Ciciliano: col Covid “mercato di guerra”

di Agenzia Nova
3 Giugno 2025 11:53 Aggiornato: 3 Giugno 2025 12:54

Nelle prime fasi di gestione della pandemia da Covid è stata applicata «una disciplina molto derogatoria rispetto a quelle che erano le procedure previste. Ad esempio, era prevista la possibilità di disporre e di autorizzare pagamenti anticipati all’intera fornitura, cosa che normalmente nella pubblica amministrazione è vietata. Però, va ricordato, a quel tempo eravamo all’interno di un canale di ‘mercato di guerra’ dove, difatti, se non anticipavi i soldi i dispositivi non arrivavano. Alcune volte è anche capitato, non a livello centrale ma a livello periferico, che si siano anticipati dei soldi pubblici a fronte dei quali però non si è ottenuto l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione».

Lo ha affermato Fabio Ciciliano, capo del dipartimento della Protezione civile, già componente del Comitato tecnico scientifico, nel corso dell’audizione davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-cov-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica da sars-cov-2. Questa opzione «era l’unica obbligata perché altrimenti non si sarebbe potuto acquisire nulla, se non attraverso i canali ordinari che ovviamente ordinari non erano. E’ ovvio che per poter fare ciò fu autorizzato il dipartimento della Protezione civile all’apertura di un conto corrente ordinario, quindi non conto corrente di tesoreria che non sarebbe stato possibile usare per pagare fornitori prima dell’arrivo delle commesse e delle forniture», ha ricordato.

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