Boccia: serve un azzeramento del Garante

di Agenzia Nova
12 Novembre 2025 10:13 Aggiornato: 12 Novembre 2025 11:14

«Non c’è nessuna contraddizione – dice Francesco Boccia in una intervista a La Repubblica – nel chiedere oggi le dimissioni dei vertici del Garante della privacy. I componenti vengono eletti dal Parlamento, non dal governo, proprio per garantirne l’indipendenza. Il punto non è chi li ha nominati, ma come interpretano oggi il loro ruolo. Quando si viene eletti una autorità di garanzia non si rappresenta un partito. Agostino Ghiglia è stato indicato da Fratelli d’Italia, non da noi. È lo stesso che si è scagliato contro Report e ha visitato la sede di FdI prima di multare la trasmissione. Quanto al presidente Pasquale Stanzione non rappresenta il Pd di oggi».

«Il problema – continua Boccia – è che il consiglio del Garante sembra aver smarrito la propria autonomia, piegandosi alle convenienze del governo e restando silente davanti a casi evidenti di violazione dei diritti e dei dati personali. Così si perde credibilità istituzionale». «Per questo chiediamo un azzeramento politico e morale, prima ancora che formale. Le inchieste di Report mostrano una gestione a dir poco allegra dell’Autorità. Davanti a ciò, i membri dovrebbero dimettersi per responsabilità, non perché qualcuno glielo impone». «La legge non consente lo scioglimento del Garante, ed è giusto così, perché serve a proteggerlo dal potere esecutivo. Ma proprio per questo chi ricopre quell’incarico deve mantenere un comportamento impeccabile, altrimenti si mina la fiducia nelle istituzioni». «Giorgia Meloni non faccia la furba: le nomine sono parlamentari, non del governo. Se a lei sta bene quanto è emerso, a noi no. E allora si apra una discussione in Parlamento su come riformare le modalità di elezione e rafforzare trasparenza, incompatibilità e accountability. Non per ridurre l’autonomia delle autorità – conclude Boccia – ma per preservarla davvero».


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