La Russia potrebbe decidere in qualsiasi momento di attaccare uno Stato della Nato.
«Considerando le attuali capacità operative e il potenziale bellico di Mosca, la Russia potrebbe avviare anche domani un attacco su scala ridotta in territorio Nato», ha infatti dichiarato a Reuters il generale tedesco Alexander Sollfrank. «Si tratterebbe di un’operazione rapida, limitata territorialmente, di dimensioni contenute: la Russia è tuttora fortemente impegnata in Ucraina e non può permettersi azioni di più vasta portata».
Il generale Sollfrank – che è il capo di stato maggiore dell’esercito tedesco – ha evidenziato che le forze russe, pur non essendo riuscite a sopraffare Kiev, conservano una considerevole capacità aeronautica, mentre l’arsenale nucleare rimane intatto. In ambito navale, il comandante dell’esercito tedesco ha osservato che, sebbene la flotta russa del Mar Nero abbia subito perdite significative, il resto della marina sotto il comando del Cremlino mantiene un livello operativo inalterato e che «un attacco russo rientra nelle possibilità concrete».
Queste dichiarazioni giungono nel quadro di una serie di episodi registrati negli ultimi mesi, in cui la Russia ha violato lo spazio aereo europeo, in particolare su Polonia ed Estonia, circostanze che ovviamente il Cremlino nega.
A seguito di tali episodi, nel mese di settembre l’Alleanza Atlantica ha dato il via all’operazione aerea “Eastern Sentry”, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la difesa sul fianco orientale: velivoli danesi, francesi, tedeschi e britannici sono impegnati in voli di ricognizione e pattugliamento sull’area interessata.
Il mese scorso, il generale americano Alexus Grynkewich, comandante delle forze aeree statunitensi in Europa e comandante supremo della Nato, ha affermato che la reazione dell’Alleanza sembrerebbe aver dissuaso Mosca, pur prevedendo che la Russia continuerà a sondare i limiti: «Rileviamo segnali secondo cui i russi stanno agendo con maggiore prudenza, e che si rendono conto di aver sfiorato o superato il limite in alcune circostanze, specie considerando l’episodio del drone in Polonia» ha osservato Grynkewich. «La nostra presenza esercita un effetto deterrente, ma è lecito aspettarsi che il Cremlino continui comunque a utilizzare strategie ibride per mettere alla prova la coesione dell’Alleanza».
Ma nonostante le contromisure della Nato, il 4 novembre il traffico aereo è stato sospeso presso gli aeroporti di Bruxelles e Liegi, in Belgio, a seguito dell’avvistamento di altri droni; e solo pochi giorni prima il governo belga aveva reso noto di aver ricevuto segnalazioni di velivoli senza pilota, avvistati nei pressi di una base militare presso cui sono localizzate le testate nucleari statunitensi.
Il ministro della Difesa belga, Theo Francken, il 3 novembre ha dichiarato che i droni segnalati nei pressi della suddetta installazione militare potrebbero far parte di un’operazione di spionaggio.




