Donald Trump apre al dialogo con il presidente venezuelano Nicolás Maduro. Ieri, in un incontro informale con la stampa, il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che il regime venezuelano ha fatto pervenire alla sua amministrazione una richiesta di dialogo, ma senza dare ulteriori dettagli. Alla domanda se fosse disposto a parlare direttamente con Maduro, Trump ha risposto: «io parlo con chiunque, vedremo che succede». Il governo venezuelano per il momento non ha rilasciato commenti ufficiali.
Negli ultimi mesi, le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela si sono accentuate, dopo che le forze armate statunitensi hanno rafforzato la propria presenza nella regione caraibica, conducendo operazioni contro oltre venti imbarcazioni accusate di trasportare ingenti carichi stupefacenti diretti verso il territorio americano. L’ultimo di questi attacchi, avvenuto il 15 novembre, ha provocato la morte di tre individui accusati di essere narcotrafficanti.
Queste operazioni stanno provocando un acceso dibattito tra i parlamentari e gli osservatori internazionali, alcuni dei quali hanno sollevato dubbi sulla legittimità di tali interventi alla luce della legge americana sui poteri di guerra attribuiti al Presidente e al Parlamento. Parlando con i cronisti il 16 novembre, Trump ha dichiarato che avrebbe tenuto il Parlamento informato su eventuali misure volte a contrastare il traffico di droga proveniente dal Venezuela, aggiungendo però di non ritenere necessaria un’approvazione formale. «Mi piacerebbe che il Congresso fosse coinvolto» ha detto Trump riferendosi al potere legislativo, precisando però che per impedire ai trafficanti di entrare negli Stati Uniti, al presidente serve il consenso del Parlamento, ma che ritiene «giusto» tenerlo al corrente. «L’unica cosa che non voglio – ha però precisato Trump – è che diffondano informazioni riservate che potrebbero compromettere la sicurezza dei nostri militari».
Donald Trump, come Marco Rubio, accusa da mesi Maduro di essere complice dei cartelli della droga venezuelani. Maduro nega, e a settembre ha inviato una lettera a Trump per sollecitare l’apertura di un dialogo e affrontare le «numerose controversie» nelle relazioni tra Stati Uniti e Venezuela. La Casa Bianca aveva però replicato che il messaggio conteneva «molte falsità» e che la posizione dell’amministrazione nei confronti di Caracas restava invariata.




