L’alopecia androgenetica, una forma ereditaria di calvizie che colpisce sia uomini che donne, rappresenta una sfida diffusa, spesso affrontata con farmaci come la finasteride. Esistono, tuttavia, rimedi naturali che, contrastando il diidrotestosterone (Dht), principale causa della perdita di capelli, offrono benefici con effetti collaterali minimi. Diversi estratti vegetali inibiscono la 5-alfa reduttasi, l’enzima responsabile della conversione del testosterone in Dht, proponendo soluzioni alternative ai trattamenti farmacologici.
La sensibilità dei follicoli piliferi al Dht è il fattore determinante nella maggior parte dei casi di calvizie. Sebbene farmaci come la finasteride siano ampiamente utilizzati per ridurre i livelli di questo ormone, composti naturali presenti in alimenti e piante, come la serenoa repens, l’olio di semi di zucca e l’estratto di tè verde, si distinguono per le loro proprietà benefiche sulla salute capillare. Tra questi, la serenoa repens, estratta dalle bacche di una pianta originaria della Florida, è la più studiata. Questo composto naturale riduce le concentrazioni di Dht bloccando la 5-alfa reduttasi, ed è impiegato anche per trattare l’iperplasia prostatica benigna. Negli Stati Uniti, circa 2 milioni e 500 mila persone utilizzano regolarmente prodotti a base di serenoa, assunti per via orale o applicati localmente. Nel 2023, uno studio su 80 individui con alopecia androgenetica lieve o moderata ha evidenziato che l’uso quotidiano di questo estratto, per 16 settimane, ha diminuito la caduta dei capelli del 20-30% e incrementato la densità capillare del 5,2-7,6%. L’assunzione orale ha inoltre ridotto i livelli di Dht. Una revisione del 2020, basata su cinque studi clinici randomizzati e due studi prospettici, ha confermato un miglioramento del 60% nella qualità dei capelli, un aumento del 27% nel numero totale di capelli e una maggiore densità nell’80% dei partecipanti. Priva di effetti collaterali significativi, la serenoa è consigliata dagli esperti a chi preferisce evitare farmaci, pur con un’efficacia inferiore rispetto alla finasteride. In qualità di erba adattogena, aiuta a contrastare lo stress, un fattore cruciale nella perdita di capelli, risultando efficace contro il telogen effluvium — una caduta temporanea dei capelli —innescato da eventi traumatici come il parto. Disponibile in tinture o oli, richiede applicazioni costanti per risultati tangibili.
In parallelo, l’olio di semi di zucca, ricco di acidi grassi, antiossidanti, zinco, selenio, vitamine e fitosteroli, limita la produzione di Dht, offrendo benefici simili a quelli della serenoa. Utilizzato per l’ingrossamento benigno della prostata, si è rivelato promettente contro la calvizie. Uno studio clinico ha dimostrato che l’assunzione giornaliera di 400 milligrammi di olio per 24 settimane ha aumentato il numero di capelli del 40%, rispetto al 10% del gruppo placebo. Applicato localmente, l’olio si è mostrato efficace, sebbene meno potente del minoxidil al 5%, secondo un trial del 2021.Analogamente, l’estratto di tè verde, grazie ai polifenoli come l’epigallocatechina gallato, favorisce la crescita capillare stimolando le cellule della papilla dermica e proteggendole dalla morte. Nel 2023, un trial su 88 partecipanti ha rilevato che una capsula contenente estratto di tè verde, assunta per 24 settimane, ha incrementato la densità e lo spessore dei capelli, mentre il gruppo placebo ha registrato una perdita di circa 1,5 capelli per centimetro quadrato e una riduzione dello spessore di un micrometro. Uno studio su topi ha confermato che, dopo sei mesi di assunzione di polifenoli, il 33% dei soggetti ha mostrato una significativa ricrescita, a differenza del gruppo di controllo. Le proprietà antiossidanti del tè verde contrastano i radicali liberi, dannosi per i follicoli nella fase di crescita, rendendo questo estratto un’opzione valida, benché spesso studiato in combinazione con altri composti vegetali. Queste soluzioni naturali rappresentano un’alternativa sostenibile per chi cerca approcci sicuri alla caduta dei capelli, valorizzando il potenziale di composti vegetali rispetto ai farmaci tradizionali.
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