Barachini: riforma agenzie di stampa a garanzia della professione e dell’occupazione

di Agenzia Nova/Redazione ETI
12 Giugno 2025 13:35 Aggiornato: 12 Giugno 2025 15:50

«In attuazione del dettato costituzionale sancito dall’articolo 21, il governo, attraverso il dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, assicura il sostegno alle agenzie di stampa mediante l’acquisizione centralizzata di servizi giornalistici a favore delle amministrazioni statali. Un compito importante al quale ho dedicato la mia prima azione di governo attraverso una riforma ad hoc volta a dare certezza e aggiornare il quadro giuridico relativo ai contratti con le agenzie di stampa bloccato al 2017 e prorogato di anno in anno.

E, questo, anche alla luce dei cambiamenti del mercato e dell’ecosistema informativo». Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, nell’Aula del Senato, nella risposta alle interrogazioni dei senatori Andrea De Priamo e Filippo Sensi. «Una riforma che ho fortemente voluto a garanzia della professione giornalistica, a tutela dell’occupazione, a salvaguardia del pluralismo delle fonti di informazione primaria e della libertà di stampa, pilastri della democrazia – ha aggiunto l’esponente dell’esecutivo – Proprio perseguendo questi obiettivi cruciali, attraverso l’adozione del decreto legge 29 dicembre 2022, numero 198, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, numero 14, e del successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri 11 luglio 2023, ho introdotto anche novità finalizzate ad aumentare gli standard professionali dell’informazione primaria, a ridurre la frammentazione dell’offerta e quindi a favorire le aggregazioni, consentendo così ad una maggiore platea di agenzie di stampa di rispettare i criteri necessari alla stipula dei contratti con il dipartimento per l’Informazione e l’Editoria quale centrale di committenza. È importante non perdere di vista i cardini della riforma per comprendere le intenzioni chiare e forti del governo sul fronte dell’informazione e sulla figura dei giornalisti a tutela del lavoro».

Barachini ha continuato: «Per questo, ho introdotto per prima cosa la categoria delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, inserite in un elenco istituito presso il dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri, dalle quali le pubbliche amministrazioni possono acquisire notiziari generali e speciali, nazionali, internazionali e regionali, anche di carattere video-fotografico. Un elenco a cui possono accedere: agenzie di stampa nelle quali lavorano almeno 50 giornalisti assunti a tempo pieno e indeterminato. Un modo molto concreto per disincentivare licenziamenti e incentivare l’occupazione; agenzie di stampa che corrispondano ai giornalisti una retribuzione non inferiore alla soglia minima stabilita dal contratto collettivo nazionale del comparto giornalistico. Anche questo requisito parla chiaro sulle intenzioni sottese alla riforma e sul netto contrasto al precariato giornalistico e compensi non dignitosi; agenzie di stampa che siano in grado di dislocare in modo continuativo i propri giornalisti sul territorio nazionale in modo da assicurare un’adeguata capillarità nella raccolta delle informazioni primarie; agenzie di stampa il cui bilancio, certificato da parte di società di revisione, sia alimentato per almeno la metà da risorse acquisite per attività svolte a favore del settore privato e comunque sul mercato. Il sostegno pubblico deve essere appunto solo un sostegno alla libertà editoriale e al pluralismo informativo.

Contestualmente la riforma si occupa anche delle agenzie di stampa che, per le loro dimensioni, non rientrano nell’elenco di cui sopra. Per questo abbiamo emesso dei bandi dedicati ai servizi verticali, prevedendo che le amministrazioni statali potessero acquisire, anche da queste agenzie, servizi di carattere specialistico, settoriale, anche video-fotografico, attraverso le procedure previste dal Codice dei contratti pubblici. Due strade, quindi, volte ad accrescere certezze e stabilità del sistema informativo primario, a non lasciare indietro nessuno, a tutelare e incentivare l’occupazione giornalistica e sostenerne la professionalità. Entrambe le procedure sono andate a buon fine e hanno prodotto l’aggregazione di quattro piccole agenzie. Un risultato – ha concluso Barachini – da anni atteso dal mercato editoriale».

La riforma si inserisce in un contesto più ampio di tutela della libertà di stampa, minacciata in Italia da precarietà lavorativa, querele vessatorie e intimidazioni, come evidenziato dal World Press Freedom Index 2023 e dal Rapporto sullo Stato di Diritto della Commissione Europea. La valorizzazione del giornalismo professionale e la lotta alla disinformazione sono obiettivi centrali, in linea con la Legge Europea per la Libertà dei Media del 2024, che tutela l’indipendenza dei media da ingerenze politiche ed economiche.

La riforma Barachini rappresenta un intervento organico per modernizzare il settore delle agenzie di stampa, garantendo stabilità economica, tutela dell’occupazione e pluralismo informativo. Attraverso l’elenco di rilevanza nazionale, i bandi per servizi verticali e gli incentivi alla qualità, il governo punta a rafforzare il ruolo delle agenzie come pilastri dell’informazione primaria, senza trascurare le realtà minori. Tuttavia, le critiche della Federazione nazionale stampa italiana e dei Consigli di redazione sottolineano la necessità di monitorare l’impatto della riforma, soprattutto per quanto riguarda l’inclusione di giornalisti precari e la gestione delle crisi aziendali.


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