Allenarsi con equilibrio per evitare i danni dell’eccesso

di Redazione ETI/JoJo Novaes, Arthur Zhang
23 Settembre 2025 8:47 Aggiornato: 23 Settembre 2025 8:47

L’attività fisica è spesso considerata come una soluzione universale per il benessere, ma un approccio sbagliato o eccessivo può danneggiare il corpo. Un esempio significativo è il caso di una donna che, per oltre un decennio, ha combattuto l’insonnia cronica correndo ogni mattina, convinta che il jogging favorisse il sonno. Al contrario, le sue condizioni peggioravano: la notte avvertiva bruciore ai piedi e il riposo risultava sempre più sfuggente. Solo dopo aver consultato un medico di medicina tradizionale cinese, che le ha suggerito di passare a pratiche come stretching dolce, tai chi e yoga, il suo sonno è migliorato. In tre mesi, le notti sono diventate più tranquille e l’energia più stabile.

Molti credono che allenamenti intensi, come la corsa o sessioni che lasciano grondanti di sudore, migliorino la salute cardiorespiratoria. Ma un’attività inappropriata può compromettere l’equilibrio del corpo. La medicina tradizionale cinese e quella occidentale offrono spiegazioni complementari. Nella prima, l’energia vitale, o “qi”, si divide in yin — rinfrescante e rigenerante come l’acqua — e yang, riscaldante ed energizzante come il fuoco. L’attività motoria stimola chi ha troppo yin e poco yang, ma in caso di carenza di yin e yang iperattivo, come nella donna con insonnia, esercizi intensi come la corsa prolungata aggravano lo squilibrio. Il bruciore ai piedi era un chiaro segnale di questa condizione. La medicina occidentale, invece, evidenzia che sudare moderatamente regola la temperatura corporea, ma una traspirazione eccessiva priva il corpo di elettroliti vitali, come sodio e potassio, causando crampi, aritmie o stanchezza. La sindrome da sovrallenamento, ben nota in medicina sportiva, altera ormoni come cortisolo e testosterone, disturbando il sonno e aumentando l’ansia.

Non tutte le attività motorie sono adatte a ogni contesto. Le linee guida standard, come 30 minuti di attività aerobica tre volte a settimana, risultano utili per molti, ma possono essere inadeguate in casi specifici. Allenarsi durante le mestruazioni può accentuare irregolarità del ciclo; farlo in climi caldi e umidi aumenta il rischio di colpi di calore; esercitarsi quando si è malati indebolisce le difese immunitarie. Inoltre, sudare troppo in ambienti non idonei espone il corpo a rischi. Molti si allenano all’aperto in estate, credendo che la traspirazione elimini tossine, ma, come spiega Guo Yucheng, direttore della clinica Contemporary Han Yi Yuan di Taiwan, la vera disintossicazione avviene tramite fegato, cistifellea, urinazione e defecazione. Sudare abbondantemente apre i pori, rendendo il corpo vulnerabile a patogeni esterni, come vento, freddo o umidità, che possono causare reumatismi, mal di testa o dolori articolari cronici. Per questo, il medico pratica il tai chi all’aperto solo in climi miti, preferendo ambienti chiusi in altre condizioni. Dopo l’attività, consiglia di asciugarsi, cambiare i vestiti, evitare acqua fredda o ambienti climatizzati troppo freddi e non sostare in luoghi ventosi. Anche un battito cardiaco accelerato, da 72 a 120 battiti al minuto, può ridurre l’afflusso di sangue a organi come fegato, milza e stomaco, compromettendo digestione, assorbimento e difese immunitarie. Per questo, è meglio evitare di allenarsi subito dopo i pasti o in condizioni di debolezza.

Per le persone di mezza età, anziane o con patologie croniche, gli esperti raccomandano pratiche a bassa intensità, come tai chi, stretching e yoga, che nutrono il corpo dall’interno. Studi occidentali confermano che il tai chi migliora la forza e la qualità della vita in pazienti con malattie coronariche. Un’attività salutare si riconosce da una leggera traspirazione, un battito leggermente accelerato senza affanno e uno stato d’animo rilassato; un esercizio eccessivo, invece, provoca affanno, sudorazione abbondante, vertigini, stanchezza, irritabilità e insonnia. Un aspetto cruciale è la sarcopenia, la perdita muscolare legata all’età. Molti la contrastano con allenamenti pesanti e integratori proteici, ma la medicina tradizionale cinese attribuisce la causa a una debolezza di milza e stomaco, fondamentali per trasformare il cibo in energia e muscoli. Un’attività intensa senza una buona funzione digestiva può ridurre l’appetito e indebolire il corpo. La ricerca occidentale conferma che gli anziani possono sviluppare una “resistenza anabolica”, ossia una minore capacità di costruire muscoli dopo l’esercizio. Anche i batteri intestinali influenzano la salute muscolare. Entrambe le tradizioni sottolineano che prevenire la sarcopenia richiede esercizio, proteine e un supporto alla digestione. Il benessere autentico deriva da un’attività motoria adatta al proprio corpo, non dall’adesione cieca alle mode. La medicina tradizionale cinese e quella occidentale convergono: l’esercizio deve nutrire, non esaurire, per garantire una salute duratura e una vita più lunga.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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