Cuore più vecchio dell’età, un pericolo nascosto

di redazione eti/George Citroner
28 Agosto 2025 18:42 Aggiornato: 28 Agosto 2025 18:42

Le malattie cardiache rappresentano la principale causa di mortalità negli Stati Uniti, un primato condiviso con gran parte del mondo occidentale nonostante i progressi nella sanità pubblica. Un recente studio evidenzia che il cuore di molti americani è più vecchio della loro età anagrafica, accrescendo il pericolo di infarto e ictus. Questo divario, più evidente tra uomini, persone di origine africana o ispanica e individui con redditi o istruzione bassi, sottolinea l’urgenza di interventi preventivi tempestivi.

Condotto su oltre 14 mila adulti statunitensi tra i 30 e i 79 anni, senza precedenti di patologie cardiache, lo studio, pubblicato su Jama Cardiology, rivela disparità significative. In media, le donne hanno un’età cardiaca di 4,1 anni superiore a quella reale: a un’età anagrafica di 51,3 anni corrisponde un cuore di 55,4 anni. Per gli uomini, il divario è più marcato: con un’età media di 49,7 anni, il cuore ha in media 56,7 anni, ossia sette anni in più. Gli uomini di origine africana mostrano un’età cardiaca superiore di 8,5 anni, seguiti dagli ispanici con 7,9 anni, dai bianchi con 6,4 anni e dagli asiatici con 6,7 anni. Tra chi ha un’istruzione pari o inferiore al diploma superiore, quasi un terzo degli uomini presenta un cuore di oltre 10 anni più vecchio, con differenze più nette tra africani e ispanici. Tra le donne, il divario è inferiore: 6,2 anni per quelle di origine africana, 4,8 per le ispaniche, 3,7 per le bianche e 2,8 per le asiatiche.

Per affrontare questa sfida, i ricercatori hanno creato uno strumento digitale gratuito che stima l’età cardiaca basandosi su parametri come pressione arteriosa, colesterolo, abitudine al fumo e diabete. Convertendo le probabilità di malattia cardiovascolare in un’età comprensibile, il calcolatore rende il pericolo più concreto: un 40 enne con un cuore di 50 anni ha la stessa probabilità di patologia cardiaca di un 50 enne in condizioni ottimali. Tuttavia, i ricercatori precisano che il calcolatore non sostituisce il consulto medico, ma integra fattori come storia familiare e condizioni sociali. La medicina preventiva fatica a tradurre statistiche astratte in azioni pratiche. Se le percentuali di rischio, come «otto persone su cento potrebbero avere un evento cardiaco nei prossimi dieci anni», risultano distanti, esprimere il pericolo come età cardiaca lo rende immediato. Per gli esperti questo approccio rappresenta un monito efficace, specie per i più giovani che trascurano la salute cardiovascolare.

Sadiya Khan, epidemiologa e autrice dello studio, sottolinea che molti adulti non assumono farmaci salvavita per ridurre la probabilità di infarto, ictus o insufficienza cardiaca. Questo nuovo strumento digitale, aggiunge, potrebbe stimolare il dialogo sulla prevenzione, favorendo interventi precoci, soprattutto tra chi non considera il cuore una priorità. I ricercatori intendono verificare se questo metodo migliori gli esiti sanitari e accresca la consapevolezza della necessità di cure preventive.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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