Sono circa 50 mila i giovani agricoltori al lavoro nelle campagne italiane, nel segno della sostenibilità e della creatività, un serbatoio di “cervelli” determinante per il futuro dell’agricoltura italiane e del Paese. È quanto emerge da una analisi Coldiretti sui nuovi dati del centro Studi Divulga diffusa in occasione dei premi all’innovazione Oscar Green, al Villaggio di Udine, alla presenza del segretario generale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, del presidente Coldiretti, Ettore Prandini e del delegato nazionale Coldiretti Giovani, Enrico Parisi. Imprese che affrontano il peso eccessivo della burocrazia e l’aumento dei costi degli ultimi anni, dimostrando però che i giovani agricoltori italiani rimangono i più resilienti nel panorama complessivo dell’imprenditoria giovanile. Secondo il Centro studi Divulga, le regioni con più imprese agricole giovanili sono Sicilia (6.100), Puglia (5.000) e Campania (4.800). Il settore più scelto è quello dei cereali (16 per cento), seguito da ortaggi (13 per cento), allevamento e vino (entrambi all’11 per cento) e olio (9 per cento). Le imprese under 35 si distinguono per la forte apertura alla multifunzionalità: trasformazione e vendita diretta, fattorie didattiche, agriasilo, agricoltura sociale, gestione del verde, agribenessere ed energie rinnovabili. Un modello innovativo che ha cambiato anche la percezione del mestiere: per il 74 per cento degli italiani sarebbe motivo di orgoglio se figli o nipoti lavorassero in agricoltura, secondo una recente indagine Censis.
Non a caso secondo l’ultimo rapporto della Rete Rurale nazionale la produttività media per superficie delle imprese giovanili italiane è pari a 4500 euro per ettaro, doppia rispetto a quella europea e francese, ma è superiore anche a quella della Germania e soprattutto della Spagna, grazie alla maggiore specializzazione in coltivazioni ad elevato valore aggiunto. «A ostacolare il fenomeno del ritorno in campagna sono purtroppo diversi fattori strutturali che è necessario rimuovere per sostenere il necessario ricambio generazionale nei campi italiani ed europei», spiega delegato nazionale di Coldiretti Giovani, Enrico Parisi. «Il primo è l’eccesso di burocrazia che rappresenta una vera e propria tassa occulta per gli agricoltori, tanto più per chi decide di avviare una nuova attività, unita a imposizioni legate a politiche green troppo spesso slegate dalla realtà. Ma occorre lavorare anche sull’accesso al credito, un fattore fondamentale per sostenere la realizzazione delle mille idee creative che nascono dalle imprese giovani, nel segno della sostenibilità, dell’innovazione di prodotto e nella tutela dell’ambiente e della biodiversità», conclude Parisi.