In un’intervista pubblicata dal Washington Post, dopo la sua visita storica alla Casa Bianca, il presidente siriano Ahmad al-Sharaa ha dichiarato che la Siria ha compiuto «un passo importante» nei colloqui con Israele per giungere a un accordo in cui il presidente degli Stati Uniti appoggia la posizione di Damasco.
«Siamo impegnati in un negoziato diretto con Israele e abbiamo già compiuto progressi significativi verso un’intesa. Ma per giungere a un accordo definitivo, Israele deve ritirarsi entro i confini precedenti all’8 dicembre 2024» ha dichiarato il presidente siriano.
Nel corso dell’intervista, Sharaa ha accusato Israele di aver violato l’accordo di separazione delle forze del 1974, stipulato dopo la guerra del Kippur, a seguito della caduta del regime di Bashar al-Assad. «Dopo la caduta del regime di Assad, Israele ha annullato l’accordo, allargando la propria presenza militare in territorio siriano, espellendo le truppe delle Nazioni Unite e occupando nuove aree – ha accusato Sharaa – Dall’8 dicembre dello scorso anno, ha condotto oltre mille raid aerei, colpendo il palazzo presidenziale e il ministero della Difesa. Noi non abbiamo reagito, perché vogliamo ricostruire la Siria».
Al-Sharaa ha poi detto in tono sarcastico: «Israele sostiene che le alture del Golan sia essenziale per la propria sicurezza. Oggi impone condizioni nel sud della Siria per difendere il Golan. Continuando di questo passo, finiranno per arrivare fino a Monaco». A proposito dell’ipotesi di creare una zona smilitarizzata nel sud della Siria, il presidente siriano ha precisato: «smilitarizzare un’intera regione rappresenta un grave problema. Se si dovesse generare una situazione di caos, chi garantirebbe la sicurezza dell’area? Se un soggetto ostile aprisse il fuoco contro Israele, chi ne sopporterebbe la responsabilità? In fin dei conti, si tratta di territorio siriano, ed è la Siria che deve decidere cosa accade al suo interno».
Riguardo alla presenza dell’asse sciita nella regione, al-Sharaa ha aggiunto: «Israele sostiene di operare in Siria per contrastare la minaccia proveniente da Iran e Hezbollah, ma siamo stati noi ad allontanare quelle forze dal suolo siriano».
Concludendo, ha affermato: «Abbiamo riscontrato che il signor Trump sostiene la nostra posizione e si impegnerà per favorire una soluzione nel più breve tempo possibile».




