La Russia dice di essere penetrata nella città orientale ucraina di Pokrovsk, con un video diffuso martedì che mostra soldati russi avanzare in motocicletta e salire sui tetti di auto e furgoni danneggiati avvolti in una fitta nebbia.
Il comandante ucraino Oleksandr Syrskyi dice che la Russia sta concentrando circa 150 mila soldati nel tentativo di conquistare Pokrovsk e che i soldati ucraini stanno cercando di eliminare circa 300 militari russi che si sarebbero già infiltrati in città.
Pokrovsk è un nodo stradale e ferroviario nella regione di Donetsk, nell’est dell’Ucraina, con una popolazione prebellica di circa 60 mila abitanti. Storicamente è stato un importante centro logistico per l’esercito ucraino, situato lungo una strada chiave utilizzata per rifornire altri avamposti in prima linea. Oggi, la maggior parte della popolazione è fuggita, tutti i bambini sono stati evacuati e pochi civili rimangono tra palazzi bombardati e strade distrutte
A circa dieci chilometri a ovest di Pokrovsk si trova l’unica miniera dell’Ucraina che produce carbone utile per l’industria siderurgica, le cui attività estrattive sono sospese. Pokrovsk ospita anche il più grande politecnico della regione, ora abbandonato e danneggiato.
L’obiettivo di Mosca è controllare tutta la regione del Donbass, che comprende le province di Luhansk e Donetsk. Attualmente l’Ucraina è riuscita a difendere circa il 10% del Donbass, un’area di circa 5 mila chilometri quadrati prevalentemente nella parte settentrionale di Donetsk. Il resto è stato invaso dai soldati di Putin.
Conquistare Pokrovsk e Kostiantynivka, situata a nord-est e a sua volta sotto assedio, permetterebbe alla Russia di avanzare verso nord in direzione delle due maggiori città ancora sotto controllo ucraino nel Donetsk: Kramatorsk e Sloviansk. Inoltre, questo consoliderebbe una testa di ponte russa nella regione di Dnipropetrovsk a ovest, già parzialmente occupata, esponendo ulteriormente il territorio ucraino a nuove offensive. Pokrovsk rappresenterebbe anche la conquista territoriale singola più significativa per Mosca dall’inizio del 2024, quando ha preso la città distrutta di Avdiivka.
Vladimir Putin ha dichiarato che il Donbass è ormai «legalmente» parte della Russia, senza chiarire su quali basi. E il Cremlino vuole trasmettere all’Occidente l’idea che la conquista definitiva di Donetsk sia inevitabile e che Kiev farebbe meglio a cederla volontariamente nell’ambito di un accordo di pace. Volodymyr Zelensky ha sempre categoricamente rifiutato questa ipotesi, e l’Ucraina ora vuole dimostrare agli alleati occidentali di essere capace di far pagare un prezzo alto ai russi anche per guadagni territoriali relativamente modesti, “giustificando” così il continuo sostegno militare e finanziario.
Secondo gli analisti, la presa di Pokrovsk rappresenterebbe per la Russia una vittoria operativa importante, anche se il controllo di tutta la regione di Donetsk, comprese le città fortificate di Kramatorsk e Sloviansk, continua a risultare fuori dalla portata della Russia.
Da oltre un anno la Russia minaccia Pokrovsk. Diversamente dagli attacchi frontali massicci utilizzati in precedenza, come nella sanguinosa battaglia per Bakhmut, l’esercito russo qui sta adottando una manovra a tenaglia, cerchiando gradualmente la città per isolare e minacciare le linee di rifornimento ucraine. La tattica dell’esercito russo consiste in continue azioni di disturbo con piccoli gruppi e droni per sabotare la logistica ucraina e creare scompiglio, per po sferrare attacchi più massicci.
Nell’ambito della guerra della propaganda, Kiev sostiene che l’offensiva russa abbia causato perdite imponenti e che stia mettendo in “crisi di personale” l’esercito russo; Mosca afferma che, data la popolazione ucraina molto più ridotta, è l’Ucraina a essere a rischio di esaurire le nuove reclute per l’esercito, mentre la lentezza degli attacchi russi serve a minimizzare le proprie perdite.




