del giovane detenuto vittima delle violenze e per cercare di comprendere “come sia stato possibile che si verificasse un episodio così grave” all’interno di una struttura penitenziaria dello Stato. Si tratta di un ragazzo giovanissimo, si legge nella nota, «mai stato in carcere prima, con una difficile storia personale alle spalle, che per giorni è stato sfigurato in numerose parti del volto con macchinette tatuatrici illegali e poi seviziato e violentato. Un episodio inaccettabile, che impone una riflessione immediata e profonda. È evidente che il sistema di garanzia e protezione non ha funzionato, e lo Stato deve assumersi fino in fondo la responsabilità di capire cosa sia accaduto e perché».
Durante la visita «abbiamo constatato ancora una volta – continuano i delegati dem – una situazione strutturale critica nonostante la grande professionalità degli operatori. Il carcere di Marassi presenta un tasso di sovraffollamento costante, aggravato proprio nei giorni dei fatti: quasi 700 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 550, una condizione di pressione insostenibile che solo in parte è stata ridotta con un primo sfollamento e con i trasferimenti seguiti alla rivolta (attualmente i detenuti sono 676). Gravissima anche la carenza di personale: a Genova il personale di polizia penitenziaria del ruolo sovrintendenti è sotto organico del 48 per cento, con quasi 50 unità in meno, ridotte ulteriormente durante i giorni festivi. Una condizione che mette a rischio tanto la sicurezza della struttura e di chi vi opera all’interno, quanto il rispetto dei diritti delle persone che vi sono detenute».
Di fronte a questa realtà, il governo «invece di incentivare interventi a ‘bassa soglia’, sostenere le attività di volontariato e rieducazione, dedicare le opportune risorse ad agenti e personale, si limita a inventare nuovi reati con il Decreto ‘Repressione’, invece di affrontare le vere emergenze del sistema», aggiungono. E di fronte a un fatto di questa gravità il sottosegretario Delmastro continua a tacere. Cosa intende fare il governo per ripristinare condizioni dignitose di sicurezza e tutela all’interno degli istituti penitenziari, a partire da quello di Marassi dove si è verificata questa gravissima violazione? Perché non è stata ancora predisposta un’ispezione per verificare puntualmente quanto accaduto? Continueremo a seguire con attenzione l’evolversi delle inchieste in corso e presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministero della Giustizia per ottenere risposte puntuali e impegni concreti. Non ci fermeremo finché non sarà fatta piena luce su quanto accaduto», conclude la nota.