Allarme di Goldman Sachs sui prezzi di petrolio e gas

di redazione eti/Reuters
23 Giugno 2025 11:33 Aggiornato: 23 Giugno 2025 16:38

La Goldman Sachs, uno dei principali gestori di investimenti a livello mondiale, ha evidenziato rischi per l’approvvigionamento energetico mondiale: un’eventuale interruzione nello Stretto di Hormuz potrebbe causare un forte aumento dei prezzi del petrolio e gas naturale. In una nota di domenica, la banca  d’affari ha stimato che il Brent potrebbe raggiungere temporaneamente i 110 dollari al barile se i flussi di petrolio attraverso questo passaggio cruciale fossero dimezzati per un mese e ridotti del 10% nei successivi 11 mesi. I prezzi si modererebbero poi, con il Brent attestato in media a circa 95 dollari al barile nell’ultimo trimestre del 2025.

Lunedì, dopo il raid Usa anti nucleare in Iran condotto nel fine settimana, i prezzi del petrolio hanno toccato il massimo da gennaio. La Goldman Sachs ha sottolineato che i mercati di previsione, pur con liquidità limitata, indicano ora una probabilità del 52% che l’Iran chiuda lo Stretto di Hormuz nel 2025, secondo i dati di Polymarket. Inoltre, una riduzione dell’offerta iraniana di 1,75 milioni di barili al giorno potrebbe spingere il Brent a un picco di circa 90 dollari al barile.

In uno scenario, la banca prevede che una diminuzione di 1,75 milioni di barili al giorno dell’offerta iraniana per sei mesi, seguita da un graduale recupero, porterebbe il Brent a un massimo di 90 dollari al barile, per poi scendere tra i 60 dollari nel 2026. In un secondo scenario, con una produzione iraniana persistentemente ridotta, il Brent raggiungerebbe comunque i 90 dollari, stabilizzandosi tra i 70 e gli 80 dollari nel 2026, a causa di scorte ridotte e capacità mondiale di riserva limitata.

Goldman Sachs ha dichiarato inoltre: «Sebbene gli eventi in Medio Oriente rimangano incerti, riteniamo che gli incentivi economici, anche da parte di Stati Uniti e Cina, per cercare di impedire un’interruzione prolungata e significativa dello Stretto di Hormuz, appaiono forti», tradotto: la chiusura dello Stretto di Hormuz non conviene a nessuno. Il Consiglio supremo di sicurezza nazionale dell’Iran dovrà decidere se chiudere lo Stretto. La Goldman Sachs ha previsto che i mercati europei del gas naturale — tra cui il benchmark Ttf, principale indice di riferimento basato sul mercato olandese — rifletteranno un rischio maggiore di interruzioni, con il Ttf che potrebbe salire a circa 74 euro per megawattora. Tuttavia, l’impatto sui prezzi del gas naturale negli Stati Uniti sarebbe contenuto, grazie all’elevata capacità di esportazione e alla scarsa dipendenza dalle importazioni di gas naturale liquefatto.

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