Il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiha ha scritto su X: «secondo le informazioni disponibili, almeno 1.436 cittadini di 36 paesi africani combattono attualmente nell’esercito russo, ma la cifra reale potrebbe essere superiore. La Russia recluta cittadini africani con diversi metodi. A qualcuno offre denaro, altri vengono ingannati e non capiscono a cosa si stanno iscrivendo, altri ancora sono costretti con la forza. Firmare un contratto equivale a firmare la propria condanna a morte. I cittadini stranieri nell’esercito russo hanno un destino tragico. La maggior parte viene immediatamente mandata nei cosiddetti “assalti di carne”, dove muore in breve tempo. Il comando russo sa che per un combattente straniero ucciso non ci sarà alcuna conseguenza, perciò li considera materiale umano di seconda categoria, sacrificabile. La maggior parte dei mercenari non sopravvive oltre un mese. Esistono due modi per evitare questa sorte. Il primo: non farsi reclutare e non firmare alcun documento con le autorità russe. Esorto tutti i Governi africani a diffondere comunicati pubblici per mettere in guardia i propri cittadini dall’arruolarsi nell’esercito russo. Combattere per la Russia contro l’Ucraina è illegale, immorale e viola la Carta dell’Onu e il diritto internazionale. Il secondo: se siete già stati mandati al fronte, cercate ogni occasione per disertare e arrendervi come prigionieri di guerra. La stragrande maggioranza dei mercenari stranieri che abbiamo in custodia si è arresa durante il primo combattimento. Trattiamo i prigionieri di guerra nel pieno rispetto delle norme del diritto umanitario internazionale. La Russia tenta di reclutare persone anche da altri continenti, non solo cittadini africani. Forniremo informazioni più specifiche sulle regioni e i Paesi da cui i combattenti stranieri vengono arruolati dall’esercito russo e poi finiscono prigionieri. Ribadiamo a tutti i Governi l’invito a fare tutto il possibile per smantellare i sistemi di reclutamento russi e a informare i propri cittadini che tali attività sono illegali».




